Nero su bianco

Masha Gessen, la profezia su Vladimir Putin: ecco cosa scriveva nel 2012, qualcosa di sconvolgente

La guerra in Ucraina era prevedibile. A riportare alla mente un episodio emblematico è Masha Gessen, giornalista e scrittrice americana di origini russe. È lei a ricordare quando un giovanissimo Vladimir Putin si alzò dalla sala stampa in cui l'allora presidente dell'Estonia definì "occupanti" i sovietici. "E se ancora ci sembra incredibile è perché ci siamo rifiutati di vedere quello che era sotto i nostri occhi", spiega la Gessen alle colonne della Stampa dove sottolinea la somiglianza tra gli accadimenti in Cecenia e quelli in Ucraina.

 

 

Un dettaglio che fa crederà alla scrittrice che Putin non sia un "pazzo", né tanto meno un "folle". Al contrario il presidente russo aveva pianificato tutto. Lui - è l'analisi - "è un uomo che uccideva la gente sia con le guerre sia servendosi di sicari". E ora non è da meno. Nonostante la strenua resistenza ucraina, che sul campo ha dato del filo da torcere all'esercito del Cremlino, lo zar non si fermerà facilmente. 

 

 

La Gessen delinea il più cupo degli scenari, spiegando che "lui andrà avanti, costi quel che costi, in termini di denaro e di vite umane. Navalny si sbagliava: la brutalità, il dominio, il potere illimitato sono gli obbiettivi finali di Putin; le ricchezze rappresentano solamente il bottino e lo strumento". Parole forti che hanno costretto Masha a lasciare il Paese natale: nata in Russia e residente dal 1992 a Mosca, nell'ufficio di U.S News & World Report, nel 2013 è stata spinta a fuggire. Troppe, aveva già raccontato, le minacce rivolte a lei e alla sua famiglia.