“C’è un’esasperazione ridicola. Non contestano gli errori, chessò, sull’economia. Le dicono: ‘Fascista’. Fanno così e le fanno un favore": Massimo Giletti, intervistato da Salvatore Merlo sul Foglio, lo ha detto a proposito dell'atteggiamento di alcuni suoi colleghi conduttori e giornalisti nei confronti della premier Giorgia Meloni. Poi ha aggiunto: "Quello che tutti capiscono è che la prima a non sopportare l’estremismo di destra è la Meloni. Sa benissimo che i rigurgiti fascisti la danneggiano, è la prima nemica di quella roba. Ed è chiaro che si è spostata al centro”.
Quando gli è stato chiesto se sia di destra soprattutto perché considerato amico del vicepremier e leader della Lega Matteo Salvini, lui ha risposto: “La ripetono sempre questa cosa. Lo conosco da una vita, Salvini. È vero. Da quando era consigliere comunale a Milano. Quando lavoravo a La7 lo ospitavo spesso. Ma questo non significa che sono schierato, io sono un battitore libero. E a volte mi metto nei guai per questo".
Parlando del suo modo di fare tv, invece, Giletti ha spiegato: "Riconosco di essere vicino allo stile di Michele Santoro, in tv. Anche se il mio maestro è Giovanni Minoli. Perché da lui ho imparato che le immagini contano più dello studio televisivo. La tv non è fatta di parole, non è la radio, ma è quello che vedi”. Quando Merlo gli ha domandato se si sia mai pentito di qualcosa, il conduttore ha ammesso: "Sì. Qualche volta ho alzato troppo l’indice della mano indicando qualcuno o qualcosa. Un colpevole. Me l’ha detto anche Minoli. Credo di avere contribuito, talvolta, ad appiattire il discorso pubblico sull’antipolitica. Ne sono consapevole. A me l’uno vale uno non piace, però forse l’ho assecondato”.
Spazio anche al suo programma, Lo Stato delle Cose in onda su Rai 3. "La trasmissione va molto bene, e non era affatto scontato - ha detto -. Devo ringraziare anche le persone interne alla Rai che ho incontrato nel mio percorso”. Sulla presunta esistenza di TeleMeloni, ha smontato una per una le critiche della sinistra: “Se per TeleMeloni si intende che non c’è spazio per altre opinioni, non è così. Io invito chi voglio, quando voglio. Da me c’è spesso Santoro, per esempio, che non è precisamente un meloniano”.
Infine, sulla segretaria del Pd Elly Schlein ha affermato: "Penso che tenere insieme quel partito non sia banale. Dodici, tredici correnti. Un equilibrio complicato. Il suo limite però è strategico, secondo me. Se vuoi vincere, devi stare più al centro che a sinistra. Meloni, per esempio, lo ha capito benissimo".