Attenzione, tenetevi forte: La Stampa «diventa il primo giornale in Italia a introdurre la figura del diversity editor». Proprio così, ed era ora! Adesso è realtà. Lo ha detto in un video il direttore, Massimo Giannini. Si scrive “diversity” e si pronuncia “daivèrsiti”. Finalmente il diversity editor! Sì, ma un secondo: cos’è il diversity editor? Ce lo spiega proprio il diversity editor della Stampa, Pasquale Quaranta, sempre nello stesso video: «Ci occuperemo di quelle differenze come dell’identità di genere, il genere, l’orientamento sessuale (e perché non di genere?, ndr), l’etnia, la disabilità, che ancora oggi purtroppo sono oggetto di discriminazioni». D’accordo, ma cosa deve fare, in concreto, il diversity editor?
«Cercherò di sensibilizzare dall’interno della redazione le mie colleghe e i miei colleghi e cercherò di sensibilizzare anche il pubblico creando dei contenuti più inclusivi. Il diversity editor», racconta il diversity editor, «è nel Dna di questo giornale, perché La Stampa ha avuto nella sua storia più recente il ruolo di web editor, di social media editor, di innovation editor, ha avuto la pubblic editor, per informare in modo sempre più inclusivo», però, aggiunge il Quaranta, «c’è bisogno del vostro aiuto, che ci raccontiate le vostre storie, che ci diciate quali termini secondo voi sono scorretti, sono più appropriati, o peggio ancora sono offensivi.
Scriveteci in direct e saremo protagonisti di un cambiamento sociale e culturale che vogliamo vedere nel nostro Paese». E noi ce lo vediamo già il diversity editor che passa dietro alle sedie dei colleghi della Stampa, sbircia gli articoli e interviene: «Un po’ più Lgbt qui, forza!». «Quel passaggio lì non è abbastanza fluido!». «Non binario! Si scrive non binario!». «Avanti con il queer! Ci vuole più queer». «Il trans, lì metti il trans!». «Inserisci lo schwa in fondo alle parole, niente differenze tra termini maschili e femminili in questo elaborato! Quante volte te lo devo dire?». Un po’ un maestro della neo -lingua progressista, questo diversity editor. Ma anche un po’ motivatore.
Anche nel Cervia allenato da Ciccio Graziani- ricordate la trasmissione tivù “Campioni”?- c’era un motivatore, tale Livio Sgarbi, che però veniva sbertucciato talmente tanto dai ragazzi della squadra che la Gialappa’s Band lo ribattezzò “l’immotivatore”. E però, dice Giannini con lo sguardo di chi ne sa, «nel nostro Paese i diritti della comunità Lgbtqia+ (e chi più ne ha più ne metta)- sta per lesbiche, gay, bisessuali, transgender e transessuali, queer, intersessuale, assessuale, e il “più” ingloba altri orientamenti sessuali e/o identità di genere - «i diritti della comunità Lgbtqia+ sono sotto attacco, ma i diritti», prosegue il direttore della Stampa, «vanno ampliati perché contribuiscono a rendere più equa la nostra democrazia». Ci penserà il motivatore Quaranta a difenderla. Ora c’è anche il diversity editor a difendere la popolazione italiana dalla Meloni e da quegli intolleranti buzzurri delle destre. Evviva!
Il bilancio delle devastanti inondazioni causate dalla tempesta che ha colpito il Texas centrale sale ad almeno 51 morti. Ventisette i dispersi.Il dato ufficiale fornito dalle autorità parla ancora di 43 vittime ed è probabile aumenti nella zona più colpita della contea di Kerr. Sempre le autorità sabato in una conferenza stampa hanno dichiarato che 15 delle vittime erano bambini. Il governatore Greg Abbott ha promesso che le squadre avrebbero lavorato 24 ore su 24 per soccorrere e recuperare le vittime. Ancora da ufficializzare il numero delle persone disperse, a parte 27 bambine che si trovavano in un campo estivo femminile.