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Vittorio Sgarbi malato, il messaggio di Vittorio Feltri: "In quel buco nero ci sono stato, fu un dramma"

sabato 15 marzo 2025

2' di lettura

La depressione rivelata da Vittorio Sgarbi ha sorpreso tutti, anche l'amico Vittorio Feltri. È lui a raccontare che il critico d'arte in questa difficile battaglia non è solo: "Ne ho sofferto anch’io. Dunque non mi sorprende il calvario che hai passato, lo smarrimento, la confusione. Quel buco nero dove ti infili come un calzino spaiato e non vorresti uscire più. Dare consigli non si può, è da stolti solo pensarlo. Ogni depressione è una storia a sé", racconta il direttore editoriale del Giornale.

Sulle colonne de Il Tempo Feltri ha voluto raccontare la sua personalissima esperienza. Un'esperienza ormai passata: "Ero già giornalista affermato. Già padre di famiglia. Erano gli anni dell’Indipendente. Non avevo motivi apparenti per non stare bene con me stesso o non sentirmi appagato". Eppure, "al momento di mettere piede in redazione trovai lo sfascio". A quel punto "provavo a rimboccarmi le maniche ma mi sentivo un burattino nelle mani di un destino ignoto. L’idea della depressione non mi sfiorava nemmeno". Poi però qualcosa è cambiato: "Se stavo in piedi, volevo sdraiarmi in un letto. Se mi coricavo a letto, anelavo solo ad alzarmi e andarmene via. Anche quando ero lontano mi sentivo angosciato, non capivo chi fossi, in preda com’ero alla confusione più totale".

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Da lì l'idea di sottoporsi a un ricovero nella clinica di Appiano Gentile dove rimase una decina di giorni. "Mi fecero tutti gli esami del caso e mi ribaltarono come un abito sgualcito. Dopo una sfilza di accertamenti forzati arrivò il verdetto: 'Lei non ha niente, signor Feltri, è sano come un pesce'". La vera svolta però "arrivò col dottor Crosina, psichiatra bravissimo, un luminare nel suo campo. La prima cosa che mi disse fu questa: 'Lei Feltri non sarà mai un allegrone, quindi si metta il cuore in pace'. Appurato questo, mi diede qualche consiglio pratico e un paio di pastiglie che presi per 15 giorni consecutivi. Mi rimisi in piedi e non ricaddi più nel baratro". 

Per l'Organizzazione Mondiale della Sanità la depressione è la malattia del secolo e nel 2050 sarà la seconda causa di disabilità del mondo. Da qui dunque la richiesta di Feltri, ossia "che il problema fosse preso sul serio. Tornando invece a te, caro Sgarbi, ti stringo in un abbraccio forte, ansioso di rivederti presto in tivù a lanciare una delle solite intemerate contro il mondo sciatto, e a sminuzzare l’ennesima capra da salotto. In fondo, se ci pensi bene, è l’ignoranza il vero male. E quella non si vince neppure con una pasticca".

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