Laura Boldrini, che ieri presentava la sua proposta di legge per l’istituzione di un Giorno della Memoria per le vittime del colonialismo italiano, ci aveva detto che erano risorse. Di Africa, come dimostra anche la sua ultima iniziativa, la signora non ha mai capito nulla. Mentre concionava sulle presunte colpe dei nostri trisnonni, perle quali dovremmo sentirci responsabili noi, la realtà la contraddiceva e si spargeva la notizia che il terrorista assassino che lunedì sera ha ucciso al grido di “Allah Akbar” due ignari e innocenti svedesi a Bruxelles era arrivato in Italia con il barcone nel 2011. Risorsa sì, ma per il jihad, la guerra santa islamica che si propone la distruzione prima di Israele e poi di tutto l’Occidente.
RICHIESTA DI ASILO - Abdesalem Lassoued, il killer tunisino, ha la trafila tipica del clandestino: Italia, poi un Paese del Nord Europa, nel suo caso la Svezia, che ce lo rimanda grazie al maledetto trattato di Dublino che ci obbliga a riaccogliere tutti gli irregolari sbarcati da noi. La Digos nel 2016 lo identifica come estremista e questo gli vale il rifiuto della richiesta di asilo. Non ha avuto la fortuna di imbattersi nella toga catanese che da giorni sta disapplicando il decreto del governo e disperdendo per l’Europa tutti i clandestini che le fanno richiesta di lasciare i centri di permanenza per i rimpatri. Malgrado sia pericoloso, nessuno lo tocca e il futuro assassino se ne va in Belgio con la famiglia, pronto a colpire.
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La sua storia, come quella dei membri dell’Isis arrestati ieri a Milano, egiziani che lavoravano nel settore delle pulizie dimostra due cose. La prima è che il terrorismo viaggia anche sui barconi, come già denunciato due anni fa a Libero dall’attuale ministro delle Difesa, Guido Crosetto, e negato anche in questi giorni di paura da tutto il mondo progressista. La seconda è che non ci si può fidare di nessuno; anche gli islamici che sembrano integrati, che hanno un lavoro o dei figli possono trasformarsi in tagliagole. Il fanatismo religioso e l’odio per l’Occidente prevalgono su affetti e desiderio di vita.
È inevitabile che, su centinaia di migliaia di arrivi, ci siano delle mele marce. Però gli eventi degli ultimi giorni ci confermano che esse sono contagiose. Parlare di lupi solitari è un grave errore.
L’attività di proselitismo e reclutamento in Occidente è fiorente e non è solo questione di mancata integrazione.
La Svezia, il Belgio i posti dove Lassoued ha soggiornato e colpito sono Paesi che integrano, dove i musulmani godono di un Welfare pari a quello dei cittadini originari e possono far carriera, anche nelle istituzioni o in politica. L’Italia poi è la sola nazione al mondo dove una consistente parte dell’opinione pubblica e delle forze politiche sono apertamente favorevoli all’immigrazione di massa, anche illegale. Chi ha questa posizione non capisce che gli arrivi indiscriminati generano povertà, disagio, marginalizzazione e quindi spingono gli immigrati verso il terrorismo perché l’islam fornisce loro una spiegazione per gli affanni (il sistema occidentale corrotto), un nemico da odiare (le nazioni che li accolgono) e uno scopo (dedicare la vita alla causa della guerra santa).
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Negare queste realtà significa di fatto chiudere gli occhi davanti alla minaccia del jihad fino a favorirlo. L’aspetto più inquietante è che la guerra santa non è un fenomeno limitato ai terroristi o a pochi invasati, ma è condivisa dalla stragrande maggioranza degli islamici nel mondo e da decine di migliaia di quelli che stanno in Europa da decenni. Basta andare fuori dalle moschee per constatarlo. Anche dopo la mattanza di dieci giorni fa in Israele, i fedeli si schierano con Hamas e condannano gli ebrei.
I CORTEI - Nei cortei pro-Palestina di sabato scorso in Italia non c’è stata una sola parola di condanna per i tagliagole, celebrati come eroi della resistenza araba, né di pietà per le vittime, dipinte come criminali e invasori. Dal cosiddetto islam moderato non si è alzata una voce di biasimo dell’accaduto, non una manifestazione, anziché timida. E allora, visto che non si vede, forse l’islam moderato non esiste, o comunque è perdente, non ha il coraggio di alzare la testa. Non in Palestina, dove potrebbe anche essere comprensibile, visto che Hamas semina terrore anche tra il suo popolo, ma neppure in Europa. D’altronde, come si può pretendere che l’islam condanni l’islam, se non riesce a farlo neppure una parte di italiani? L’antisionismo è un principio fondante della sinistra più estrema. La solidarietà del governo e del popolo di centrodestra a Israele sta facendo vacillare anche quella meno trinariciuta.