I conti record del Cavallino rosso nei primi 9 mesi dell’anno hanno fatto mettere il turbo alla quotazione che ieri, a Piazza Affari, ha superato quota 300 euro (attestandosi a 303) in rialzo del 5,61%. Ferrari ha archiviato il periodo con una crescita dell’utile netto del 34% a 963 milioni di euro e ricavi a 4,44 miliardi (+14%). E come se non bastasse ha chiuso il III trimestre mettendo a segno risultati da incorniciare: ricavi netti a 1,5 miliardi (+24% sul 2022) e l’utile netto ha toccato quota 332 milioni, superiore alle attese e in crescita del 46 per cento.
I risultati raggiunti hanno consentito alla casa di Maranello di rivedere al rialzo le stime per il 2023 con ricavi a 5,9 miliardi (dai precedenti 5,8 miliardi) ed ebit adjusted a 1,57 miliardi (era tra 1,51 e 1,54 miliardi). Ma anche per il 2024 i vertici del Cavallino sono molto fiduciosi: «Stiamo procedendo secondo i piani mostrati al Capital Markets Day. Il portafoglio ordini ci fa guardare con fiducia al prossimo anno visto che copre tutto il 2025» ha dichiarato ieri il ceo del Cavallino, Benedetto Vigna che ha poi precisato: «bisogna sempre stare non con due piedi per terra, ma con quattro ruote per terra. Il portafoglio degli ordini c’è, il team sta lavorando bene, i nostri stakeholder sui vari versanti ci stanno aiutando. Oggi c’è molta fiducia, ma siamo consci anche del fatto che dobbiamo essere pronti nel caso in cui cambi qualcosa». Tutti i modelli sono sostanzialmente esauriti, tranne la Roma Spider.
IL PIANO ELETTRICO
Il top manager ha poi voluto sottolineare che non c’è alcun ritardo sui piano per l’elettrico: a giugno del 2024 (esattamente due anni dopo il Capital Markets Day, ndr) arriverà l’e-building e nel IV trimestre del 2025 sarà presentata la prima Ferrari full electric, «ora stiamo lavorando su un prototipo in fase di test». Nel frattempo, tornando all’anno in corso, c’è da segnalare che nei primi nove mesi dell’anno sono state vendute 10.418 vetture (+5%rispetto allo stesso perdiodo del 2022), mentre nel III trimestre viene segnalato un dato del tutto eccezionale. Ben il 51% aveva una motorizzazione ibrida.
Questo a dimostrazione del fatto che il gruppo è già ben posizionato sul fronte della transizione energetica. E soprattutto che, in barba al trend del mercato soprattutto italiano che vede ibride plug-in e bev in affanno, i clienti danarosi non hanno certo problemi ad acquistare automobili green. Quanto al trasferimento della sede legale dai Paesi Bassi in Italia l’ad di Maranello ha nuovamente ribadito il fatto che non ci sia per il momento alcun progetto in questa direzione e ha ricordato che «la residenza fiscale è in Italia e, quindi, Ferrari paga regolarmente le tasse nel Belpaese». Sulla possibilità che le cose cambino dopo l’approvazione del Ddl Capitali, Vigna ha precisato: «Quando verrà approvata, osserveremo, vedremo e ragioneremo. Per adesso non c’è alcun trasferimento pianificato». Infine, i vertici di Maranello non hanno nessun timore sul la crescente forza della Cina.
CAVALLINO ROSA CINA
La quota della Ferrari è oggi del 10% a fronte del 20% del resto dell’Asia, del 30% dell’America del Nord e del Sud e del 40% dell’Europa. «Mantenere il 10% è una nostra scelta» ha precisato Vigna che voluto sottolineare l’impronta femminile della clientela cinese. «Il 25% dei nostri nuovi clienti Ferrari nel Paese del Dragone è donna, nel resto del mondo intorno la quota per ora si è fermata al 6 per cento».