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Balloch, il marito di Cerno: "La destra tutela i gay, il Pd fa solo propaganda"

di Salvatore Dama lunedì 20 marzo 2023

4' di lettura

Prima domanda: cosa ci fa lei con la destra “omofoba e troglodita”?
«Sorrido».

Glielo chiederanno spesso.
«E io rispondo che sono retaggi del passato. Gli stessi che portano a dire che la cultura appartenga solo alla sinistra e non alla destra.
La mia candidatura con Fratelli d’Italia è proprio la testimonianza che non è vero.
Che sono solo degli stereotipi».

Il contesto: Stefano Balloch è candidato con Fratelli d’Italia alle Regionali del Friuli Venezia Giulia. Viene da una lunga esperienza amministrativa: è stato sindaco di Cividale. Ed è il marito di Tommaso Cerno, ex senatore del Pd e direttore de L’Identità. Sì, è gay. E sta con Giorgia Meloni.

Come è nata la sua candidatura?
«Credo guardando alla mia storia ventennale di amministratore. Cividale del Friuli è diventata patrimonio dell’Unesco durante il mio mandato. Ho fatto tanta esperienza sul campo e penso sia questo il motivo che ha indotto FdI a candidarmi. $ un partito che premia la competenza».

Era con Forza Italia. Perché è andato via?
«Parlo per il Friuli Venezia Giulia: credo si sia persa la spinta berlusconiana originaria e non sia stato favorito il rinnovamento, restringendo gli spazi dove potersi esprimere. Cose che invece ho trovato in FdI».

A Milano le famiglie arcobaleno sono scese in piazza per difendere i diritti dei figli delle coppie omogenitoriali.
«In questo Paese manca da troppi anni un vero dibattito per aggiornare la nostra legislazione su questi temi. Il governo ha fatto bene a evitare che ogni singola amministrazione, come a Milano, potesse fare di testa propria. Immagini che caos. Però serve discuterne.
Non c’è un solo modo di vedere le cose. Questo semmai è il limite della sinistra, dove è impossibile fare dei passi in avanti. E lo si è visto in Parlamento con il ddl Zan: hanno rifiutato il dialogo con il centrodestra, hanno fatto di quella proposta un manifesto. Volevano o tutto o niente».

Ma il tema della trascrizione dei figli di coppie dello stesso sesso è un problema burocratico o culturale?
«Sono temi che insistono sulla nostra vita, sulla quotidianità di tante persone. Il Parlamento deve incominciare a dare delle risposte, i cittadini ne hanno diritto. E quando i temi sono complessi, a maggior ragione è il caso di affrontarli senza ulteriori rimandi. Bisogna prendersi la responsabilità di farlo. La società è più avanti di quello che si possa pensare».

Cosa pensa della pratica dell’utero in affitto?
«Che quando si parla di diritti spesso si esasperano i toni. Io farei un passo indietro. Perché prima viene il tema delle adozioni. In Italia è già difficile adottare un bambino con le procedure standard. Va affrontata una riflessione su questo. E osservo due realtà: ci sono bambini in orfanotrofio che meriterebbero l’affetto di una famiglia; ci sono single non per scelta, i vedovi o le vedove, che crescono i figli in un contesto amorevole. Io sono favorevole a semplificare le procedure e ad ampliare le opportunità di adozione».

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Tommaso Zorzi, ex Grande Fratello, ha pianto sui social. Dice: sono gay e vorrei essere padre. Ma il governo non me lo permette.
«Mi sembra l’ennesima esasperazione».

Al ministero delle Pari Opportunità c’è Eugenia Roccella, una teo-con. È una dei principali bersagli della comunità Lgbt.
«Io guardo a Giorgia Meloni. La premier ha dimostrato di essere una donna pragmatica, una che trova soluzioni, una che sa superare le barriere ideologiche. L’avete vista al congresso della Cgil? Ecco. Se mi consente una battuta, dobbiamo guardare al mondo con maggiore “fluidità”. Su questo la sinistra arriva sempre dopo. Una vita a parlare di diritti delle donne e poi chi ha eletto la prima presidente del Consiglio in Italia? Il centrodestra». Esiste davvero l’ideologia gender come ritengono in molti in Fratelli d’Italia? «Siamo la società che classifica. Secondo me la vita non è fatta di categorie. La politica ha la necessità e la responsabilità di non creare caselle, ma far sì che le persone possano avere gli stessi diritti e le stesse possibilità disponibili in tutte le democrazie occidentali più evolute».

Domanda personale: lei ha una figlia e un’ex moglie. Quando ha maturato la percezione che il suo orientamento stava cambiando?
«Mai avrei pensato in vita mia di innamorarmi di un uomo, tanto meno di Tommaso Cerno e all’età in cui ci siamo conosciuti e abbiamo cominciato a frequentarci. Però poi l’amore ti dà la forza anche per affrontare queste situazioni. Dall’esterno può apparire come un percorso complesso. In realtà è stato tutto molto naturale. Mia figlia? È stata lei a spingere perché si arrivasse all’unione civile».

Ha sposato Cerno. Avete idee politiche diverse, lui cosa ne pensa della sua candidatura?
«Oggi (sabato, ndr) mentre facevo campagna elettorale per me, lui era a un convegno con l’altro candidato presidente... Questa è la vita difficile di Stefano Balloch (ride). In realtà, è stato Tommaso a spingermi perché accettassi questa sfida, io ero un po’ spaventato, consideravo chiusa la mia esperienza amministrativa e non pensavo di ricominciare in un nuovo partito».

Googlando il suo nome, viene fuori “Stefano Balloch, marito di...”. Fastidio?
«Ma no, anzi sono orgoglioso di Tommaso e di quello che lui ha fatto e sta facendo con il suo lavoro. È più noto di me, quindi è normale che ci sia questa associazione». 

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