Da faccia di tolla a faccia di Conte. Giuseppe Conte, ovviamente. Forse il più clamoroso, impenitente e impunito "rimangiatore di promesse" seriale della politica italiana. Omissioni, strumentalizzazioni, imbarazzanti conversioni a U. Sulla sua assenza ai funerali di Silvio Berlusconi si è detto e scritto molto, e tutti sono sostanzialmente d'accordo: è stata una caduta di stile. Mentre in Duomo a Milano andavano in scena le esequie di Stato del 4 volte premier e leader di Forza Italia (che ha condiviso con lui il sostegno e poi la sfiducia all'allora premier Draghi), lui, il capo del Movimento 5 Stelle, ha pensato bene di farsi beccare in un ristorante del centro di Roma. "Non ci sono andato per rispetto della famiglia di Berlusconi e del Movimento", ha spiegato l'avvocato di Volturara Appula, quasi scusandosi, per poi però contrattaccare parlando di "clima di canonizzazione surreale" figlio, parola sua, "del conflitto di interessi" mai risolto. Come suol dirsi, la toppa è peggio, molto peggio del buco.
D'altronde, siamo di fronte al più grande professionista di salto del fossato (in alto, in lungo, triplo e pure di traverso) ancora in attività. Gli va dato atto però di aver rivelato la sua spregiudicatezza fin dal suo clamoroso esordio in politica. Improvviso, fulminante, illuminante. Dopo una trattativa lunga un mese, la scombiccherata maggioranza gialloverde sceglie lui, nel maggio 2018, come futuro premier. Chi è, di grazia? Si domanda la stragrande maggioranza degli italiani. Il leghista Matteo Salvini si fa convincere dal grillino Luigi Di Maio, che invece sicuramente lo conosce meglio di lui. Viene fatto passare dal Movimento come un presidente del Consiglio "super partes", quasi tecnico. A-politico. Lui però, svelandosi poco a poco, ammette di venire da una formazione "di centrosinistra". Un campanello d'allarme per Matteo. Ci metterà qualche mese a rivelare il suo vero volto. Nell'estate del 2019, nel braccio di ferro con Salvini su migranti e sbarchi si fa passare per vittima del suo ministro degli Interni, di fatto incolpandolo di decidere al posto suo sui casi Sea Watch, Opern Arms e Diciotti. Una strategia politica e comunicativa surreale, eppure... Dopo pochi giorni, Salvini sfiancato fa saltare la maggioranza al Papeete, contando sui sondaggi che vedono la Lega in volo e i 5 Stelle a picco. Non poteva immaginare fin dove si sarebbe spinto il premier.
La goffa strategia di smarcamento sull'immigrazione, ripetuta drammaticamente anche nell'aula di Tribunale di Palermo negli anni a venire, è servita a Conte per "ripulirsi la coscienza" davanti ai suoi futuri alleati, quelli del Pd. Certo, i decreti sicurezza li ha firmati (d'altronde, nessuno fino a Draghi ha pensato di smantellarli), ma son dettagli. Quando a settembre è Matteo Renzi, ancora per poco il leader dei dem, a profilare un clamoroso cambio di colore (largo ai giallorossi) per evitare un sanguinoso ritorno alle urne, lui non solo non fa una piega (seguendo l'esempio di Di Maio, quello del "mai con il partito di Bibbiano) ma anziché dignitosamente ritirarsi a vita privata tornando al suo fortunato studio legale accetta con entusiasmo di restare premier. L'unico caso al mondo di presidente del Consiglio in grado di sostituire la destra con la sinistra non in carriera, non in una legislatura, ma in una settimana. Capolavoro.
Cosa attendersi da un tale campione di "gianismo"? Di tutto e di più. A pochi mesi dal suo insediamento-bis, Conte deve affrontare la più grande crisi dal Dopoguerra, la pandemia Covid. Lui ci prende gusto, diventa il premier dei Dpcm, i decreti d'urgenza emanati direttamente dal premier bypassando il Parlamento, inaugura una serie di dirette-fiume e discorsi alla Nazione anche negli orari più improbabili. Insieme al comprensibile clima di terrore e angoscia, aumenta a dismisura anche il suo gradimento personale. Quando la gestione del virus, a partire dai lockdown in Lombardia, finirà sotto processo politico e giudiziario, scaricherà le colpe sul governatore Attilio Fontana, accusato di aver perso tempo sulle zone rosse a Nembro e Alzano. Questo significa avere piglio da leader.
