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Reati in aumento: la metà di quelli predatori fatta da stranieri

di Claudia Osmetti giovedì 25 maggio 2023

3' di lettura

Un arrestato (o denunciato) su tre non è italiano. Nel 2022 sono stati 271.026, nel nostro Paese, i cittadini stranieri pizzicati dalle forze nell’ordine con le dita nella marmellata, cioè mentre compivano una qualsivoglia attività illecita (oppure individuati come responsabili di una violazione del codice penale). Su tutte i furti e le rapine, reati per i quali la loro percentuale sale rispettivamente al 45,48% e al 47,31%. La fotografia (asettica, come lo sono sempre i numeri) la scatta l’istituto di ricerca Eurispes. Ci sono (e ci sono sempre stati) anche gli italiani che delinquono, per carità. Ché se una cifra si assesta al 50% significa che l’altra metà della torta riguarda i nostri connazionali. E dobbiamo raccontarci pure questo.

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Però il rapporto Eurispes parla chiaro: il 34,1% delle persone denunciate o arrestate, l’anno scorso, in tasca aveva un passaporto diverso rispetto a quello bordeaux con lo stemma della repubblica tricolore. Gli stranieri, in Italia, e questi invece sono dati dell’Istat, l’Istituto di statistica, ammontano a poco più di cinque milioni (5.030.726, per essere precisi all’unità) e rappresentano circa l’8,5% dell’intera popolazione, da nord a sud, da Belluno a Palermo. Le comunità più numerose sono quelle della Romania (21,5%), del Marocco (8,4%) e dell’Albania (8,3%). Complessivamente (e non c’entra la provenienza dei criminali di turno), l’Eurispes dice che gli episodi delittuosi stanno aumentando del 3,8% su base annua. Crescono, cioè, i furti (del 17,3%) e le estorsioni (del 14,4%) e le rapine (del 14,2%), ma c’è un incremento sostanzioso anche delle violenze sessuali (del 10,9%), della ricettazione (del 7,4%), dei danneggiamenti (del 2,9%) e delle lesioni dolose (del 1,4%).

Non è una buona notizia. Non lo sarebbe a prescidere, ma non lo è in special modo perché questo genere di reati, negli ultimi quindici anni, ha avuto un andamento altalenante: ha segnato il picco nel 2013, poi ha subito un calo più o meno costante fino al 2020, anno che però è stato particolare perché con la pandemia e i lockdown a intermittenza s’è fermato un po’ tutto, crimine compreso. E poi ha ripreso a salire nel 2021: negli scorsi dodici mesi i delitti commessi e registrati nelle varie questure del Paese sono stati 2.183.045.
Tra di loro si rilevano anche 314 omicidi (la metà, ossia 124, con vittima una donna, in 102 casi ammazzata in ambito familiare oppure affettivo), il 3% secco in più rispetto al 2021. Nel quadriennio che va dal 2019 al 2022 sono aumentati del 9% anche gli atti persecutori e del 12% i maltrattamenti tra le mura domestiche.

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C’è poco di cui star tranquilli. Circa la metà degli italiani (continua il rapporto Eurispes che è fresco fresco di stampa perché è stato presentato ieri mattina) si fida delle forze dell’ordine: il 52,8% della polizia di Stato, il 52,7% dei carabinieri, il 64,3% dell’esercito e il 64% dell’aeronautica militare. «Segno che queste realtà», spiega il documento, «rappresentano nel quotidiano, e nell’immaginario degli italiani, una garanzia e un punto di riferimento saldo: in tutto l’arco temporale, infatti, i tassi di consenso si collocano sempre al di sopra della metà degli intervistati». Non vale lo stesso per la situazione economica generale perché mostriamo poco ottimismo per i prossimi mesi: il 31,2% di noi crede che la situazione resterà stabile anche nel 2024, mentre per il 30% è destinata a peggiorare. Solamente l’8,5% (quindi meno di un italiano su dieci) è pronto a scommettere su effettivo un miglioramento. 

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