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Pensioni, più soldi a chi resta a lavoro: come cambia la busta paga

di Ignazio Stagno mercoledì 17 maggio 2023

3' di lettura

Il governo continua a mettere soldi freschi nelle tasche degli italiani. E lo fa anche con chi preferisce restare a lavoro fino al traguardo (eroico) della legge Fornero, a 67 anni. Come è noto il nostro sistema previdenziale permette anche nel corso del 2023 l’uscita anticipata con Quota 103. Per lasciare il lavoro in anticipo bisogna avere due requisiti fondamentali: 62 anni d’età e 41 annidi contributi versati entro il 31 dicembre dell'anno in corso. C’è chi però, per vari motivi, sceglie di proseguire e di non usare la finestra d’uscita. A tutti coloro che restano a lavoro oltre i limiti di Quota 103 è destinata una sorpresa sostanziosa in busta paga. Infatti è entrato in Gazzetta Ufficiale l’incentivo previsto per chi sceglie il lavoro alla pensione. Si tratta del decreto del 21 marzo 2023 che permette ai lavoratori di ottenere sulla retribuzione il versamento netto dei contributi previdenziali. Una opportunità che dà ossigeno alla busta paga e che di fatto allunga la permanenza sul posto di lavoro.

BONUS
L’incentivo, come ricorda anche Italia Oggi, è destinato a tutti i dipendenti del settore pubblico e di quello privato. Conti alla mano si tratta del 9,19 per cento della retribuzione. Non male. Va sottolineato che il bonus viene erogato al netto del cuneo fiscale. Dunque su una retribuzione mensile lorda di circa 1.600 euro, per chi resta in servizio arriveranno 74,28 euro netti fino a giugno e 26, 28 euro da luglio. Cifra che va relazionata, a seconda del reddito derivante dalla busta paga, ai 36 euro netti e agli 84 euro netti con la sforbiciata alle tasse in busta paga.
Va sottolineato che l’incentivo però non prevede l’accredito dei contributi previdenziali che non vengono versati dal datore di lavoro e di fatto non vanno a incidere sull’importo della pensione futura. L’incentivo può essere erogato fino al raggiungimento del 67esimo anno di età. Ricordiamo poi che l'importo dell’assegno maturato con Quota 103 ha un limite: non può superare cinque volte il trattamento minimo che viene stabilito ogni anno. Per il 2023, ad esempio, l’importo massimo mensile viene fissato a 2.818,65 euro. Il limite non trova più applicazione al raggiungimento del requisito anagrafico previsto per la pensione di vecchiaia, i 67 anni previsti dalla legge Fornero. Inoltre, facendo magari quattro conti sul restare e prendere l'incentivo o andare via, occhio alle finestre d’uscita. L’accesso alla pensione con Quota 103 è possibile dopo tre mesi dalla maturazione dei requisiti, per i lavoratori dipendenti da datori di lavoro diversi dalle Pubbliche amministrazioni e per quelli autonomi. La decorrenza della pensione non può comunque essere precedente al 1° aprile 2023; dopo sei mesi dalla maturazione dei requisiti, per i lavoratori dipendenti delle Pubbliche Amministrazioni.

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LE ALTRE NOVITÀ
Ma sul fronte pensioni le novità non sono finite. Infatti sono pronti gli assegni con l'aumento dell'importo per i trattamenti minimi che debutterà dal prossimo 1 luglio. L'incremento è destinato a chi percepisce il minimo e supera i 75 anni di età con un accredito che può lievitare fino a 600 euro. Di fatto oltre all'adeguamento previsto per l'inflazione che ha portato l'assegno a 563,74 euro, il governo ha predisposto una maggiorazione del 6,4 per cento per tutti i pensionati over 75. Per chi ha un'età inferiore invece sarà previsto un aumento dell'1,5 per cento con la pensione minima che toccherà i 572,20 euro. Le cose però cambieranno dal 2024. Questo aumento infatti è previsto solo per l'anno in corso. Da gennaio prossimo potrebbe entrare in scena un aumento unico per tutti i pensionati che percepiscono l'assegno col trattamento minimo. E di fatto l'aumento potrebbe ammontare al 2,7 per cento che va però sommato all'incremento maturato con l'inflazione. In questo momento non si può fare una stima degli importi dato che il tasso definitivo del 2023 non è stato ancora definito. Nel 2025 poi ci saranno ulteriori cambiamenti dato che la legge di Bilancio non ha previsto, al momento, nuovi incrementi al netto delle rivalutazioni per l'inflazione che scattano di default ogni 1 gennaio del nuovo anno. Insomma il cantiere pensioni resta aperto e si attendono novità sia sul fronte delle riforme per il superamento di Quota 103 sia su quello degli importi che, come promesso dal governo, potrebbero avere un ulteriore aumento con le prossime leggi di Bilancio. Ma questa è un'altra storia...

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