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Berlusconi, dal mattone alla finanza: tutti i segreti del suo impero

di Sandro Iacometti mercoledì 14 giugno 2023

4' di lettura

«Penso che partire da zero per arrivare anche solo a Milano 2 mi potrebbe bastare. Tutto quello che è venuto dopo è in più». Ecco, è su quel “in più” (al netto della carriera politica) che si misura la statura del personaggio. L’intervista è del 1981. Silvio Berlusconi ha appena 44 anni e già si merita la copertina di Capital, la rivista che celebra i manager di successo. Del resto, ha costruito due città satelliti di Milano, è a capo della Fininvest, una finanziaria con partecipazioni in 44 società, dall’edilizia all’elettronica, possiede Canale 5 e si è pure comprato la quota di maggioranza del Giornale, il quotidiano fondato da Indro Montanelli. Può bastare? Macché. L’in più di Berlusconi è appena iniziato. Basti pensare, tanto per avere un’idea, che oggi la Fininvest fattura quasi 4 miliardi, controlla i gruppi Mediaset e Mondadori e ha il 30% di Mediolanum. Tre robette che messe insieme valgono in Borsa 2,8 miliardi. Mentre lui ha un patrimonio stimato da Forbes in 7,3 miliardi di dollari.

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La progressione messa in atto dal Cavaliere da quando, come ha dichiarato a Capital, è diventato autosufficiente facendo ogni tipo di lavoretto (aveva 14 anni), tra cui le esibizioni musicali con il suo amico d’infanzia e poi compagno inseparabile di viaggio Fedele Confalonieri, è impressionante. Il cammino imprenditoriale inizia nel 1961 (25 anni), anno della sua laurea, fonda la Cantieri Riuniti Milanesi insieme al costruttore Piero Canali. Poco dopo nasce la Edilnord. E l’impero comincia a prendere forma. Nel 1964 apre un cantiere a Brugherio per costruire una piccola città da 4.000 abitanti. A distanza di quattro anni nasce la Edilnord 2 di Lidia Borsani, cugina di Berlusconi, che acquista numerosi terreni a Segrate, dove sorge Milano 2. Nel 1973 viene fondata la Italcantieri. L'anno successivo viene costituita a Roma l'Immobiliare San Martino, amministrata da Marcello Dell'Utri, amico fin dagli anni dell'università. Successi imprenditoriali nel settore edile che il 2 giugno 1977 (a 41 anni) gli valgono la nomina a cavaliere del lavoro dal presidente della Repubblica Giovanni Leone.


LE TELEVISIONI
Da qui parte la seconda vita di Berlusconi. Nel 1978 rileva Telemilano, una televisione via cavo che operava dal 1974 nella zona di Milano 2. Due anni dopo nasce Canale 5, rete televisiva nazionale. Una rivoluzione. È la prima tv commerciale a rompere lo storico e fino ad allora inattaccabile monopolio della Rai. L’in più s’ingrossa rapidamente. Nel 1982 il gruppo, dal 1978 diventato Fininvest, procede all'acquisto di Italia 1 dall'editore Edilio Rusconi e due anni dopo di Rete 4 dal gruppo editoriale Arnoldo Mondadori Editore. Per finanziare il suo business, non avendo il canone alle spalle, Berlusconi si crea anche la sua concessionaria: Publitalia, dalle cui file di manager più fidati arriveranno, nel 1994, molti dei dirigenti politici con cui organizza la sua discesa in campo. Insieme ai soldi, però, arrivano anche i guai. Il duello con l’emittente pubblica gli procura le prime grane. I pretori oscurano le reti, l’ex premier Craxi le riaccende, aprendo la strada al secondo polo televisivo.

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Ma la partita ormai non è più nel campo dei soli affari. Anche perché al Cavaliere quel concetto di “bastare” va stretto come una camicia di forza. Nel 1986 fonda in Francia La Cinq (chiusa nel 1992); in Germania, nel 1987, Tele 5 (chiusa nel 1992 e riaperta nel 2002); in Spagna nel 1990 nasce Telecinco. Ma la tv non è l’unico terreno di espansione. Nel 1986 Berlusconi diventa proprietario, e presidente - del Milan (da cui si congeda nel 2017 dopo averla venduta ad un fondo Usa). Nel 1988 acquisisce il gruppo Standa dalla Montedison e nel 1991 i Supermercati Brianzoli dalla famiglia Franchini. E qui arriva la seconda grana. Nel 1990 Berlusconi acquisisce la Mondadori e l'Einaudi, innescando però un lungo e complicato scontro giudiziario, durato oltre 20 anni, con la Cir di Carlo De Benedetti: si tratta della famosa guerra di Segrate e dell'altrettanto noto Lodo Mondadori. Nel 1991, con la mediazione di Giuseppe Ciarrapico, Fininvest e Cir-De Benedetti raggiungono un accordo sulla spartizione dell'asset: la casa editrice Mondadori, Panorama ed Epoca passano alla Fininvest, che riceve anche 365 miliardi di conguaglio, mentre il quotidiano La Repubblica, il settimanale l'Espresso e alcune testate locali a Cir-De Benedetti. Spartizione che non soddisfa tutti. Si innesca così un duello interminabile, in un groviglio inestricabile di giustizia e politica, che si conclude con la sentenza della Cassazione del 2013, che impone alla Fininvest di risarcire la Cir con un maxi-assegno da 494 milioni.


Nel frattempo le televisioni sono state riunite in Mediaset, creata nel 1993, quotata nel 1996, ed ora diventata MediaForEurope. E il gruppo si è allargato anche alle radio: oggi fanno parte della galassia Radio 105, R101, Virgin Radio, Radio Monte Carlo e Radio Subasio. Capitolo a parte merita Mediolanum, società nata da un incontro casuale tra Berlusconi ed Ennio Doris, che diede l’avvio ad un sodalizio di idee, obiettivi e principi durato fino alla morte di Doris, lo scorso anno. Il primo tassello nel 1982 con Programma Italia, che poi nel 1997 acquisisce il nome di Banca Mediolanum. Un colosso del risparmio basato su una solida rete di consulenti, ma soprattutto, sulla fiducia. Fattore su cui il Cavaliere ha costruito la sua fortuna. 

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