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Decima Mas? Non uno scivolone isolato: ecco tutti gli sfondoni della sinistra

di Marco Cimmino mercoledì 7 giugno 2023

4' di lettura

Viviamo in un’epoca di miti: la foresta di simboli bodleriana si è trasformata in un ginepraio, in cui districarsi è problematico. Un mito, però, ci appare, oggi come oggi, decisamente, farlocco: ed è quello della superiorità intellettuale (che di quella morale la storia ha già fatto carne di porco) della sinistra italiana.
La leggenda secondo cui gli intellettuali progressisti siano pozzi di scienza, per investitura divina, si è, un poco alla volta, sgretolata, sotto i colpi implacabili di gaffe imbarazzanti e di topiche di quelle per cui ci si dovrebbe andare a nascondere in fondo a una caverna.

Va detto che i mastri pensatori di sinistra, per solito, reagiscono ai propri giganteschi equivoci facendo spallucce, nella speranza che l’italico costume di dimenticarsi ogni cosa, nel breve volgere di una stagione, ne cancelli la memoria e l’onta. Noi, invece, tignosi come siamo, badiamo a ribadirli ogni volta che se ne presenti l’occasione, affinchè la gente comune possa toccare con mano la clamorosa inconsistenza culturale di questi presuntuosi produttori di apoftegmi, che, alla prova dei fatti, verrebbero bocciati a un esamino semplice semplice di storia. Insomma, non basta gridare ai quattro venti: io so tutto e lo so benissimo!

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CERVELLONI - Qualche volta, la vanagloria non basta e ci vuole qualche modesta pezza d’appoggio. Così, oggi che il duo comico Murgia-Saviano s’inventa la gag del saluto fascista alla parata del 2 giugno, facendo crollare dal ridere le colonne di Erodoto, vogliamo approfittare dell’eco suscitata da questo formidabile scivolone, per ricordare ai gentili lettori quale esilarante florilegio di idiozie siano riusciti a produrre i cervelloni dem, spacciando stupidaggini sesquipedali per verità rivelate, debitamente calate dall’alto. Scienziati di nulla scienza, ma di moltissima supponenza, alla faccia di chi pubblicazioni e titoli se li è guadagnati sul campo e, magari, a volte tace, per paura di apparire molesto o noioso.

Forse ricorderete, a titolo d’esempio, la nota foto in cui un milite della Guardia Repubblicana baciava la fidanzata: era l’aprile del 2020 e i giovani del Pd, evidentemente preda della sicinnide resistenziale, celebrarono il fascista, credendolo un partigiano.

Vabbè, in fondo, Mussolini era stato socialista. Credete che si siano scusati? Che abbiano ammesso la castroneria? Macchè: fin de non recevoir.
Non fece meglio, tre anni prima, quell’autentico fenomeno della Pinotti, che scambiò per bandiera nazista, con tanto di anatemi annessi e connessi, una bandiera della Kriegsmarine guglielmina, che sarebbe come scambiare il tricolore sabaudo per un vessillo della Rsi: e, per soprammercato, madama Pinotti era ministro della Difesa. Pensate se fosse scoppiata una guerra: avrebbe ordinato al 4° Stormo un attacco sottomarino! Oggi scherziamo su queste ridicole boutades, ma questa signora ha davvero diretto il dicastero da cui dipendono le nostre Forze Armate: è come se si affidasse la politica estera, chessò, a Di Maio.

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L’ossessione fasciofoba tende ad oscurare le capacità cognitive dei politicamente corretti al punto che, proprio per depistarla e irriderla, negli Usa hanno creato uno stato fittizio, il Kekistan (come dire la terra dei Biskotti), la cui bandiera, vagamente nazi nello stile, può trarre in inganno ignoranti e sprovveduti. E, infatti, puntualmente questo è avvenuto appo i cervelloni di casa nostra, che hanno alzato al cielo alti lai, dopo averne vista una a un comizio della Lega, nel 2018. Di nuovo la topica è stata smascherata e, di nuovo, nessuno ha fatto nemmeno un plissè, non si dice una rettifica.
E vogliamo parlare della recentissima cantonata presa dall’ineffabile deputato del Pd Scotto, che, in Parlamento, ha accusato Giorgia Meloni di non conoscere la date e, subito dopo, ha collocato la nascita della Repubblica il 25 aprile 1945? Nemmeno Marx avrebbe saputo scrivere una battuta così fulminante, nella sua implacabile ironia. Groucho Marx, intendo.

NIENTE LEZIONI - Ecco, questa è soltanto una piccola antologia delle scempiaggini, grandi e piccole, che questa gente è in grado di produrre, accompagnandole con una prosopopea inaudita, una colossale mancanza di umiltà, un’ipertrofia dell’ego che tracima. E costoro, questa gente che confonde il 2 giugno col 25 aprile, che non riconosce le bandiere, che gabella per partigiano un repubblichino in divisa, dovrebbe tenerci lezioni di storia? No davvero: adesso basta. Rivendico il mio diritto a denunciare questa egemonia, che non è né culturale né politica, ma solo psicopatologica. Voglio poter dire che un somaro è un somaro, anche se ammantato del laticlavio e, ancor più, di quell’aura di pseudocultura che promana dalla sinistra e dai suoi pensatoi iperuranii. Voglio poter dire, a nome di tutti quelli che, come me, hanno tutte le cartebolle al loro posto: state zitti, per una volta, ciuchi! E, se confondete un “attenti a sinist” con un saluto romano, sarà anche perché quelli come voi la naja la lasciano fare agli altri, ma, soprattutto, perché la vostra accecante albagia vi impedisce perfino di immaginare di stare dicendo un’idiozia. Eppure, di idiozia si tratta, credetemi. 

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