"Mi rifiuto di accettare il contraddittorio su questi elementi perché noi dobbiamo essere seri, abbiamo una responsabilità nei confronti di chi sta a casa e non possiamo rovesciare sull'opinione pubblica un mare di notizie incredibili...": Simonetta Matone, magistrata e deputata della Lega, lo ha detto nello studio di Nicola Porro a Quarta Repubblica su Rete 4, rispondendo alle dichiarazioni di Massimo Lovati, avvocato di Andrea Sempio, nuovo indagato per il delitto di Garlasco, ovvero l'uccisione della 26enne Chiara Poggi nel 2007. Un omicidio per il quale è stato condannato solo l'ex fidanzato della vittima, Alberto Stasi.
"Non riesco nemmeno a capire qual è l'assunto difensivo, dove vuole arrivare a parare l'avvocato Lovati? - ha proseguito Matone -. Se vuole proteggere Sempio la linea difensiva forse dovrebbe essere leggermente diversa e di più non dico". "Io non ho detto che Alberto Stasi è complice - ha replicato quindi il legale, in collegamento con la trasmissione -. Alberto Stasi è una vittima come la sua fidanzata, non è complice".
"Alberto Stasi non dice delle bugie per coprire se stesso, ma per coprire i veri mandanti di questo omicidio, questa è la mia idea - ha proseguito Lovati -. La letteratura criminologica quando c'è un delitto in assenza di movente, come in questo caso, ricorre per esclusione alla figura del sicario che è un professionista mandato da chi vuole sopprimere una persona perché è diventata scomoda". Secondo l'avvocato di Sempio, "Alberto non entrò mai in quella casa", "copriva gli altri assassini, è una pedina". "Ma si è preso 16 anni di carcere", gli ha fatto notare Porro. "Cosa c'entra? Prendere 16 anni di carcere è meglio che finire sotto terra come la sua fidanzata", ha risposto lui.
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— Quarta Repubblica (@QRepubblica) May 26, 2025