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Giustizia, nessuno può criticare le toghe: Italia, la frase proibita

di Maria Pia Petraroli venerdì 21 aprile 2023

3' di lettura

I giudici milanesi non hanno preso affatto bene la decisione del ministro della Giustizia Carlo Nordio di promuovere un'azione disciplinare per "grave e inescusabile negligenza" a carico dei giudici della Corte di Appello legati al caso Artem Uss, l'oligarca russo evaso dagli arresti domiciliari il 22 marzo scorso e su cui pendeva la richiesta di estradizione da parte degli Stati Uniti. Si è parlato di "grave interferenza", addirittura di "deriva pericolosa". L'Anm e i giudici milanesi, insomma, sono sul piede di guerra e pronti "ad ogni azione" dopo l'ultima mossa di Nordio. Quest'ultimo dal canto suo si è difeso dicendo: "Nessuno può permettersi di imputare al ministro interferenza quando esercita le sue preorgative per verificare la conformità del comportamento dai magistrati ai doveri di diligenza".

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Il ministro, in particolare, contesta ai giudici di Milano di "non aver valutato" elementi dai quali emergeva "l’elevato e concreto pericolo di fuga". Ma l'Anm ha tuonato: "Una grave invasione di campo nella sfera di competenza della giurisdizione, con inaccettabile intromissione sul sindacato interpretativo delle norme e sulla valutazione degli elementi di fatto sottesi alla decisione, che non possono essere oggetto di azione disciplinare, se non a costo di minare in radice l'autonomia e l’indipendenza dei giudici".

E' bastato, insomma, questo intervento da parte del ministro per scatenare il finimondo. Molto forti, a tal proposito, le parole dell'ex Guardasigilli Giovanni Maria Flick che, intervistato da Repubblica, ha detto: "Nonostante le perplessità che più volte ho manifestato di fronte a certe loro prese di posizione che sembravano debordare nella sfera solo politica o corporativa, stavolta sono d’accordo e sono solidale con la preoccupazione della magistratura". E ancora: "La legge non lascia spazi di interpretazione che consentano di entrare nel merito della decisione, giusta o sbagliata che sia, a meno che non sia stato commesso un errore macroscopico o una negligenza grave e inescusabile, come aver ignorato o travisato una prova evidente". In altre parole, dice Flick, non si può punire una scelta dei giudici anche se fosse sbagliata. In merito al caso specifico, ha aggiunto: "Ho paura che possa crearsi un clima di interferenza per via di decisioni politiche che possono comportare conseguenze sull’attività giudiziaria. Per essere chiari aggiungo che la trasparenza è urgente anche perché in questo caso coesistevano due istanze di estradizione, una verso gli Usa con l’opposizione di Uss, l’altra verso la Russia con la sua ovvia adesione, pervenuta due giorni prima. In questo contesto la chiarezza è essenziale da subito".

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Non poteva essere diversa l'opinione del presidente dell'Anm Giuseppe Santalucia che, intervistato da La Stampa, ha parlato di "deriva israeliana": "Sono sconcertato, si tratta di un'invasione di campo inaccettabile e senza precedenti, che apre uno scontro tra poteri costituzionali, mina lo stato di diritto ed evoca quanto accade in Paesi come Polonia e Israele". Su Nordio, in particolare, ha detto: "Non può essere il ministro il quarto grado, il giudice della discrezionalità dei giudici. Questo non è consentito. Si tratta di una confusione di ruoli". Mentre sulla decisione dei giudici di Milano di concedere i domiciliari all'oligarca: "Nel provvedimento i giudici danno la loro analitica valutazione dei fatti, compreso il pericolo di fuga. Ritengono adeguata la misura più prossima al carcere, gli arresti domiciliari con braccialetto elettronico. Nessuno impugna. Nessuno segnala fatti nuovi, segnali di allarme, violazioni delle prescrizioni. Dopo 4 mesi il detenuto rompe il dispositivo e fugge. Davvero qualcuno pensa di sanzionare quei giudici? E per ogni assoluzione processiamo il pubblico ministero? Così diventa impossibile fare il giudice". 

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