Tema in classe. Massimiliano Fedriga ha 12 anni. “Quale personaggio storico vorresti che non fosse mai esistito?” Fedriga fa il tema su Garibaldi.
Presidente, racconti.
«I miei compagni avevano scritto su Hitler, Stalin, Mussolini. Io sull’eroe dei due mondi, simbolo nazionale. Era una provocazione, coi limiti di un ragazzino delle medie, però avevo le mie ragioni».
Perché Garibaldi?
«Credevo già nel Federalismo».
Reazione della professoressa?
«Mi aveva dato un voto mediocre. Poi mi ha fatto leggere il tema alla classe e ha alzato la valutazione. Per me è stato un insegnamento importante: la professoressa si è messa in discussione di fronte a un gruppo di 12enni».
Va per i 43 anni Massimiliano Fedriga, ancora giovane, certo, ma non più un adolescente. Il viso in alcune espressioni ricorda quello di un giovanissimo Truman Capote. Fedriga è governatore del Friuli Venezia Giulia dal 2018, quando ha stravinto contro il centrosinistra, e il 2 e 3 aprile sarà nuovamente il candidato del centrodestra contro l’accoppiata Pd-5Stelle, il Terzo Polo, e il fronte di cui fa parte il movimento no-vax. L’enfant prodige della Lega, deputato dal 2008 al 2018- è stato capogruppo - è nato a Verona, dove ha abitato vicino al presidente della Camera Lorenzo Fontana. Fedriga, l’ex governatore Tondo, suo sostenitore, ha detto che «in giro i manifesti del centrosinistra non ci sono neanche», che «non è un bene perché un Pd che rinuncia a fare campagna elettorale non è un fatto democratico». «La cosa più importante è che finora è stata una competizione abbastanza corretta. L’avevo chiesto a tutti».
Sono stati e in parte sono ancora mesi difficili per famiglie e aziende.
«Abbiamo messo in campo tre sostegni differenti. Il primo, un bando delle ultime settimane, 100 milioni per l’autoapprovvigionamento energetico fotovoltaico delle famiglie, in sostanza un contributo del 40% per i pannelli e le batterie di accumulo, e l’intervento si somma alla detrazione nazionale del 50%, quindi un abbattimento del 90% del costo dell’intervento: una cosa sono i bonus, che anche noi abbiamo concesso nella fase più difficile, e un’altra le azioni strutturali. Il secondo sostegno sono i 55 milioni, sempre per l’autoapprovvigionamento, ma delle imprese. In più abbiamo avviato l’unica “valle dell’idrogeno” transnazionale assieme, alla Slovenia e alla Croazia: il Friuli Venezia Giulia è la regione bandiera per l’idrogeno nel Pnrr nazionale».
È più facile per voi, dice qualcuno, perché siete Regione a statuto speciale.
«Guardi, noi possiamo trattenere meno soldi sul territorio rispetto alle altre. Da noi gli enti locali non li paga lo Stato. Non abbiamo contributi sulla Sanità».
A 12 anni era già federalista. Quand’è entrato in Lega?
«A 15».
Già con la tessera?
«Sì, ma ho avuto bisogno della firma dei genitori».
Perché leghista?
«Ammiravo Bossi. Un giorno era venuto alla Fiera di Trieste, ma durante la settimana, e non mi aveva portato nessuno perché c’era scuola. Un giorno un amico delle superiori mi fa: “Mio zio è in Lega, perché non ti iscrivi?”. Ho iniziato col volantinaggio».
In famiglia cosa votano?
«Con noi hanno sempre vissuto i nonni materni. Nonno di sinistra, nonna democristiana, mio padre missino. Immagini le discussioni a ogni tg».
Un ricordo d’infanzia.
«A Verona, eravamo piccolissimi, e tra i palazzoni c’era un grande giardino. Giocavamo a calcio, e le squadre erano comunisti contro democristiani.
Avevamo 4 anni».
Con chi giocava?
«Be’, volevo molto bene alla nonna... democristiani».
Aneddoto dal suo libro (“Una storia semplice”).
Giornata di impegni istituzionali, poi Salone del Libro di Torino, la sera in Romagna per sostenere un candidato. Lì incontra per caso Cesare Cremonini, uno dei suoi cantanti preferiti.