Politicamente, però, Conte si gioca la reputazione nell'anno e mezzo che intercorre tra la crisi del governo Pd-5Stelle, condotta da quel gran volpone di Renzi (che nel frattempo aveva fondato Italia Viva proprio per poter mettere in saccoccia il premier-tampone) e la caduta del suo successore, Mario Draghi. A inizio 2021 è chiaro a tutti come i giallorossi non abbiano più i numeri per reggere. A tutti, tranne che a Giuseppe che tenta disperatamente di trovare un manipolo di "volenterosi", pesci piccoli pescati dal Misto e dagli ex grillini, per restare a Palazzo Chigi. Alla fine dal Quirinale e non solo gli fanno capire che "non è cosa" e a malincuore deve rassegnarsi a fare la spalla di Draghi.
Dura minga, direbbero dalle parti di Milano. E infatti dura poco. A novembre, i maldipancia grillini nascono per le nuove nomine in Rai. Conte annuncia "L'Aventino televisivo", imponendo ai suoi uomini lo stop alla partecipazione del Movimento ai programmi della tv pubblica. Nel giro di pochi giorni, accortosi che la linea dura avrebbe portato zero benefici e molti malus, ci ripensa: "Occorreva chiarire che il merito e il metodo, per le ragioni già anticipate, non ci sono apparsi assolutamente condivisibili" ma, specifica, "l'intenzione non è quella di contrastare quella che è la funzione del servizio pubblico, o prendere una decisione irreversibile". Il classico "abbiamo scherzato.
Anno nuovo, vecchio schema. Il balletto sulla sfiducia al governo di unità nazionale viene innescato nella primavera del 2022 proprio dai 5 Stelle, sull'onda molto populista del no alla fornitura di armi all'Ucraina dopo l'inizio dell'invasione russa di febbraio. In tanti prevedono uno scivolone in aula sul voto al decreto in questione. Conte, sondaggi in mano, dopo aver fatto fuoco e fiamme è incerto se trarre il dado e far cadere SuperMario, prendendosi la responsabilità di lasciare l'Italia senza governo in un momento di grave crisi internazionale. Il premier interviene il 21 giugno in Parlamento, ci si aspetta un redde rationem, ma Conte smorza: "Non abbiamo mai inteso questo confronto come un test per mettere in difficoltà il governo". E pensare che aveva minacciato "la conta"... Tranquilli, comunque: un mese dopo crolla tutto, per gli stessi motivi. Anche in questo caso, Conte finge di cadere dalle nuvole dando la responsabilità della crisi a Draghi, evidentemente troppo suscettibile.
Tutti alle urne, dunque, subito dopa le vacanze. Sotto l'ombrellone è il caos: nel centrosinistra Enrico Letta, Giuseppe e Carlo Calenda trattano per andare insieme, ma pochi giorni dopo il voto di sfiducia è il segretario dem uscente a rompere con il grillino. Dal canto suo, Conte non passa giorno senza condannare l'ex alleato, accusandolo di aver fatto sua "l'agenda Draghi". Ad agosto, sondaggi e scenari sono sempre più chiari: Giorgia Meloni potrebbe guidare Fratelli d'Italia e il centrodestra a un trionfo epocale. Solo un campo larghissimo dei progressisti potrebbe sbarrarle la strada. Nella ridda di ipotesi post-voto, Conte a Mezz'ora in più spiazza pure Lucia Annunziata, che in carriera ne ha ascoltate di tutti i colori: "Mi auguro di governare da solo ma questo dipende dai cittadini. Realizzare un monocolore diventa un po' improbabile, quindi la prospettiva, domani, di dover lavorare con altre forze politiche, a partire dal Pd, ci può stare". Certo, assicura, "le delusioni maturate ci rendono ancora più prudenti ed esigenti, direi intransigenti". "Non cederemo su nulla", tranne che alla tentazione irresistibile di collezionare figuracce.
Il bilancio delle devastanti inondazioni causate dalla tempesta che ha colpito il Texas centrale sale ad almeno 51 morti. Ventisette i dispersi.Il dato ufficiale fornito dalle autorità parla ancora di 43 vittime ed è probabile aumenti nella zona più colpita della contea di Kerr. Sempre le autorità sabato in una conferenza stampa hanno dichiarato che 15 delle vittime erano bambini. Il governatore Greg Abbott ha promesso che le squadre avrebbero lavorato 24 ore su 24 per soccorrere e recuperare le vittime. Ancora da ufficializzare il numero delle persone disperse, a parte 27 bambine che si trovavano in un campo estivo femminile.