Papa Leone nella sua prima intervista ha espresso una posizione chiara, ma attendista, sulla guerra tra Israele e Hamas: "Ufficialmente, la Santa Sede non ritiene che al momento si possa rilasciare alcuna dichiarazione al riguardo", afferma nel libro-intervista che esce oggi in Perù (Penguin), in merito alla parola genocidio che "viene utilizzata sempre di piu'" riguardo ai Gaza.
"Esiste una definizione molto tecnica di cio' che potrebbe essere un genocidio. Ma sempre più persone stanno sollevando la questione, tra cui due gruppi per i diritti umani in Israele che hanno rilasciato questa dichiarazione", aggiunge. Ma a quanto pare le parole del Papa non sono piaciute al professor Piergiorgio Odifreddi che in questi giorni è già finito in mezzo alla bufera per le sue parole su Trump, Martin Luther King e Charlie Kirk.
Il prof interviene e afferma: "Ma cosa vuole che dica la Santa Sede? In fondo i palestinesi vengono da decenni martoriati da Israele usando come pretesto anche quello che c'è scritto nella Bibbia, testo sacro anche dei Cattolici. Basta leggere il libro di Giosuè, che segue il Pentateuco: lì si racconta come il cosiddetto popolo eletto si impossessò della Terra Promessa. Ma quella terra era già abitata da undici popolazioni. E cosa ordina Dio, secondo la Bibbia? Di massacrarle tutte: uomini, donne, bambini. Attenzione, non è una mia libera interpretazione, è scritto nero su bianco. Il Signore ordina al popolo d’Israele di conquistare la Terra Promessa e di sterminare – testualmente – "tutto quanto era nella città: uomini e donne, giovani e vecchi, buoi, pecore e asini, passarono a fil di spada", afferma in un'intervista a Fanpage.
E ancora: "Il Papa è prigioniero della sua stessa tradizione. Avrebbe potuto, in teoria, emanciparsi dal Vecchio Testamento, prenderne le distanze. Alcuni cristiani dei primi secoli, come il vescovo Marcione, lo avevano proposto: basta con quella 'vecchia novella', fatta di un Dio sanguinario e antropomorfo, teniamoci solo il Vangelo. Ma la Chiesa bollò Marcione come eretico. Da allora, il cristianesimo ha deciso di portarsi dietro tutta quella zavorra, e anzi l’ha usata: basti pensare alle conquiste delle Americhe o dell’Oceania, fatte piantando croci accanto alle bandiere. Quindi oggi, Leone XIV non può che muoversi con cautela". Infine il paragone con Francesco: "Sì, Francesco parlava chiaro, prendeva posizione. Era diventato una figura politica, quasi indipendente dal suo ruolo religioso. Leone XIV, invece, appare molto più prudente: un colpo al cerchio e uno alla botte. Così perde credibilità. È pilatesco, diciamolo pure: se ne lava le mani". E un'altra polemica è servita.