Tribunale "social"

Maurizio Battista, "questa è violenza": chi denuncia il comico di Zelig

Il volto di Zelig, Maurizio Battista, nel mirino delle femministe. È bastato pubblicare un video-sfogo su Facebook con la minaccia di chiedere una Ctu psicologica contro l'ex moglie che gli starebbe impedendo di vedere sua figlia, e nel giro di poche ore il tribunale "social" lo ha giudicato colpevole. Il processo poi si è spostato sulle pagine dei quotidiani dove esperte e opinioniste hanno voluto dire la loro. Come Emanuela Valente, giornalista e fondatrice dell'osservatorio sui femminicidi, che in quanto donna ha spiegato a Repubblica che quella del comico romano non è uno sfogo, ma violenza mediatica. 

 

"Da oltre dieci anni mi occupo di violenza contro le donne", ha spiegato a Valentina Ruggiu che l'ha intervistata, "e nel tempo mi sono dedicata anche ai figli portati via da uomini denunciati per violenza. Figli sottratti alle madri anche nel cuore della notte, con irruzioni dentro casa, proprio dopo una Ctu, che è lo stesso strumento invocato da Battista per l'ex moglie. Sono donne che quasi mai vengono credute se non hanno prove in mano, nemmeno dai media, perché se a una donna viene tolto un figlio deve per forza aver fatto qualcosa di grave. Per un uomo famoso invece basta un video pubblicato sui social per avere tutta l'attenzione possibile ed essere creduto". Per Valente quello del comico romano è "il racconto di una verità parziale. Un attacco preciso che contiene offese e minacce nei confronti dell'ex moglie, del suo nuovo compagno e di chiunque, anche sotto al video, abbia provato a fargli notare che stava sbagliando i toni". Emanuela Valente fa notare inoltre che Maurizio Battista dice di agire nel bene della figlia, "ma in realtà facendo così l'ha esposta pubblicamente con nome e cognome su un contenuto che quando sarà più grande potrà rintracciare online".