Ma facciamo un controbilancio. La Meloni e il suo governo non stanno bene e l’Italia sta ancora peggio? E certo, è l’inappellabile verdetto dem. L’Italia del centrodestra è isolata in Europa, no vax, negazionista del cambiamento climatico, consumata dalla rivalità tra Giorgia e Matteo, protesa solo a cambiare il sentiment del Paese e a congelare le pretese Lgbtq, manettara, sull’orlo del fallimento, piena di clandestini, revisionista, nepotista e, aiuto-aiuto, non rinnega più Dio. Ma come stanno i compagni che puntano il dito?
Da tre sinistre divise che erano, sono diventate cinque, forse sei e prossimamente sette. Marciano insieme per andare a fondo separate. A Pd, M5S e la scoppiata coppia Renzi-Calenda si è aggiunto Landini. Il segretario della Cgil si propone come fare della sinistra, partendo dal presupposto che lui ha gli iscritti e gli altri non hanno i voti. Tutto fila, senonché vuol far politica fuori dal Parlamento e senza passare dalle urne. Se il progetto ce l’avesse uno di centrodestra, lo chiamerebbero eversivo. Lui però può fare a brandelli la Costituzione con la scusa di difenderla e parlare di unità della sinistra facendo sgambetti quotidiani a Schlein e Conte. E i lavoratori, che guadagnano quattro lire e hanno perso potere d’acquisto da che lui si occupa di loro? Più poveri restano, più Landini è convinto che ci sia bisogno di lui.
LE SCONFITTE GRILLINE
I più in forma della compagnia sono i grillini, che valgono meno della metà di cinque anni fa e sono spariti quasi tutti, elevato fondatore incluso, per fare posto all’avvocato del Popolo. Sono galvanizzati perché, con ancora un paio di mesi di Schlein al Nazareno, supereranno nuovamente il Pd. Hanno perso il reddito di cittadinanza e la via della seta, in compenso con il superbonus hanno fatto ancora più ricchi i proprietari di seconde case e di immobili di lusso e messo sull’orlo del fallimento migliaia di famiglie di ceto medio e imprenditori improvvisati che gli avevano creduto. Continuano a promettere soldi che non hanno mai fatto né avuto e rimpiangono tempi migliori; quelli del Covid, quando c’erano loro.
Meno male che c’è il Pd, prossimo all’ennesima scissione. Ora che si è separato Tiziano Ferro le battaglie per le famiglie gay vivono un momento di immanenza, la Schlein continua a cambiare colore al vestito ma non trovale parole giuste per parlare ai suoi. Peraltro dev’essere daltonica, quando guarda la Meloni vede solo nero, che per casualità è lo stesso colore del suo futuro. È cosa nota, i dem sono divisi, guidati da una minoranza movimentista arrivata da fuori e da un’anima bollita che era uscita ma ora è rientrata attraverso Bersani. Chi ha gestito il potere negli ultimi dieci anni è in castigo, e questo si può capire; d’altronde, per riprendere il timone si affidano a Gentiloni... Idem, finita la narrazione anti -fascista, non trovano il bandolo della matassa. Tutti i loromiti economici, dalla terza via alla globalizzazione, dall’Europa unita all’immigrazione come fonte di ricchezza sono crollati. Quanto alla difesa dei diritti civili, siamo al punto di saltare su ogni palpata su un fondoschiena femminile per lanciarsi in invettive contro la destra patriarcale.
I CAPPONI DI MATTEO
Quanto a Calenda e Renzi, sembrano piuttosto i capponi di Renzo, che continuarono a beccarsi finché non finirono in padella. Sono dei fenomeni, non si sono mai sposati eppure hanno divorziato venti volte. Ora pare che siamo a quella definitiva. A starli a sentire, per chi ha pazienza, talvolta dicono anche cose giuste; il problema è che solo tre italiani su cento incaricherebbero loro di farle. Non è un caso quindi che l’opposizione sia ormai rappresentata dai “tendini”, dagli eco-terroristi che bloccano le strade e da chi sfila in calzamaglia e paillettes ai Gay Pride. Già perché l’opposizione istituzionale, quella che va d’accordo solo quando si tratta di attaccare Meloni e Salvini, sugli argomenti della politica batte in testa. Rimprovera al governo di essere isolato in politica estera, ma se ci fosse la sinistra a Palazzo Chigi non si saprebbe se l’Italia sta con Zelensky o Putin, con gli Stati Uniti o con la Cina, con i governi africani o con gli scafisti.
Probabilmente, è vero, avremmo rapporti più facili con la Francia, che però ha maledetto perfino Papa Bergoglio, e con la Germania, che gli Usa da anni considerano una sorta di quinta colonna di Mosca, ma a un prezzo salatissimo. L’Europa infatti vuole tornare al rispetto stringente dei parametri economici. Siamo in recessione e pensano di uscirci aumentando il costo del denaro e impedendo agli Stati di investire e spendere. Già, l’opposizione nostrana combina il peggio dell’europeismo con l’assenza totale dell’insegnamento dell’europeista Draghi, nel nome del quale l’anno scorso aveva sfidato il centrodestra, intestandosi un uomo non suo. L’ex governatore è contro il ritorno all’austerità e per una disciplina nostrana della spesa pubblica, che però i giallorossi – perché in questo sono ancora uniti – ignorano. Elly, Giuseppi e Landini, tutti appassionatamente insieme nello sfascio dei conti.
BATTAGLIE PERSE
Quanto all’immigrazione, alla lotta alla criminalità, allo stop all’eugenetica e agli uteri in affitto, c’è da mettersi le mani nei capelli. Ancora tre quarti di sinistra spaccia gli immigrati come risorse, con Conte bifronte che accusa il suo ex ministro Salvini di aver fatto la guerra ai clandestini ma poi va a Lampedusa per attaccare la Schlein, segretaria del partito dell’accoglienza. Balzano anche l’atteggiamento sul tema sicurezza. Manette a chi fa la manomorta, come in Spagna, e comprensione per chi deruba il prossimo in metropolitana. Denuncia del bullismo dilagante ma attacchi al governo se ripristina il sette in condotta. Tra il demente e il truffaldino la politica ambientalista. L'Italia produce meno dell’uno per cento delle emissioni inquinanti – l’Europa tutta fa l’8 – e l’opposizione vuole rottamare tutto il parco auto nostrano per sostituirlo con veicoli abatteria cinese nonché coibentare e cambiare riscaldamento alle case di tutti – ricchi esclusi. I veri miracolati dal governo del centrodestra sono questi sinistrati. Se fossero al posto di Meloni e soci, attaccherebbero l’Italia a un carro che non c’è più, quello l’anno franco -tedesco, e prossimo, quando probabilmente Trump tornerà alla Casa Bianca, mollerebbero gli Stati Uniti per mettersi in braccio a Xi Jinping.