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Ilaria Salis, la lezione dello storico difensore di Enzo Tortora: "Mancanza di dignità"

di Giovanni M. Jacobazzi giovedì 19 giugno 2025

4' di lettura

«Chiedere, addirittura con un “video -appello”, che non gli venga revocata l'immunità mi sembra una mancanza di dignità assoluta», afferma l’avvocato Raffaele Della Valle, storico difensore di Enzo Tortora, il quale pur essendo europarlamentare nel 1985 si era dimesso per andare a scontare gli arresti dopo la condanna di primo grado, poi annullata in appello.

Avvocato Della Valle, come giudica la decisione della parlamentare di Avs?
«Questa donna si è sempre assurta a paladina dei diritti dei cittadini. Ora invece fa un’autorete incredibile. Non scappi ed affronti il processo con dignità. Ma evidentemente siamo lontani anni luce dalla dignità che aveva dimostrato Tortora nella sua storia giudiziaria. L’atteggiamento della Salis è tipico, nella sua contraddizione, di quelle persone che predicano bene e razzolano male. Molto male».

La Salis va dicendo in giro che i giudici ungheresi sono prevenuti nei suoi confronti e che quindi la condanna è certa.
«Ma per favore. Premesso che io all’epoca mi spesi affinché venisse processata con tutte le garanzie, dopo il clamore mediatico che ha accompagnato la sua vicenda difficilmente il dibattimento potrebbe essere celebrato senza rispettare i canoni dello Stato di diritto. Si difenda nel processo e non fuori di esso».

Ci sono differenze con Tortora?
«Ma certo. Tortora non aveva fatto nulla. Nel caso di Salis il fatto c'è (il pestaggio di alcuni manifestanti di destra, ndr) e si tratterà ora di giudicarlo».

Altra epoca, si dirà. Non ci sono molti Tortora in giro.
«Purtroppo è così. Era un mondo diverso. La mancanza di dignità ormai è costante. La gente sta perdendo i valori fondamentali. Tortora non è andato in politica per fuggire o per fuggire dal processo. Lui ha rappresentato pienamente il Parlamento europeo e nel momento in cui la sentenza di primo grado che lo condannava a dieci anni fu depositata diede subito le dimissioni. Ma c’è di più: il Parlamento europeo aveva anche votato contro le dimissioni che lui aveva rassegnato».

Come vede l’atteggiamento di Bruxelles nei confronti di Salis?
«Noto un certo "traccheggiare" del Parlamento. Mi sembra si stia facendo troppa melina prima di decidere. È un ritardo un po’ sospetto. Ancora una volta sembra prevalere la politica, ma quella più degradante».

Cosa le è rimasto più impresso del processo a Tortora?
«Il decoro e la fermezza con cui rispondeva alle domande in Aula. Un modo, vorrei dire, quasi antipatico, indisponente agli occhi dei magistrati. Ma perché aveva il coraggio della sua innocenza. Lui sfidò i magistrati nonostante la tragedia che stava vivendo e nonostante la malattia che stava avanzando. Aveva una fortissima fiducia nella giustizia. La sua non era mai una critica distruttiva ma una battaglia, insieme a noi, per i diritti di tutti i cittadini. Questa è stata la sua vera forza».

Si sente di criticare la magistratura?
«Io critico i magistrati che sono sulla linea oltranzista. Quelli che scendono dalle scale del palazzo di giustizia con la Costituzione in mano e con i cartelli. Io vorrei che questi magistrati alzassero meno cartelli e aprissero di più i loro cervelli».

Cosa gli direbbe?
«Cercherei di convincerli che le nostre proposte sulla riforma della giustizia, ad iniziare dalla separazione delle carriere fra pm e giudici, sono proposte serie e non una difesa di privilegi corporativi come fanno loro. Loro vogliono mantenere intatto quello che c’è. Io vorrei dimostrargli che la loro asserita indipendenza che assumono di avere avuto e che temono di perdere è una finzione».

Ad esempio?
«Vorrei chiedere a questi magistrati, con tutto il rispetto, ma siete proprio sicuri di essere indipendenti? Veramente pensate di avere avuto indipendenza sempre nel corso degli anni? Ma non vi dice niente il famoso "porto delle nebbie che è durato anni presso una Procura della Repubblica più importante d’Italia? Non vi dice niente l'iniziativa che hanno assunto certi vostri colleghi durante il G7 di Napoli nei confronti del presidente di Consiglio? E la storia di Mani pulite? Non vi dice niente quanto accaduto a Luca Palamara? Una vicenda chiusa così in fretta e furia prevedendo lui come capro espiatorio?».

Parafrasando un noto cantante bisogna fare entrare “l'aria pura, limpida e serena” di una giustizia nuova, di una giustizia credibile, di una giustizia che finalmente realizza il principio del giusto processo.
«Esatto. Tutti cittadini dovrebbero essere concordi di ciò. Mio padre era un magistrato e si immagini se i magistrati possono essere il mio avversario. Il problema è che adesso la giustizia si è “landinizzata”».

Si riferisce al segretario generale della Cgil, Maurizio Landini?
«Certo. Landini fa politica e lo stesso fanno alcuni magistrati. Lascino allora la toga e si presentino anche loro alle elezioni».

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