"Mai dire mai". Lasciata la presidenza della Regione Veneto, Luca Zaia non esclude incarichi a Roma. D'altronde è lui il governatore dal record di preferenze. "Dopo 15 anni e 7 mesi alla guida del Veneto mi si è aperto il cuore nel vedere tutti quei voti - ammette in riferimento alle ultime Regionali -. È il record dei record visto che nella storia il secondo classificato ne ebbe 80mila in meno. Un segnale di stima anche perché reduce da un dibattito lunare".
E proprio perché il leghista piace, e tanto, le voci sul suo futuro sono tante: da prossimo sindaco di Venezia, a presidente di Eni fino a ministro. "Vedrò, adesso cercherò di capire anche rispetto al mio profilo quale sarà la miglior scelta che posso fare". E a Roma? gli chiede il quotidiano Il Tempo: "Mai dire mai, ma ora sono concentrato in questa fase cruciale per il neo presidente Stefani". Figura chiave nella candidatura di Milano-Cortina 2026, il Doge spiega come nacque l'idea: "La candidatura ufficiale era solo quella di Milano. Durante il Conte I vidi la candidatura dell’allora sindaco di Torino Chiara Appendino e capii che la partita era aperta, immaginai che ci sarebbe stato un litigio e infatti litigarono. Così contro tutti i pronostici ho presentato nottetempo la candidatura, forse all’epoca temeraria e a cui magari credevo solo io, con la presentazione del dossier via pec a ridosso della scadenza dei termini". E anche se non si potrà godere la conquista, il leghista si dice soddisfatto: "Ho sempre buttato il cuore oltre mente fu contestatissima".
Altro tema da discutere: la legge elettorale. A riguardo però Zaia mette le mani avanti: "La legge elettorale la sta seguendo il segretario per conto della Lega e non so lo stato dell’arte. Io ho sempre detto che il vero tema è rimettere il cittadino al centro. È chiaro che coinvolgendo le persone è più facile che vadano a votare. Ci vorrebbe anche un election day nazionale all’americana".