CATEGORIE

Sinistra, riesumano l'antifascismo? Allora sono ufficialmente... storia

di Pietro Senaldi giovedì 23 febbraio 2023

3' di lettura

Firenze non è servita a cambiarli. Gli antifascisti che hanno sfilato per protestare contro l’assalto di sei deficienti, studenti di destra, ai danni di un gruppetto di liceali che si erano opposti al loro volantinaggio, ha messo in scena tutto il più retrivo e terrificante armamentario della sinistra. Quella che, immaginiamo, bascula tra la Schlein e Fratoianni, tra un centro sociale e una Ong. In nome della democrazia sono state tirate fuori dallo stanzino delle scope vecchie bandiere con la falce e martello, noto simbolo di libertà, e vessilli del genocida maresciallo Tito. I ragazzi sono stati spinti in piazza dai presidi, probabilmente sessantottini mancati per ragioni di anagrafe, che hanno usato la carta intestata degli istituti che dirigono per esortare le giovani leve alla pugna. “Odio gli indifferenti, diceva Gramsci. È in momenti come questi, di incertezza, che i totalitarismi prendono piede e fanno le loro fortune” è il grido di battaglia con cui gli studenti sono stati invitati in corteo. Nel frattempo, chi è rimasto a casa si divertiva sui social a invitare a far fuori, fisicamente, il ministro dell’Istruzione, Giuseppe Valditara, “da appendere a testa in giù”, così senza ragione, a titolo dimostrativo. E il professor Tommaso Montanari tirava fuori la foto dell’ex parlamentare di An, Italo Bocchino, ai tempi tredicenne, mentre stringeva la mano a Giorgio Almirante. Nella sua testa, evidentemente, è un insulto.

Meloni, minacce di morte dai "pacifisti" di Firenze: "Prima della lista"

Ancora minacce di morte all’indirizzo di Giorgia Meloni. Stavolta i protagonisti di tale scempio si sono ritrovati...

Con i ragazzi in piazza c’erano esponenti del Pd, tra i quali politici cittadini della prima cerchia del sindaco Dario Nardella. Niente di strano, solo che, a quattro giorni dalle primarie del partito, forse i dem dovrebbero avere di meglio a cui pensare. Per esempio quali ricette inventarsi per convincere gli italiani a tornare a votarli. Invece no, si dedicano all’antifascismo, il che vuol dire non solo che il passato non passa mai, ma che neppure insegna. La chiamata alle armi contro lo spettro nero è stato il cavallo di battaglia della fallimentare campagna elettorale di Enrico Letta. Il segretario uscente, giocandosi una buona parte delle chance sul terrore dell’avvento al potere della ducia Giorgia, non solo non ha convinto né grillini né terzopolisti ad allearsi con lui, ma neppure gli elettori a votarlo. Slogan che perde non si cambia. E così, alla vigilia del nuovo corso, i dem rispolverano l’antifascismo, avendo evidentemente il cervello vuoto di idee e la dispensa dei progetti politici senza pane né companatico. Contenti loro... Certo sarà dura per Stefano Bonaccini, se vincerà come parrebbe, gestire questa mandria di nostalgici che è ormai il suo partito, capace di processarlo solo per aver detto che la Meloni non è fascista e al governo sta andando meglio delle previsioni dem; anche perché queste erano così catastrofiche che non potrebbe essere diversamente.

Valditara, il post choc degli studenti antagonisti: "A testa in giù"

Ancora violenza, ancora insulti, ancora odio sul governo. Questa volta a finire nel mirino è il ministro all'...

Anziché combattere il fascismo immaginario, seguendo le dritte dei quotidiani progressisti dai quali il partito si fa dare la linea da anni, più o meno da quando ha iniziato a declinare, il Pd potrebbe preoccuparsi di una minaccia reale per la nazione, cioè l’emergenza terrorismo anarchico, che peraltro lambisce il suo corpaccione minacciosamente. I giovani in piazza ieri con esponenti dem infatti, oltre a una serie di criminali comunisti d’antan, inneggiavano anche ad Alfredo Cospito libero, il bombarolo in sciopero della fame per il quale si è speso l’ex vicepresidente del partito, Andrea Orlando, non sapendo che l’individuo era mezzo d’accordo con i boss mafiosi con i quali condivide il regime 41-bis.
Tutto torna. I parlamentari di Fdi Giovanni Donzelli e Andrea Delmastro sono sulla graticola per aver denunciato in Parlamento che il Pd, sostenendo la battaglia del terrorista anarchico, aiutava anche Cosa Nostra, come da rapporto del Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria. La contromossa dei dem è stata gridare alla delazione e sostenere che il documento non andava reso noto. Della questione si sta occupando la magistratura. A giudizio sospeso, ci limitiamo a far notare che, sfilando con i ragazzi che inneggiano a Cospito senza prenderne le dovute distanze, i dem rischiano di dare ragione alla coppia Donzelli-Delmastro. Con la sola differenza che, adesso, lo sanno che il bombarolo ha relazioni molto pericolose anche fuori dalla sua cerchia. 


 

Carovana in Palestina Laura Boldrini e il Pd, vacanze intelligenti a Gaza

e poi attaccano il governo Referendum, sinistra spappolata: non trova un accordo

Senatore Pd Andrea Crisanti, assaltano la sua villa: chi c'è dietro

tag

Laura Boldrini e il Pd, vacanze intelligenti a Gaza

Alessandro Gonzato

Referendum, sinistra spappolata: non trova un accordo

Elisa Calessi

Andrea Crisanti, assaltano la sua villa: chi c'è dietro

La sinistra italiana vuole spedirci in guerra

Mario Sechi

Marco Bassani: L'europeismo trasformato in un culto neo-marxista

Infuria la polemica su un documento che credo debba essere posto nella giusta luce. È vero che occorre contestual...
Marco Bassani

Patricelli: La verità nascosta dal Pci su chi uccise il Duce

Un cold case da ottanta anni nella ghiacciaia della storia, con un enigma avvolto da un mistero. In attesa che l’e...
Marco Patricelli

Calessi: Bertinotti e Fini, uniti dalla Lega ma separati sulla guerra

Il rosso e il nero a casa della Lega. Sono stati loro, Fausto Bertinotti e Gianfranco Fini, intervistati dal direttore d...
Elisa Calessi

De Leo, Salvini dopo la telefonata con Vance: "Frizioni? Siamo su scherzi a parte"

La telefonata con J. D. Vance e la contrarietà rispetto alle ipotesi di riarmo. Il vicepresidente del Consiglio M...
Pietro De Leo