Il Fisco cambia volto. E punta a fare cassa. Nelle bozza della riforma che andrà a modificare il rapporto tra le Entrate e i contribuenti c’è una novità sostanziale: il deterrente per gli interpelli. Si tratta di una “tassa” da versare per tutti coloro che chiedono informazioni all’Agenzia su cartelle o contestazioni fiscali. Insomma, per evitare vagonate di ricorsi sui tributi da versare, il nuovo Fisco ha pensato di introdurre un contributo che dovrà essere pagato da chi ricorre e attende risposta dall’ente riscossore. La novità si trova all’articolo 4 della bozza sulla delega fiscale: «Subordinare l’ammissibilità degli interpelli al versamento di un contributo da graduare in base a vari fattori che vanno dalla tipologia di contribuente al valore del caso». In queste poche righe si nasconde dunque la “tassa sulle tasse” che il contribuente dovrà versare. E proprio sugli interpelli arriverà una stretta senza precedenti.
RAZIONALIZZAZIONE
Nel testo delle nuove norme entra infatti una razionalizzazione delle disciplina sui ricorsi implementando «l’emanazione di provvedimenti interpretativi di carattere generale». E qui arriva anche un divieto, nemmeno tanto mascherato: quello di evitare la presentazione di interpelli che trovano risposte già nei documenti messi a disposizione dal Fisco. Soltanto i ricorsi che non trovano soluzioni tra le scartoffie fiscali possono accedere, col versamento di un contributo, al duello con le Entrate. Come ricorda Italia Oggi, solo nel 2022 sono stati rilasciati dall’Agenzia circa 17.000 documenti per rispondere alle istanze di interpello. Una cifra record che ammonta a 50 documenti al giorno e a 1.500 in media ogni trenta giorni, come ha sottolineato il direttore delle Entrate, Ernesto Maria Ruffini. Il nuovo anno si è aperto con almeno 247 interpelli nello spazio di circa tre mesi. Ed è proprio su questo punto che il Fisco si concentrerà di più: una macchina più snella capace di prevenire le lungaggini delle contestazioni e dei ricorsi. E per bloccare al cancello d’entrata i ricorsi che i contribuenti italiani presentano, si farà ampio ricorso alle Faq, le risposte automatizzate per ogni singola criticità consultabili sui canali telematici del Fisco.
RISPOSTA UFFICIALE
Le Faq, badate bene, non hanno certo valore giuridico, ma in questo nuovo corso del rapporto tra l'Agenzia e il contribuente avranno il valore di una risposta ufficiale dell'Ente. Ma se da un lato il nuovo Fisco mette la mano nel portafoglio di chi crede di aver subito un torto, dall’altro lato la toglie dalle tasche di chi cerca di chiudere rapidamente il contenzioso. Nella bozza della delega fiscale è infatti prevista una riduzione delle sanzioni tributarie per i rischi di natura fiscale comunicati preventivamente «fino alla possibilità di una loro integrale non applicazione» verso il contribuente che abbia tenuto comportamenti «trasparenti e collaborativi». Inoltre saranno alleggerite le sanzioni tributarie per tutti i contribuenti che abbiano avuto comportamenti senza dolo o che abbiano comunicato in modo tempestivo all’Agenzia delle Entrate i rischi legati ad alcune operazioni. Poi va ricordato anche il nuovo sistema di rateizzazioni. Le rate non dovranno mai superare il limite massimo di 120. Altro punto sul tavolo è la velocità di recupero delle imposte: sarà prevista anche l’eliminazione di ruolo e cartelle di pagamento con un incasso immediato. Infine occhio anche alle “interlocuzioni preventive”, con un colloquio con il contribuente per ascoltare le sue ragioni riguardo a una notifica. Insomma il nuovo Fisco è pronto. Ma fate attenzione alle amare sorprese che potrebbero rendere più onerosa la battaglia contro le Entrate.