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Alessandro Giuli: "Quale domanda ha fatto arrabbiare la Meloni"

martedì 22 novembre 2022

2' di lettura

"Vi svelo un difetto di Giorgia Meloni, così vi stupisco". Ospite di Lilli Gruber a Otto e mezzo, Alessandro Giuli riveste un po' i panni del "melonologo", essendo uno dei giornalisti più esperti del mondo di Fratelli d'Italia, da tempi non sospetti. "Visti che siamo tutti delle iene dattilografe, come disse di noi un insigne premier molto incline alla querela - ironizza la firma di Libero ricordando una formula utilizzata da Massimo D'Alema, vi ricordo quando Giuseppe Conte disse in una conferenza stampa importantissima 'viene al posto mio se credi di poter fare meglio di me'. E' passato tutto in prescrizione, così come gli applausi coreani a Mario Draghi. C'è un rapporto tra potere e giornalisti molto complicato. Per esempio, non bisognerebbe mai generalizzare dicendo 'voi giornalisti'".



"Vi svelo un difetto della Meloni": guarda il video di Giuli a Otto e mezzo
 

Quindi, l'analisi: "Vi racconto un difetto della Meloni: le manca il pathos della distanza. Quello che consentiva a Draghi di alzarsi e andarsene tra applausi, fasti trionfali, coriandoli e polvere di stelle. Giorgia Meloni no, accorcia le distanze. E quando si fa 'na certa, come si dice a Roma, è capace di rispondere con un sorriso alla prima domanda, con un sorriso alla seconda e alla terza di perdere la pazienza. Ai giornalisti, con quel 'voi' che io avrei evitato, ha ricordato i fasti trionfali di Draghi e i precedenti robusti di altri presidenti del Consiglio nel cortile di Palazzo Chigi".

"Ma a un mese dalla nascita del suo governo la Meloni si può lamentare di come la stanno trattando?", protesta Massimo Giannini, direttore della Stampa. "No, ma vi faccio notare una cosa. La domanda che ha irritato la premier era sulla legge di bilancio?", replica Giuli tornando sul caso in questione. "Ti riferisci alla domanda sullo scontro con la Francia? Vabbè ma è un fatto di cronaca", risponde Lina Palmerini del Sole 24 Ore. E Giuli, pacatamente, fa notare: "Certo, ma se il presupposto è che nella conferenza stampa sulla legge di bilancio bisogna concedere più tempo allora non c'entra niente la domanda sulla Francia". E in pochi secondi, cade miseramente il velo di sdegno della sinistra.

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