A Otto e Mezzo, talk di approfondimento politico preserale di La7, Lilli Gruber commenta l’abbordaggio della Flotilla da parte della Marina israeliana, ancora in corso e destinato a durare ore. La giornalista sottolinea il silenzio della Presidente del Consiglio Giorgia Meloni in una situazione così grave e auspica che il ministro degli Esteri Antonio Tajani riferisca in Parlamento e convochi l’ambasciatore israeliano a Roma, definendo questa azione “il minimo sindacale”. Gruber dice: “Colpisce il silenzio del presidente del Consiglio Giorgia Meloni, in una situazione così allarmata e allarmante come quella di queste ore forse una parola di Meloni sarebbe importante”. Eppure, Meloni ha dichiarato senza soluzione di continuità sulla vicenda. Mistero...
Le fa eco Cathy La Torre, avvocato che assiste la Flotilla diretta a Gaza: “Ci dovevano essere i governi lì e perché adesso questi non fanno altro che stigmatizzare l'opera di giovani, anziani, persone di 70 anni, persone della società civile che hanno detto basta. È come se avessero detto a Rosa Parks di andarsi a sedere all’ultima fila, a Gandhi o Martin Luther King di fermarsi, di non fare le manifestazioni di Selma. Un giorno diremo grazie a queste persone che si sono ribellate. Nel frattempo, però, questo governo le sta attaccando ed è una vergogna, io mi vergogno”. L’avvocato ha sottolineato l’assurdità di stigmatizzare un’iniziativa civile che mira a sostenere i diritti umani e la solidarietà internazionale.
Sempre secondo La Torre, i governi accusano la Flotilla di qualsiasi male per coprire la loro paura, ignorando il contributo positivo dell’azione di circa 500 persone impegnate nella missione. La legale evidenzia come l’iniziativa rappresenti un impegno della società civile e non un atto politico contro uno Stato.
Anche la politologa Nadia Urbinati, in collegamento da New York, si accoda al “je accuse” contro Giorgia Meloni, stavolta criticando proprio le sue parole: “Faziosa, conoscendola ha sempre qualche parola di troppo quando parla in veste ufficiale. Comincia in maniera blanda, parlando di responsabilità, poi è come se scattasse il pilota automatico e accusa queste persone di essere responsabili di un possibile caso diplomatico e che a loro non interessa il destino del popolo palestinese”. La Urbinati ha sottolineato come le parole della presidente del Consiglio possano accentuare tensioni politiche e diplomatiche. Secondo la politologa, infine, questo approccio rischia di polarizzare ulteriormente il dibattito nazionale su iniziative internazionali e missioni umanitarie come la Flotilla. Cala il sipario sul surreale e pregiudiziale processo al premier.