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Brunella Bolloli, Massimo Giannini? Silurato: a "La Stampa" arrivano i tecnici

di Brunella Bolloli venerdì 6 ottobre 2023

3' di lettura

Lo confessiamo: ci mancherà non leggere più la domenica mattina l’editoriale di Massimo Giannini, così pacato e obiettivo, super partes da fare invidia ai discorsi quirinalizi e talmente neutro da sembrare il dispaccio di un’agenzia. Sarà triste non commentare più con i colleghi l’articolo di fondo del direttore de La Stampa di Torino: ad ogni riga regalava un’emozione, pieno com’era di invettive antigovernative e di bordate alla premier Giorgia Meloni e ai suoi ministri, pezzi al cui confronto l’Unità sembra un foglio moderato e il Fatto quotidiano l’organo di riferimento dei centristi. Non potremo più farlo perché da domani Giannini non sarà più il timoniere del quotidiano piemontese del Gruppo Gedi e stavolta la notizia è lui in persona e non i titoli left-oriented che ci scodellava sul giornale di casa Agnelli.

Il Comitato di redazione della Stampa ieri infatti è stato convocato dal nuovo amministratore delegato di Gedi News, Corrado Corradi, e dal responsabile delle risorse umane, Alessandro Bianco, i quali hanno comunicato che dal 7 ottobre Giannini avrebbe lasciato la direzione della Stampa per diventare editorialista e commentatore di Repubblica (stesso gruppo editoriale) con un ruolo anche nella produzione di podcast. Insomma, una penna rossa come la sua non resterà senza lavoro, questo è sicuro, ma al suo posto è stato scelto Andrea Malaguti, bolognese, già capo della redazione romana, salito a Torino e promosso vicedirettore vicario, autore di qualche reportage sulla mafia a Foggia e a Napoli e di ampie interviste a personaggi del mondo dello spettacolo, con poche incursioni tra gli spifferi di Palazzo e buoni rapporti con il leader M5S Conte. Malaguti, che scavalca quindi l’altro vice Federico Monga, avrà «la missione di rafforzare il legame della testata con i lettori del suo territorio e dare ulteriore slancio all’innovazione» e sarà un direttore “tecnico” molto diverso dal “politico” Giannini, che non ha mai nascosto le sue idee (di sinistra) ed è cresciuto professionalmente nella Repubblica di Eugenio Scalfari ed Ezio Mauro -_ mentre non sembra avere un grandissimo feeling con l’attuale inquilino di largo Fochetti, Maurizio Molinari.

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Il comunicato del Cdr si conclude con i migliori auguri sia a Giannini che a a Malaguti e l’annuncio che dalla prossima settimana inizieranno gli approfondimenti sul nuovo piano di riorganizzazione. Fin qui gli elementi certi. Ma trattandosi del quarto quotidiano italiano per diffusione, uno dei più antichi e prestigiosi (è stato fondato nel 1867), ed essendo Giannini un intellettuale di riferimento della sinistra, c’è il sospetto che sia accaduto altro. A Giannini è stato dato il tempo di firmare ancora da direttore il giornale questa settimana in cui la città di Torino è stata al centro del dibattito politico grazie al Festival delle Regioni, ma già dalla prossima tornerà a Roma, che poi è casa sua. Possibile che diventi ospite fisso del suo amico Fabio Fazio o che, addirittura, Discovery possa proporgli un programma su La9. Sorprende, comunque, che il siluramento del direttore arrivi nei giorni in cui alla Stampa si sblocca il nodo dei prepensionamenti dei tipografi, una vicenda che andava avanti da almeno un anno e che creava tensioni tra azienda e dipendenti, dopo che erano naufragate le trattative con l’Inps. Nel 2024 Gedi punta a liberarsi di un ulteriore truppa di assunti per «rafforzarsi sul territorio», cioè diventare più “regionale” (La Stampa, vende soprattutto in Piemonte, ma ultimamente le copie sono calate netto anche lì) e per farlo ha bisogno di un dialogo con il governo per agevolare l’arrivo di fondi per i prepensionamenti e Giannini, con i suoi editoriali partigiani, non era certo la persona più funzionale a questo progetto. Nel giro di valzer delle poltrone del gruppo Gedi c’è da registrare anche il cambio al Secolo XIX di Genova: via dal 16 ottobre Luca Ubaldeschi, che ha guidato il quotidiano per cinque anni, dentro Stefania Aloia, prima donna al vertice del foglio ligure. Aloia, torinese, con lunghe esperienze in settimanali locali, è approdata a Repubblica nel 2008 dove nel 2021 è stata promossa vicedirettore. Con la sua nomina al vertice del Secolo diventa la quinta direttrice di un media italiano, assieme ad Agnese Pini, (Qn, La Nazione, Il Resto del Carlino, Il Giorno), a Rita Lofano (Agi), Nunzia Vallini del Giornale di Brescia e Alessia Lautone, direttrice di Lapresse.

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