Diavolo di un Piero Sansonetti, mai come adesso sente nostalgia degli anni del “movimentismo”.
Ieri sull’Unità, giornale di cui è direttore dopo il ritorno in edicola del fu quotidiano del Pci, a proposito del “caso Salis” il giornalista - che grida l’innocenza della 39enne lombarda detenuta in Ungheria - ha detto la sua, nell’editoriale in cui denuncia le «torture nelle prigioni europee», a proposito dei capi di imputazione a carico di Salis.
«È accusata di aver tirato un paio di cazzotti a un nazista che inneggiava alle SS e alla Gestapo (...). Anch’io, se incontro un nazista che inneggia alle SS gli tiro un pugno sul naso. Se ci riesco anche due».