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Il generale Usa che sul Vietnam aveva capito tutto

Ridgway venne incaricato di valutare un ipotetico intervento dell’America in quella parte di territorio che dal 1858 era stato denominato Indocina Francese, comprendendo gli attuali Birmania, Cambogia, Laos, Thailandia e, soprattutto, Vietnam
di Sergio De Benedetti martedì 11 novembre 2025

2' di lettura

Il generale americano Matthew Bunker Ridgway era nato a Fort Monroe, Virginia, il 3 marzo 1895 e durante la seconda guerra mondiale si era particolarmente distinto negli sbarchi Alleati in Sicilia e in Normandia. Tra i protagonisti della Guerra in Corea, nel dicembre 1950 prese il comando dell’VIII Armata in sostituzione del generale Walton Harris Walker, deceduto in un incidente stradale. Dopo l’intervento della Cina Popolare, Ridgway ebbe la capacità di arretrare con ordine sul fronte difensivo fino ad arrivare al 38° parallelo, assumendo il comando Supremo delle Forze Alleate al posto del generale Douglas Mac Arthur e conducendo una strategia molto efficace fino alla soluzione politica delle due Coree, tuttora esistente. Comandante Supremo delle forze Nato in Europa, dal 1953 al 1955 fu Capo di Stato Maggiore dell’Esercito al posto del generale Joseph Lawton Collins.

Tenuto in alta considerazione dall’ex generale Dwight D. Eisenhower divenuto nel frattempo Presidente degli Stati Uniti il 20 gennaio 1953, Ridgway nel luglio 1954 venne incaricato proprio dal Presidente di valutare un ipotetico intervento dell’America in quella parte di territorio che dal 1858 era stato denominato Indocina Francese, comprendendo gli attuali Birmania (ora Myanmar), Cambogia, Laos, Thailandia e, soprattutto, Vietnam: dopo aspre battaglie culminate con la disfatta di Dien Bien Phu infatti, le truppe francesi avevano abbandonato in tutta fretta l’Indocina ai primi di maggio del 1954.

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Il Rapporto di Ridgway fu impietoso circa le pericolose implicazioni di una operazione bellica che, inevitabilmente, avrebbe coinvolto anche la Cina Popolare, con l’accorato appello finale di non far intervenire gli Stati Uniti quale unico baluardo occidentale al posto della Francia ovvero, al limite, di utilizzare un esercito interforze coordinato dalle Nazioni Unite. Per rendere meno offensiva la presenza cinese, il Generale propose ad Eisenhower di esaminare politicamente l’ingresso nell’Onu proprio della Cina Popolare in sostituzione di quella di Chiang Kai-Shek, evento che invece si realizzerà soltanto il 25 ottobre 1971. Come tutti sappiamo, furono accolte invece le istanze avanzate dall’ammiraglio Arthur William Radford e dal generale William Childs Westmoreland, convinti di stracciare in poco tempo un esercito disposto con “archi e frecce”. Andato in pensione a fine 1955, Ridgway morì quasi centenario a Pittsburgh (Pennsylvania) il 26 luglio 1993, più che in tempo per constatare come le sue impressioni fossero state giuste.

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