Un errore strategico e un’occasione persa.Sono il prima e il dopo della giornata di manifestazioni contro la violenza sulle donne. Il durante è fatto di cortei funestati da bandiere palestinesi e slogan anti -semiti nonché da un assalto sotto la sede di Pro Vita, associazione a favore della famiglia e per mettere le donne in condizione di non abortire.
L’errore è stato trasformare un’iniziativa importante, dall’alto valore sociale e utile in un corteo politico. Operazione becera, nel suo tentativo di imputare la morte di Giulia Cecchettin, e con essa tutti i femminicidi, al primo governo italiano retto da una donna. Sceneggiata criminale nell’aggressione a Pro Vita e nell’esaltazione dei terroristi di Hamas, peraltro proprio all’indomani della diffusione di ulteriori notizie sullo strazio patito dalle donne israeliani il 7 ottobre.
Processare l’intero genere maschile per le violenze sulle donne è giustizia sommaria, non un’operazione culturale, contribuisce a mettere ulteriore distanza tra i due sessi, già allontanati da deistituzionalizzazione della famiglia, anziché farli dialogare. Addebitare a questo governo, o alla mentalità di destra, i retaggi di un patriarcato che è stato storia di tutta l’umanità, è vivo e vegeto altrove, per esempio dalle parti di Gaza, e in Occidente sta cedendo il passo, è null’altro che propaganda in malafede. Peraltro le statistiche dimostrano che in nazioni dove la parità tra uomo e donna è più vicina i maschi uccidono di più.
L’occasione persa è stata nascondersi di fronte alla degenerazione della protesta di ieri, peraltro prevedibile quando accendi politicamente una piazza. Elly Schlein era alle manifestazioni sabato, ma non si sono avvertite sue prese di distanza dalle violenze né dai deliri. Quando l’anno scorso una manifestazione di centrodestra venne infiltrata da delinquenti di estrema destra, che si staccarono e assaltarono una sede della Cgil, tutti gridarono giustamente allo scandalo, si aprì un processo, la stampa ne parlò per settimane e svariati articoli aggredirono Giorgia Meloni e la sua maggioranza. Ieri gli striscioni a favore dei tagliagole e la violenza contro Pro Vita sono stati pressoché ignorati dalla sinistra e dai suoi organi di disinformazione, anche da quelli che si sforzano di apparire equilibrati. Ma siccome il segretario del Pd era in piazza, se non condanna avalla, se tace, significa che i teppisti parlavano anche per lei.
Sarebbe sbagliato fare di tutta la mala-erba un fascio e non salvare nulla dei cortei di sabato. È possibile, oltre che auspicabile, che la morte di Giulia Cecchettin sia un passaggio chiave nella società, per la reazione che tutta l’Italia, indipendentemente dal colore politico, ha avuto e per il dolore che ha provato. E diciamo pure che è un caso se gli unici provvedimenti in difesa delle donne li hanno fatti due governi di centrodestra, forse perché i soli regnanti in forza di un mandato popolare diretto. Però la Schlein dica una buona volta se sta con i tagliagole islamici o con le donne violentate a morte di Israele, con le femministe che assaltano o con chi a Pro Vita prova ad aiutare le ragazze. Intanto che la signora traccheggia, nel suo partito sono sempre di più le voci di chi vuol far sapere che non sta più con lei.
Il bilancio delle devastanti inondazioni causate dalla tempesta che ha colpito il Texas centrale sale ad almeno 51 morti. Ventisette i dispersi.Il dato ufficiale fornito dalle autorità parla ancora di 43 vittime ed è probabile aumenti nella zona più colpita della contea di Kerr. Sempre le autorità sabato in una conferenza stampa hanno dichiarato che 15 delle vittime erano bambini. Il governatore Greg Abbott ha promesso che le squadre avrebbero lavorato 24 ore su 24 per soccorrere e recuperare le vittime. Ancora da ufficializzare il numero delle persone disperse, a parte 27 bambine che si trovavano in un campo estivo femminile.