Prendete un foglio ed iniziate ad appuntarvi qualche cifra. La prima è 777 miliardi, che non è un numero esoterico ma il nuovo debito accumulato dall’Italia in 11 anni. La seconda è 406 miliardi, che è la crescita della spesa assistenziale a carico della fiscalità generale tra il 2008 e il 2021. L’ultima, forse quella più impressionante, è 12 milioni, che sono gli italiani che vivono a sbafo dei (pochi) contribuenti che pagano le tasse e alimentano il nostro generosissimo (checchè se ne dica) sistema di welfare.
Con tanto bendi Dio, penserete voi, gli italiani possono pasteggiare a caviale e champagne, o ostriche e prosecco per chi preferisce i prodotti nostrani. E invece, il numero di persone in povertà assoluta, malgrado l’abolizione della categoria decretata dall’allora grillino Luigi Di Maio nel 2018, è passato dai 2,113 milioni del 2008 ai 5,6 milioni del 2021, mentre quelle in povertà relativa sono balzate da 6,5 a 8,8 milioni. Già, per quanto possa sembrarvi strano girovagando per il monumentale decimo rapporto sul “Bilancio del Sistema Previdenziale italiano Andamenti finanziari e demografici delle pensioni e dell'assistenza per l'anno 2021” stilato dal Centro studi e ricerche Itinerari previdenziali, fondato e animato dall’economista Alberto Brambilla, si scopre che il nostro sistema di protezione sociale, pagato a caro prezzo, ha trascinato il Paese verso il basso, deprimendo la produttività del lavoro, facendo stagnare i salari, ostacolando la creazione di ricchezza e diffondendo l’idea che alla fine, spremendo un po’ il ceto medio e giocando con il debito pubblico, ci siano sempre soldi a sufficienza per tutti.
SPESA ASSISTENZIALE
Basta guardare la spesa assistenziale dell’Inps negli ultimi anni per rendersi conto di cosa è successo. Nel 2011 il denaro trasferito dallo Stato, a carico della fiscalità generale, alla Gestione interventi assistenziali dell’Inps (Gias), era di 83 miliardi. Da allora l’asticella non ha mai smesso di crescere. E, grazie ad un bel balzo provocato dall’introduzione del reddito di cittadinanza e, ovviamente, anche dagli aiuti erogati dalla pandemia, la cifra è arrivata a 144 miliardi. Livello che è curiosamente rimasto immutato tra il 2020, quando infuriava il Covid e il Pil è sceso del 9%, e il 2021, quando il virus ha allentato la presa e l’economia italiana è cresciuta del 6,7%. A dimostrazione del fatto che i sostegni sono facili da introdurre, ma quasi impossibili da togliere.
All’interno di quei 144 miliardi, che valgono l’8,12% del pil e superano la spesa sanitaria, c’è di tutto. Non solo la paghetta grillina, che si mangia circa 8,5 miliardi l’anno. La fetta principale della torta è quella che riguarda l’assistenza previdenziale, che ammonta complessivamente nel 2021 a 84 miliardi. In questa somma c’è anche lo zampino di Quota 100, che aumentato gli oneri, ma una buona parte della somma deriva dall’incredibile esercito di pensionati che non hanno versato i contributi. Sommando i beneficiari delle prestazioni totalmente e parzialmente assistite, il totale è di 7 milioni di pensionati, pari al 44% dei circa 16 milioni di pensionati. «Fa oggettivamente riflettere che in un Paese appartenente al G7 come l’Italia», si legge nel rapporto, «ci siano 7 milioni di soggetti che in 65/67 anni di vita non sono riusciti a versare neppure 15 anni di contributi regolari e che costano circa 26 miliardi».
CHI VIVE A SBAFO
Ma non è finita, perché aggiungendo le integrazioni al minimo, i percettori di reddito e pensione di cittadinanza, i lavoratori che hanno usufruito della Cig e quelli che hanno incassato l’indennità di disoccupazione si arriva alla cifra che abbiamo indicato all’inizio. «In pratica», scrivono gli esperti di Itinerari Previdenziali, «tra pensionati e lavoratori attivi abbiamo dato assistenza a circa 12 milioni di connazionali, una situazione che ha costi insostenibili per la fiscalità generale e che limita fortemente lo sviluppo del Paese». Chi paga? A coprirei 517 miliardi di spesa per la protezione sociale, mettendo insieme pensioni, sanità e assistenza, ci pensa prevalentemente il 12,99% dei contribuenti sopra i 35mila euro di reddito. Sui circa 555 miliardi di entrate al netto dei contributi sociali c’è infatti una redistribuzione di 219 miliardi che va a totale beneficio del 58% della popolazione, in parte al restante 28,9% e per niente al 12,9%. La ciliegina sulla torta? Sulla spesa pubblica totale di 944 miliardi la spesa pro capite è di 15.800 euro. Ebbene, meno del 4,58% degli italiani versa un’Irpef di tale importo. Alla faccia dell’equità
Il bilancio delle devastanti inondazioni causate dalla tempesta che ha colpito il Texas centrale sale ad almeno 51 morti. Ventisette i dispersi.Il dato ufficiale fornito dalle autorità parla ancora di 43 vittime ed è probabile aumenti nella zona più colpita della contea di Kerr. Sempre le autorità sabato in una conferenza stampa hanno dichiarato che 15 delle vittime erano bambini. Il governatore Greg Abbott ha promesso che le squadre avrebbero lavorato 24 ore su 24 per soccorrere e recuperare le vittime. Ancora da ufficializzare il numero delle persone disperse, a parte 27 bambine che si trovavano in un campo estivo femminile.