Sbaglia chi considera Leone XIV l'anti-Trump. Perché "un Papa viene scelto come uomo di Dio, di preghiera. Sarebbe assurdo pensare che un Papa venga eletto per bilanciare un leader politico: il suo pontificato ha una portata ben più profonda e universale. Non abbiamo pensato a un argine a Trump. E poi, Trump resterà in carica 4 anni, Leone XIV in teoria molto di più". Le parole sono del cardinale Jean-Claude Hollerich, arcivescovo di Lussemburgo, intervistato da La Stampa.
Il monsignore prova ad anticipare le linee del prossimo Pontificato: Robert Prevost "andrà avanti" sulla linea dell'apertura alle coppie omosessuali, "magari con qualche modifica. Continuerà a predicare una Chiesa aperta a tutti". Il cardinale Hollerich, relatore generale del Sinodo dei vescovi, si dice anche convinto che Leone XIV non fermerà neanche "la valorizzazione delle donne, affidando loro incarichi apicali". Ma sul sacerdozio "dovrà essere prudente altrimenti si rischia una spaccatura terribile". Qualcuno non a caso, anche alla vigilia del Conclave, parlava di rischio scisma.
Nessun dubbio invece sulla pace: "La sua condanna della guerra è fortissima e necessaria. La guerra non è un gioco. Ogni giorno muoiono persone. E' scandaloso che il mondo sembri accettare questa realtà".
Il nome di Prevost è emerso un po' a sorpresa. Non era lui il favorito, in seconda fila dietro papabili molto quotati come il cardinale italiano Parolin e quello filippino Tagle. Poi, in Cappella Sistina, il colpo di scena. "Abbiamo lavorato bene - spiega monsignor Hollerich nell'intervista a proposito del Conclave -. E i tempi brevi ne sono la prova. C'è stato un clima di preghiera, di rispetto reciproco e di sincera ricerca del bene della Chiesa. C'era chiarezza su ciò che era necessario in questo momento storico. La figura di Prevost ha raccolto ampio consenso grazie al suo equilibrio, la sua spiritualità, la competenza pastorale e un radicamento profondo nella linea tracciata da Papa Francesco, pur con la sua personalità originale". La politica, insomma, non c'entra. Anche perché, sottolinea, "il suo pontificato ha una portata ben più profonda e universale" di qualsiasi leader "mondano". Prevost "è anche statunitense, certo, oltre che peruviano. Ma sarebbe assurdo pensare che un Papa venga eletto per bilanciare un leader politico".
Leone XIV, fin dal suo saluto al mondo dalla loggia centrale della basilica di San Pietro, ha pronunciato con forza la parola Sinodo. "Un segnale bellissimo. Credo che Leone XIV sia convinto che la Chiesa e la sinodalità siano inseparabili. Non si può immaginare una Chiesa che non sia sinodale", prosegue Hollerich, secondo cui "occorre una Chiesa in cui si ascoltano i laici e le donne per le decisioni da prendere. Serve una maggiore corresponsabilità tra gerarchie e popolo nell'orientamento della Chiesa. Un vescovo deve saper ascoltare la sua gente". Un tema che si lega anche alla apertura al mondo Lgbtq+ tracciata da Francesco con la dichiarazione Fiducia supplicans, che permette la benedizione delle coppie dello stesso sesso. "Fiducia supplicans è un documento del Dicastero per la dottrina della fede, dunque un atto ufficiale della Chiesa. È molto difficile che l'insegnamento venga rimosso. Potrebbe essere riadattato, ma non annullato - conclude il cardinale lussemburghese -. Questo non significa approvare l'omosessualità, ma affermare che ogni essere umano è amato da Dio. E credo che il Papa continuerà su questa strada". Come detto, altro discorso è il sacerdozio femminile: "L'accesso delle donne all'ordinazione è un tema delicato. Ricevo spesso richieste da donne della mia diocesi. Ma bisogna essere prudenti per non mettere in pericolo l'unità della Chiesa. Si rischiano spaccature, lacerazioni insanabili".