Nel programma di Elly Schlein, nuova segretaria del Pd, i temi sociali e civili sono molto chiari. E quelli economici allora? Uno dei suoi obiettivi è - per quanto riguarda la fiscalità - l'abolizione della flat tax proposta dalla destra, con tanto di ripartizione più equa e "green" delle tasse. Nelle sue intenzioni c'è la progressività fiscale. In tema di pensioni, invece, la dem vorrebbe superare la Legge Fornero e rendere strutturali altre misure, come l'Ape Sociale, ovvero l'anticipo pensionistico per chi ha svolto lavori particolarmente usuranti, e l'Opzione Donna per le lavoratrici.
Netta la sua posizione anche su salario minimo e reddito di cittadinanza. Il primo è da lei considerato una “misura indispensabile a cui non possiamo rinunciare”, mentre il secondo è considerato come uno strumento buono per sconfiggere la povertà.
Uno dei capisaldi del programma economico della Schlein poggia sulla necessità di distribuire “più equamente il potere economico, i vantaggi e i benefici prima delle tasse e del welfare in modo da combattere le diseguaglianze partendo da dove si formano”. La “redistribuzione”, insomma, è la parola chiave del suo programma economico e si riferisce a una redistribuzione delle “ricchezze, del sapere, del potere, del tempo”. In sostanza, insomma, la dem non è contraria affatto alla patrimoniale. Anzi. Il tema dei grandi patrimoni “deve essere affrontato - a suo dire - in un’ottica redistributiva, a partire dall’allineamento della tassa sulle donazioni e successioni al livello degli altri grandi Paesi europei, come propone il Forum Disuguaglianze e Diversità”. Questa riorganizzazione, secondo lei, riuscirebbe a “orientare gli investimenti verso una visione che accompagni la conversione ecologica, la trasformazione sociale, la riduzione delle diseguaglianze sociali e di genere”.
Per la Schlein, insomma, tutto parte dall’idea che un “nuovo contratto sociale vuol dire progressività fiscale. Perché è giusto, come vuole la Costituzione, che chi ha di più contribuisca in proporzione maggiore al benessere collettivo”, come si legge nel suo manifesto programmatico. Nel documento si legge anche che "la strada da seguire è spostare il carico fiscale dal lavoro e dall’impresa alle rendite e alle emissioni climalteranti. Superare la balcanizzazione dell’Irpef e la proliferazione di regimi speciali di favore. Difendere i due principi di equità: orizzontale, per cui a pari reddito si devono pagare pari imposte; verticale, per cui chi ha di più deve essere chiamato a contribuire in misura maggiore".
Il paradosso è che a essere colpiti dall'eventuale patrimoniale potrebbero essere proprio quelli che l'hanno votata alle primarie. Da una prima analisi del voto di domenica 26 febbraio, infatti, è emerso come la maggior parte degli elettori della dem sia concentrata soprattutto nei centri delle grandi città, spesso indicati con la formula Ztl, come Milano, Roma e Genova. E non è una novità che proprio nei centri si concentrino quelli che "hanno di più" e che - come dice lei - "devono essere chiamati a contribuire in misura maggiore".