Alla vigilia dei primi cento giorni di governo Meloni – esecutivo che ha deciso di mettere in cima all’agenda proprio la tutela delle fasce più deboli – torna lo spettro dell’eversione di matrice anarchica. Per Lucio Malan, presidente dei senatori di Fratelli d’Italia, è tutt’altro che una coincidenza: «Le forze che mirano a creare scompiglio intervengono più facilmente nei momenti delicati: per loro è un’occasione per farsi “sentire”. Sono dinamiche da non sopravvalutare ma nemmeno da sottovalutare». Nessun timore particolare, però: per Malan gli anticorpi della Nazione, sia giudiziari che sociali, sono più che maturi.
Gli anarchici, per sostenere con Nicola Cospito, hanno messo nel mirino a modo loro il 41bis. Su un altro versante, nonostante l’arresto di Matteo Messina Denaro, c’è chi contesta l’ergastolo ostativo per i boss mafiosi. FdI e il governo si sono posto come contraltare: a garanzia che nulla verrà toccato.
«Non soltanto. Il governo, con il suo primo decreto, è intervenuto per evitare che uscissero delle persone, come i boss mafiosi, che non avevano dato segno di quel ravvedimento che è giustamente previsto nella Costituzione, come finalità della pena, evitando che una scarcerazione automatica a una certa data mettesse in circolazione persone pericolose per l’ordine pubblico. Poi è il magistrato che valuta le condizioni caso per caso.
Nel caso di Cospito, diverso da quello di un boss mafioso ma assai complesso, spero che l’organo competente si pronunci in tempi rapidi».
Sul versante giustizia è stato approvato il cronoprogramma fra Giorgia Meloni e il ministro Nordio: la riforma «epocale» si farà, riguarderà pure l’abuso mediatico delle intercettazioni e la separazione delle carriere, ma senza scontri con i pm. Tanto ambizioso quanto difficile...
«Sia il premier che il ministro hanno sottolineato la volontà di fare una riforma a favore di un miglioramento generale nell’amministrazione della giustizia: e ciò non può che essere anche nell’interesse dei magistrati. Credo oltretutto che nessuno possa negare che così com’è oggi questa giustizia ha delle gravi carenze che si ripercuotono sui diritti dei cittadini da un verso, sulla sicurezza per un altro e anche sul Pil».
Domani supererete lo scoglio dei primi cento giorni. Un “bilancio” – a partire dalla manovra approvata senza alcuna obiezione dall’Europa fino alla revoca dello sciopero da parte degli stessi benzinai – che sembra aver ribaltato le previsioni delle cassandre.
«In poche settimane e in un contesto difficilissimo è stata prodotta una legge di bilancio che è riuscita a contrastare gli effetti del caro energia per le più fasce più deboli e per le famiglie. Tutto questo in un quadro di fiducia dei mercati. Negli ultimi tre mesi la borsa è salita del 25% e lo spread è sceso di 31 punti. Ragion per cui i catastrofisti sono ampiamente delusi mentre invece chi ama l’Italia è decisamente soddisfatto. E questo è solo l’inizio».
Fra i progetti già attivati vi è il “piano Mattei” che fra Algeria, Egitto e Libia inizia a prendere corpo con programmi strategici dal punto di vista energetico e geopolitico. Non si vedeva da un po' la voglia di intervenire a Sud di Lampedusa.
«Se pensiamo che la Cina, lontanissima dall’Africa, è enormemente presente e influente lì e l’Europa è quasi del tutto assente diciamo che Giorgia Meloni ha intrapreso la strada giusta. Da qui verranno ulteriori grandi risorse energetiche di cui in questo momento c’è certamente bisogno. E dalle sue coste parte la grande ondata migratoria, per cui una presenza significativa lì è importante A cui aggiungo la felice idea di denominare questo piano “Mattei”, dedicandolo a un uomo di grandi vedute che sapeva avere una visione per un futuro diverso: per noi e per gli africani».
Giorgia Meloni, in vista della road map serrata di questo 2023, si è impegnata solennemente a tutelare il ruolo del Parlamento.
«Su questo, nonostante la concitazione, devo dire che c’è stato già grande spazio per il dibattito parlamentare: su tutti i decreti che sono passati. Per ciò che ci riguarda, qui al Senato contiamo di portare in discussione al più presto una mozione contro il cibo sintetico: un elemento che danneggia l’eccellenza italiana maggiormente riconosciuta nel mondo, il nostro stile alimentare. Ci poniamo come obiettivo stringente poi anche quello di ripristinare le regole democratiche nell’amministrazione delle Province».
Non è una battaglia impopolare?
«Qualcuno aveva raccontato che abolendole si risparmiavano decine di miliardi. Cosa che non mai stata vera: si sarebbero risparmiati se si fosse smesso di fare tutto ciò che fanno le Province, per esempio la manutenzione di migliaia di chilometri di strade o la gestione di molte scuole. Visto che le Province sono rimaste e siamo in una democrazia è bene che tutto ciò venga fatto sotto la responsabilità politica di persone scelte dai cittadini».
Con un Senato ristretto di un terzo i rischi di tenuta della maggioranza non permettono cali di tensione. Secondo lei dopo le Regionali di febbraio ci saranno contraccolpi?
«Ci auguriamo di vincere ovunque e, ovviamente, ogni partito cercherà di fare del proprio meglio. Non penso proprio che ciò possa rappresentare un problema. È interesse comune, infatti, portare avanti il programma e soddisfare le esigenze degli italiani. Se la maggioranza procederà spedita, all’interno di questa ciascun partito potrà avere le sue soddisfazioni».
Il bilancio delle devastanti inondazioni causate dalla tempesta che ha colpito il Texas centrale sale ad almeno 51 morti. Ventisette i dispersi.Il dato ufficiale fornito dalle autorità parla ancora di 43 vittime ed è probabile aumenti nella zona più colpita della contea di Kerr. Sempre le autorità sabato in una conferenza stampa hanno dichiarato che 15 delle vittime erano bambini. Il governatore Greg Abbott ha promesso che le squadre avrebbero lavorato 24 ore su 24 per soccorrere e recuperare le vittime. Ancora da ufficializzare il numero delle persone disperse, a parte 27 bambine che si trovavano in un campo estivo femminile.