Orsa JJ4, Senaldi: la vera disumanità è trattare un animale come una persona

La vicenda dell’orsa Jj4 e del suo destino dopo aver ucciso il podista Andrea Papi, che ha avuto la sventura di sbatterle contro in un bosco del Trentino, sta catalizzando l’interesse degli italiani. La possibilità che il grande mammifero venga soppresso, se i giudici del Tar non lo impediranno espressamente, ha indignato più della notizia arrivata dalla Russia dell’esecuzione di venti bambini ucraini per opera dei miliziani di Putin, la qual cosa è piuttosto indicativa del punto a cui sono arrivati il declino della nostra civiltà e la sua assuefazione ai crimini russi. Ancora più sconvolgente, in una nazione che vive di calcio, che la foto di mamma orsa catturata abbia spodestato da molte prime pagine l’immagine del Milan trionfante nel derby italiano di Champions League.

È in corso una disfida medievale tra chi sta con il plantigrado, e vorrebbe addirittura rimetterlo in libertà, e chi con gli abitanti dei villaggi del Trentino, molti dei quali vivono nel terrore di essere aggrediti quando escono di casa. L’11 maggio i giudici amministrativi, su richiesta delle associazioni ambientaliste, si esprimeranno sull’ordinanza di abbattimento firmata dal presidente della Provincia autonoma, Fugatti. Il governatore, se non ci saranno stop, intende procedere con l’eliminazione dell’animale, convinto di venire incontro alla volontà della maggioranza dei propri amministrati. Nel frattempo, privati, vip, associazioni, enti pubblici si offrono di adottare Jj4, se le verrà risparmiata la vita. L’opinione pubblica maggioritaria sembra andare nella direzione di non uccidere l’orsa, ora che è stata catturata, ma di mantenerla viva e inoffensiva, rinchiusa in un’ampia fetta di bosco. Chi scommette su questa ipotesi sembra avere le maggiori possibilità di azzeccarci.

RUOLI DIFFERENTI
In attesa di assistere a quel che accadrà, si può fare qualche considerazione. La prima è che tutti, anche quelli che di fatto stanno con Jj4 e parlano della soppressione come di un’ingiusta vendetta, hanno personificato l’animale. L’orsa si è comportata da orsa e ha attaccato chi essa ha avvertito come un pericolo per i propri cuccioli. Ora tocca all’uomo comportarsi da uomo e quindi non processare l’animale, non chiedersi se ha ragione lui che sta nel suo ambiente, dove lo abbiamo riportato a forza dalla Slovenia, o noi che lo disturbiamo avendo l’ardire di uscire di casa per fare due passi immersi nella natura. L’uomo ha il dovere di difendere se stesso e i suoi simili dagli animali che possono nuocergli, indipendentemente dal motivo per cui questi si sono resi pericolosi. Se un pittbull azzanna un bimbo, certo la colpa è del suo padrone, ma non è logico abbattere chi l’ha addestrato male e lasciare il cane libero di scorrazzare per la via, pronto ad aggredire ancora.

Sicuramente l’uomo ha commesso errori nel processo di radicamento dell’orso sloveno in Trentino. Certo il collare di Jj4 era scarico e i sentieri che essa batteva non erano stati indicati come pericolosi; più imprudente accusare Andrea di scarsa accortezza. Il punto però ora non è ripristinare una giustizia divina, ma rendere mamma orsa inoffensiva, anche a costo di privarla della libertà per colpe non sue. Una cosa si può fare, nel frattempo, per evirare nuove tragedie: rendere legale lo spray urticante che spaventai plantigradi. In Canada lo è, qui no perché la ministra Lamorgese lo considerava un’arma. Sta a questo governo cambiare la situazione. Gli animalisti parlano di convivenza tra uomo e orso e accusano la politica di non aver creato in questi decenni le condizioni perché essa si potesse sviluppare. Dimenticano che in Slovenia, terra d’origine dell’esemplare catturato, e ovunque essi abbondino, gli orsi vengono anche serviti in tavola. Russi, canadesi e finlandesi convivono con gli orsi come noi con le mucche e gli agnellini. E pare che i plantigradi siano anche più saporiti dei grilli. Scordano anche che il governo di Lubiana sta cercando di disfarsi di qualche centinaio di parenti di Jj4, perché la situazione laggiù è fuori controllo quanto in Trentino. Se l’ordinanza di abbattimento firmata due anni fa dal presidente Fugatti dopo che mamma orsa aveva aggredito un padre e un figlio che passeggiavano nel bosco fosse stata eseguita e non fermata dal Tar su ricorso degli ambientalisti, oggi Andrea Papi sarebbe vivo.

STERMINIO DI VISONI
Forse è sbagliato uccidere adesso l’animale, ma criminale sarebbe lasciarlo libero. La prigionia dorata sembra l’unica soluzione umana, anche se dobbiamo essere consapevoli che la vera disumanità è trattare un animale come una persona, perché così si semina disprezzo per la vita umana. Quando, un paio d’anni fa, qualche visone in Danimarca si ammalò di Covid, il governo italiano ordinò lo sterminio di milioni di visioni sani italiani, provocando il fallimento di fiorenti attività, senza neppure valutare la reale possibilità di un contagio tra animale e uomo e senza che quasi nessuno battesse ciglio. Questo a testimonianza di come le decisioni vengano prese per moda e isteria anziché dopo debita ponderazione. Altra cosa talmente umana da portare a effetti disumani.