Mauro Corona sorprende tutti. All'età di 74 anni lo scrittore e alpinista non perde di vista le sue passioni e allora eccolo a penzoloni sulle sue amate rocce di montagna. Alcuni scatti infatti lo ritraggono aggrappato alle rocce che fanno da percorso alla ferrata delle Aquile in Paganella. Non è la prima volta per lui. L'ospite fisso di È sempre Cartabianca ha infatti aperto oltre 300 vie di arrampicata – la prima risale all’agosto del 1963 – soprattutto tra le rocce delle Dolomiti friulane. Sulla ferrata delle Aquile Corona ci è arrivato grazie alla partecipazione al Mountain Future Stories tra Andalo e Molveno, promosso dal Fai e dall’Azienda per il Turismo Dolomiti Paganella. Con lui l'amico Franco Gionco.
Tempo fa al Corriere della Sera l'alpinista aveva ripercorso alcuni fatti più o meno noti della sua vita. Come i numerosi processi che lo hanno visto protagonista. "Una quindicina. Tre per bracconaggio, due per ubriachezza molesta, uno per bestemmie in luogo sacro e uno per sequestro di persona, vado a memoria".
Su uno in particolare si era soffermato: "Ero giovane e bevevo tanto. Decisi che la notte di Natale avrei portato in chiesa un ateo. Ma lui non ci voleva venire. Lo trascinai dentro a forza e mi misi a bestemmiare. D’altra parte, portando un ateo in chiesa avevo fatto opera buona secondo i preti, no? Ma il processo più grave fu quello per danneggiamento ai beni dello Stato e terrorismo". Il motivo? "Da queste parti negli Anni Ottanta vinceva sempre la Dc, io ero di sinistra e così lanciai delle molotov nelle urne. Avevo la tessera di Rifondazione comunista".