Stefano Bonaccini
Il momento decisivo delle primarie del Pd è stato quando Stefano Bonaccini ha detto che la Meloni è capace e non è fascista. Elly Schlein si è avventata sull’improvvida dichiarazione del suo rivale affermando che la premier non fa che colpire donne, poveri e pensionati. Quella è stata la chiave di volta della sfida. Il presidente dell’Emilia Romagna era saldamente in testa, ma con quella frase si è giocato la segreteria e la sua vice ha messo la freccia per superarlo.
Bonaccini ha peccato di onestà intellettuale, un grande difetto per un politico, soprattutto se si vuol candidare a guidare la sinistra più ideologica, sloganista e retriva dell’Occidente. L’aspirante segretario ha perso giustamente, anche se probabilmente era la sola speranza che aveva il Pd di diventare un partito normale, perché ha dimostrato di non conoscere i propri elettori. Le primarie, alle quali ha partecipato meno di un milione di cittadini- la Schlein è stata votata in tutta Italia da un quarto degli elettori che nella sola Lombardia hanno votato Fontana sono ormai una consultazione per chi ha perfino le mutande rosse e non solo a Capodanno. Se uno si mette in fila con i due euro in mano per scegliere il segretario dem, difficilmente perdona a un candidato il riconoscimento del valore di un avversario, perché gli ex diessini, da quando sono nati, allevano il proprio elettorato nell’odio e nel disprezzo dell’avversario.
IL SACRIFICIO
E adesso che ne sarà del Pd? Difficile prevederlo, sicuramente andrà più a sinistra, come nella natura del nuovo segretario, il quale riserverà sorprese amare a buona parte della classe dirigente che l’ha sostenuta, che dovrà essere necessariamente sacrificata per dare l’idea di un reale rinnovamento. La sua elezione è salutata dal partito come l’espressione della voglia di rottura e di modernità degli elettori del Pd. Vista da fuori però, la vittoria della Schlein sembra più la prova che l’Italia non sarà mai un Paese normale, per usare un’espressione cara a D’Alema, con un partito conservatore e uno progressista, entrambi inseriti in una logica occidentale.
Mentre infatti la Meloni, gli altri leader del centrodestra e tutto il loro elettorato sono molto avanti nella creazione di una forza identitaria e valoriale ma non estremista, il Pd sembra vittima di una maledizione che, ogni qual volta si tratta di evolvere verso una dimensione europea che non sia solo a parole, lo scaraventa violentemente verso le radici comuniste e populiste dal quale proviene. Ed è questo il motivo per cui la vittoria della Schlein spaventa soprattutto l’elettore di sinistra moderato e fa sorridere non solo la coppia Renzi-Calenda, che spera le si aprano vaste lande di consenso, ma anche il centrodestra. Anche se non si deve sottovalutare l’istinto suicida dell’elettorato di sinistra.
A parti invertite, i progressisti la chiamerebbero ignoranza, propensione a essere vittime di slogan che ancora promettono il sol dell’avvenire. Se serve a qualcosa la vittoria della Schlein è a semplificare il quadro politico. Da una parte c’è uno schieramento liberal-conservatore nazionalista, il che non significa anti-europeista. Dall’altra ci sono due sinistre, quella grillina e quella del nuovo Pd, sempre più simili, europeiste per convenienza loro, anti-occidentali nei fatti, come dimostrano le posizioni sul conflitto ucraino. In mezzo, in teoria, ci sarebbe spazio per i progressisti o i moderati, anche se più che una prateria questo spazio pare un buco che ha sempre inghiottito chi ha cercato di rappresentare il centro in questo Paese di faziosi. Schlein ha vinto anche per il cosiddetto effetto specchio: siccome a destra c’è una giovane donna, gli elettori di sinistra hanno pensato di mettersi alla pari scegliendo anche loro una giovane donna. Ma il genere in politica è un dettaglio, non la sostanza. Giorgia è arrivata dopo un percorso personale, Elly è stata messa sulla linea di partenza e ha solo fatto i primi metri.
Il bilancio delle devastanti inondazioni causate dalla tempesta che ha colpito il Texas centrale sale ad almeno 51 morti. Ventisette i dispersi.Il dato ufficiale fornito dalle autorità parla ancora di 43 vittime ed è probabile aumenti nella zona più colpita della contea di Kerr. Sempre le autorità sabato in una conferenza stampa hanno dichiarato che 15 delle vittime erano bambini. Il governatore Greg Abbott ha promesso che le squadre avrebbero lavorato 24 ore su 24 per soccorrere e recuperare le vittime. Ancora da ufficializzare il numero delle persone disperse, a parte 27 bambine che si trovavano in un campo estivo femminile.