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Chiara Ferragni, la bambola Trudi? "Noi estranei alla beneficenza"

mercoledì 24 gennaio 2024

Chiara Ferragni

2' di lettura

Ancora guai per Chiara FerragniTrudi, l'azienda di peluche e giocattoli, si è dichiarata "estranea a qualsiasi attività di beneficenza o altra iniziativa sviluppata autonomamente da Tbs Crew - Chiara Ferragni". Il riferimento è alla bambola dell'influencer lanciata sul mercato nel 2019 con scopi benefici. L'azienda, inoltre, ha chiarito che "il packaging e la bambola stessa non hanno mai riportato alcuna comunicazione riferente ad azioni di beneficenza o altro". Il caso della bambola ora si aggiunge a quelli del pandoro e delle uova di Pasqua: per tutte e tre le operazioni l'imprenditrice digitale risulta indagata dalla Procura di Milano con l'accusa di truffa. 

La versione di Trudi risulta essere molto diversa da quella della Ferragni: l'azienda, in poche parole, ha spiegato di aver realizzato solo la bambola, senza aver mai partecipato ad alcuna iniziativa benefica. In particolare, come si legge in una loro nota, la precedente gestione dell'azienda era stata contattata nel 2018 dalla società Tbs Crew esclusivamente per la produzione della bambola. Di qui l'eventuale autotutela: Trudi, infatti, "si riserva di intraprendere eventuali azioni legali qualora si riscontrasse un proseguo di notizie errate e fuorvianti a danno del marchio stesso".

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La bambola in questione era una Trudi-Limited Edition che - come ricorda il Corriere della Sera - all’epoca venne presentata così: "Abbiamo deciso di creare un’edizione limitata della Chiara Ferragni Mascotte: si vende ora su The Blonde Salad e tutti i profitti andranno a Stomp out bullying, un’organizzazione no profit per combattere contro il cyberbullismo, un argomento molto vicino al mio cuore". In realtà poi la Ceo e fondatrice di Stomp Out Bullying, Ross Ellis, ha rivelato prima in un’intervista al settimanale Dipiù e poi a Zona Bianca su Rete 4, che l’associazione non avrebbe mai ricevuto alcun contributo. La Ferragni, invece, in un comunicato aveva dichiarato che "i ricavi derivanti dalle vendite di tale bambola avvenute tramite l’e-commerce The Blonde Salad, al netto delle commissioni di vendita pagate da Tbs al provider esterno che gestiva la piattaforma e-commerce, sono stati donati all’associazione Stomp Out Bullying nel luglio 2019".

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