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Elly Schlein santa: parla anche quando è muta

di Giovanni Sallusti martedì 18 aprile 2023

2' di lettura

L’assenza è presenza. La propaganda schleiniana fa un salto di qualità su Repubblica, testata rispetto a cui il Global Times si segnala per la sua autonomia di giudizio rispetto al Partito di Comunista Cinese, e approda a esiti smaccatamente orwelliani. «La pace è guerra, la libertà è schiavitù, l’ignoranza è forza»: così il grande romanziere descriveva la distopia totalitaria sotto il Grande Fratello nel suo “1984”. Ieri Stefano Cappellini, capo dell’ufficio volantinaggio, ehm pardon, della redazione politica del quotidiano progressista, ha aggiunto una quarta inversione logica, con la lievissima differenza che l’ha fatto del tutto seriamente. L’ossimoro campeggia fin dal titolo della quotidiana lenzuolata celebrativa: «L’assenza è presenza. Le pause di Schlein e i nodi irrisolti che spiazzano il Pd». Svolgimento dell’encomio: «Bisognerà abituarsi: Schlein è portata a scegliere con cura esternazioni e sortite pubbliche» (sostanzialmente utero in affitto e libertà di canna, pensa se non le sceglieva con cura).


È infatti «una politica molto più prudente di come qualcuno se l’è figurata», motivo per cui pratica la virtù al contempo classica e cristiana della “continenza”, Elly a un passo dalla santità proclamata direttamente da Largo Fochetti, officia Ezio Mauro, Cappellini primo chierichetto. Insomma le giornate in serie senza che si oda una sillaba dalla segretaria del principale partito d’opposizone, senza contare la disponibilità nulla nei confronti dei media (per molto meno, leader di centrodestra sono stati accusati di trattamento fascista della stampa) non sono il segno che non ha alcunché da dire, o che quello che ha da dire (dall’Ucraina al termovalorizzatore di Roma) suonerebbe largamente impresentabile. No, sono una fine strategia sua, di Peppe Provenzano, Sandro Ruotolo e altri geni della contemporaneità.

La strategia della presenza-assenza. Non è più comunicazione e nemmeno politica, siamo nel campo della metafisica pura, Elly come l’Essere descritto da Martin Heidegger, Elly che si dà solo tramite il proprio ritrarsi, la ri-velazione di Elly come nascondimento e gioco di chiaroscuri, inafferrabilità sostanziale. Non è più tifo ideologico, è afflato mistico. O circonvenzione del lettore, fate voi.

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