In Italia abbiamo un grande problema: la sinistra. Inteso nel senso più largo e non solo limitandosi al suo più grande contenitore politico che è il Pd. La sinistra è un problema di democrazia perché avendo il controllo di informazione, pubblica amministrazione e giustizia, impedisce al popolo di poter dare seguito al suo volere legittimamente espresso. Le ragioni del popolo - ovvero ciò che un tempo caratterizzava il senso socialista - diventano populismo, malpancismo e demagogia laddove cementano con l’area del centrodestra.
L’altra sera in televisione Giorgia Meloni, tra le altre questioni, ha toccato proprio l’insofferenza della sinistra di fronte all’azione di un governo legittimato dai cittadini. «La sinistra ti dice che sei autoritario per qualsiasi cosa». Ha ragione. La sinistra è arrogante e usa il suo potere consolidato per sovvertire dolcemente con la logica dei colletti bianchi che ormai frequenta amabilmente - ciò che ha piena e ripeto piena legittimazione popolare. Non passa giorno che ci dobbiamo sorbire le fregnacce sul pericolo fascista con tanto di corbellerie della Murgia, Saviano, Michele Serra e Brigate Rolex varie.
COLPIRE CHI NON È D’ACCORDO - Chi non fosse d’accordo con la sinistra e con quello che la sinistra ha accettato di sposare per compiacere alle élite diventa un bersaglio da colpire, da denigrare, da far scomparire. L’altro giorno Repubblica ha rimarcato che sul tema dell’ambiente o si va dietro al pensiero dominante o si diventa «nemici dell’ambientalismo»: «I partiti neofascisti avanzano in Europa e guadagnano popolarità su un radicale sentimento anti-green e sostenendo idee negazioniste sul cambiamento climatico».
Tutto schiacciato nel recinto dei cattivi, che come tali vanno combattuti. Nei giorni scorsi ho letto alcune dichiarazioni dell’ex ministro prodiano Alberto Clò, ideatore della rivista Energia: «La sinistra è succube di un approccio ideologico: quello che fa impressione è la completa assenza di dati e analisi scientifiche sulle conseguenze dei provvedimenti. Le norme su auto e case green rovineranno il ceto medio a vantaggio dei più ricchi e della Cina». Negazionista anche lui?
PIÙ GAY PRIDE CHE SAGRE - Lo stesso vale quando si parla di diritti Lgbt: è mai possibile che se il presidente della Regione Lazio ritira il patrocinio al Gay Pride debba partire la solita squadriglia di belle penne cariche d’inchiostro contro la destra retrograda e discriminatrice? Ci sono più Gay Pride che feste popolari. Ma poi dove sta scritto che si debba accettare tutto quel che stabiliscono lor signori? Sono decenni che attraverso la scuola e l’informazione “progressista” i nostri figli stanno subendo un martellamento sistematico sull’identità sessuale liquida, sul cibo sintetico al posto della carne o sull’ambiente che si salva con norme assurde. Siamo stati più “green” noi quando alle scuole elementari ci portavano nelle fattorie e vedevamo le galline, i tacchini, le oche, le mucche, i maiali. Adesso glieli fanno vedere con le lavagne multimediali, se va bene. L’ambiente o i diritti Lgbt, l’informazione o l’alimentazione sintetica: tutto diventa diritto se sta dentro la tesi mainstream e scatena, in nome della difesa del diritto stesso, il dovere di combattere e cancellare chi la pensa diversamente. Ecco perché la sinistra è un pericolo per la democrazia. Più subdolo perché fottutamente dolce...