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Elly Schlein, la giovane fregata dal finto-giovane Giuseppe Conte: Pd, che flop

di Andrea Tempestini venerdì 6 ottobre 2023

3' di lettura

Elly Schlein, confermando lo spirito giovanilista e collettivista che la caratterizza, ci ha spiegato che sulla sua candidatura alle Europee non decide lei, «ma il partito». La palla passi all’assemblea. Al collettivo e all’aula magna. Sulle basi di questa premessa, un poco tendenziosa per quel che concerne l’aula magna (ma non così lontana dal reale) stupisce quanto emerge da un sondaggio Quorum Youtrend: fra gli elettori tra i 18 e i 30 anni Pd insegue M5s, 16,2% contro i 17,1 %.

Queste cifre nonostante le sneakers bianche e il trench-tendenza-eskimo di Elly; nonostante gli esordi con #OccupyPd al fianco del sempre-giovane Pippo Civati. E soprattutto nonostante la pochette – così retrò! - e i completi azzimati del finto-giovane Giuseppe Conte. Un dato che sorprende anche perché Elena Ethel detta Elly (giusto per ricordarci che lei è molto giovane) da tempo insegue l’avvocato del popolo: il salario minimo (il Pd oggi lo sventola come suo vessillo, ma la battaglia nacque grillina), le barricate per il reddito, i tentennamenti molto “giovani” sulle armi a Kiev. Niente da fare, l’inseguimento è fallito. Per completezza, registriamo che FdI nel medesimo sondaggio domina: tra i 18 e i 30 anni pesca il 29,2%. C’è da riflettere, al Nazareno.

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E le riflessioni diventano tormenti quando nelle sacre stanze dem, ieri, hanno sfogliato Repubblica, sulle cui pagine campeggiava un secondo sondaggio, azzimato come i completi di Conte. Già, perché Rep lo ha impomatato così bene da farlo sembrare una buona notizia (per Elly). Titolo: «Il Pd più vicino a FdI. Ora Schlein sorride. Perde i moderati ma cresce a sinistra». Il sorriso viene iconicamente confermato da una foto della segretaria con espressione gioviale. Ma questa, del sorriso, è l’unica conferma. Il Pd «più vicino» a FdI, nel sondaggio Winpoll, si traduce in un 27,3% a 20,8%. Distanze siderali. Mettiamoci anche che rispetto alla prima rilevazione dello stesso istituto dopo le primarie di febbraio in cui Elly s’impose, il Pd perde mezzo punto (era giugno: Pd al 21,3%, FdI al 28,7%). Vero è che le distanze un poco si accorciano, ma i dem calano. C’è poco da sorridere.

E il “teorema della letizia” infiocchettato da Repubblica crolla definitivamente quando scopriamo che da che è segretaria Elly ha perso il 4,8% tra gli elettori moderati, guadagnando il 6,6% nell'area rossoverde (sinistra-sinistra e grillini ordotossi). «Un amuleto, per Schlein - scrive Rep -: Winpoll è l'unico istituto che ha azzeccato l'esito delle primarie, ribaltando i pronostici che davano in testa Bonaccini. Dunque la segretaria è convinta che i numeri siano buoni».

Convinta lei, convinta (forse) Repubblica e convinto nessun altro. Già, perché al netto delle considerazioni sul raggiungimento del plateau di consensi (da marzo non ci si schioda da quel 20% di fatto), sommessamente notiamo come la sinistra senza i voti dei “moderati” non abbia mai vinto. Le eccezioni sono Renzi (eccezione teorica, ché a livello nazionale non si è mai imposto) e Prodi (che ai moderati, nella doppia accozzaglia parlamentare che ci propose, aggiunse i rifondaroli e i Turigliatto. Come è andata a finire ce lo ricordiamo tutti).

Conclusioni: i “giovani” le preferiscono Giuseppi. Perde i voti dei moderati ma guadagna (pochi) consensi nel sottobosco radicale. Venti per cento era e 20% resta. Sicuri che Elly sorrida? 

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