Botta e risposta a In Onda, dove Marianna Aprile interviene sul dibattito attorno alle parole di Liliana Segre e replica a Rula Jebreal. Per la giornalista palestinese, la superstite dell'Olocausto non ha parlato esplicitamente di genocidio a Gaza. Un appunto che non va giù alla conduttrice di la7. "Nel suo pensiero non c’è nessuna zona grigia. Il suo è un discorso chiarissimo sull'uso della parola 'genocidio'. Chi ha una storia come la sua ha il diritto di usare termini forti, anche se parole come 'genocidio' possono essere facilmente strumentalizzate contro gli ebrei o la religione ebraica". "Però Marianna...", cerca a quel punto di interromperla la Jebreal. "No, no...", la ferma immediatamente la conduttrice.
Poco prima la Jebreal aveva detto che "questi militari israeliani usano il cibo come una trappola mortale. Invitano i palestinesi ad andare a ritirare il cibo, in tutta Gaza ci sono solo 4 postazioni per distribuire il cibo. Quando arrivano queste persone iniziano a sparargli addosso". Un esempio? "C'era un bambino di 6 anni di nome Amir. Il colonnello l'ha chiamato, lo ha fotografato, gli ha stretto la mano e ha visto che aveva un pacchetto piccolino di riso e di lenticchie. Ha visto che era affamato, era scalzo, era vestito in maniera molto povera ed era sporco. Nonostante questo bambino ha baciato la mano al colonnello e subito dopo l'esercito israeliano ha giustiziato questo bambino dentro questo sito".
Da qui il passaggio sulla Segre: "Liliana Segre è diventata senatrice della Repubblica italiana, la stessa nata dalla Resistenza. Non capisco come fa a non vedere il colonialismo e il suprematismo israeliano".
Qui il botta e risposta Aprile-Jebreal su Liliana Segre a In Onda