«Una bella emozione. Poi l’ho conosciuto bene qui a Lignano. L’abbiamo premiato per il suo concerto».
Ha una canzone preferita, di Cremonini?
«Sardegna».
Si parla di immigrazione e si pensa ai barconi. Però in Friuli Venezia Giulia avete il problema della rotta balcanica.
«Purtroppo gli irregolari aumentano. L’Europa deve imporsi coi Paesi d’attraversamento, in particolare con la Croazia e la Slovenia, perché la polizia alle frontiere stringa le maglie. C’è stato un allentamento. È fondamentale potenziare le reimmissioni in Slovenia, Paese in cui ovviamente sono garantiti tutti i diritti, e non si capisce perché dobbiamo essere noi il territorio di richiesta asilo. Con Salvini al Viminale c’era stata una stretta. Piantedosi ha ripreso quella strada».
Coppie omogenitoriali.
«Favorevole al riconoscimento».
Utero in affitto.
«Pratica violenta contro i bambini e le donne: i desideri degli adulti non possono devastare la vita dei piccoli. Può succedere che possa venire a mancare un genitore, ci sono situazioni diverse. Ma che in partenza si neghi a un bimbo la possibilità di avere un papà e una mamma è un atto di egoismo enorme».
Perché ha scritto un libro?
«Non volevo scriverlo».
E poi?
«Mi contattano da Piemme, la casa editrice, per chiedermi la disponibilità. Alla fine ho deciso di raccontare l’uomo, con tutte le sue fragilità, non il politico. A 40 anni ritengo di non poter dire a nessuno come gira il mondo».
La paura più grande durante la pandemia?
«La sera pregavo coi miei due figli, oggi hanno 9 e 5 anni, perché il giorno dopo non ci fossero morti».
La decisione più difficile di quei giorni?
«Il sabato, all’inizio di tutto, abbiamo 3 contagi in regione. In Veneto e Lombardia molti di più. Chiudo o non chiudo? Le categorie economiche mi dicevano “ma cosa fai, non chiudere!”. Il ministero della Salute mi diceva “Se vuoi farti l’ordinanza la fai da solo”. La parte scientifica della regione sapeva ancora poco o nulla del virus. A quel punto ho pensato: “Me la sento lunedì di mandare a scuola i miei figli?”. Ho agito da papà, e credo che la scelta ci abbia salvato dalla prima ondata».
È un papà apprensivo?
«È uno dei difetti che ho preso da mio padre, scomparso 2 anni fa».
Suo padre quando lei era deputato la accompagnava all’aeroporto. La salutava con un “Ciao Briciola”. Briciola... mica tanto, a Roma si è fatto pure sospendere dalla Boldrini per 15 giorni per un intervento sullo Ius soli.
«Un intervento vigoroso, ma senza mancare di rispetto a nessuno. La Boldrini mi invita a uscire dall’aula. Io resto dentro. Successivamente mi convocano nell’ufficio di presidenza per sanzionarmi, e la prassi vuole che uno vada là e cerchi di giustificarsi. Io no, perché non avevo offeso nessuno. Mi hanno dato il massimo della sospensione possibile».
L’insegnamento più grande ricevuto da papà?
«L’ottimismo. Anche quando stava già molto male cercava sempre il lato migliore». “Sardegna”, di Cremonini, fa così: Qua in Sardegna regna il buonumore/Anche quando è il caso di nascondere il dolore...
Il bilancio delle devastanti inondazioni causate dalla tempesta che ha colpito il Texas centrale sale ad almeno 51 morti. Ventisette i dispersi.Il dato ufficiale fornito dalle autorità parla ancora di 43 vittime ed è probabile aumenti nella zona più colpita della contea di Kerr. Sempre le autorità sabato in una conferenza stampa hanno dichiarato che 15 delle vittime erano bambini. Il governatore Greg Abbott ha promesso che le squadre avrebbero lavorato 24 ore su 24 per soccorrere e recuperare le vittime. Ancora da ufficializzare il numero delle persone disperse, a parte 27 bambine che si trovavano in un campo estivo femminile.