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Gianni Agnelli, i quadri "segreti"? Esplode lo scontro tra John Elkann e governo

martedì 12 settembre 2023

2' di lettura

È caccia ai quadri scomparsi dell’eredità di Gianni Agnelli e Marella Caracciolo. La questione finisce addirittura davanti al Tar del Lazio. D'altronde della collezione d’arte che fu dell’Avvocato esiste un vero e proprio elenco pubblico presso il ministero della Cultura. Si tratta - spiega Milano Finanza - delle cosiddette opere "notificate", quelle dichiarate di interesse nazionale e quindi sottoposte a determinate regole sulla tracciabilità della proprietà, del luogo di detenzione e sul permesso di importazione ed esportazione.

Eppure il caso non fa giù a John Elkann e ai fratelli Lapo e Ginevra che credono che i documenti accessibili a tutti violino la privacy e i diritti di proprietà degli eredi. Motivo per cui i tre hanno presentato un ricorso contro l’accesso agli atti che il ministero guidato da Gennaro Sangiuliano ha concesso a un giornalista di Report. Intanto è attesa per martedì 12 settembre l'udienza davanti alla seconda sezione del Tar del Lazio. Un'udienza che potrà avere risvolti inaspettati. Le notifiche sulle proprietà e i luoghi di deposito e trasferimento delle opere d’arte potrebbero infatti aiutare a far luce sul giallo.

Margherita Agnelli de Pahlen, figlia dell’Avvocato - nella causa avviata a Torino contro i suoi tre primi figli - si dice certa che nell’inventario dei beni ereditari non comparirebbero alcuni preziosi quadri. Tra questi "Glacons, effet blanc" di Claude Monet, "Study for a Pope III e IV" di Francis Bacon, "Torse de femme" e "Series of Minitaur 4 engravings signed" di Pablo Picasso, "Mistery and Melancholy of a Street" di Giorgio De Chirico e chi più ne ha più ne metta. 

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Questi ultimi sarebbero spariti dalla casa romana dell’Avvocato e da Villa Frescot a Torino. Così si è aperta una faida familiare: da una parte Margherita che ha presentato una querela alla procura di Milano per l’ipotesi di furto, dall'altra gli avvocati dei tre Elkann convinti che alcuni dipinti sarebbero stati venduti tanti anni fa dal nonno, mentre gli altri non sarebbero stati di Gianni ma direttamente di e Marella Caracciolo. Ora la palla passa al Tar. 

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