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Enrico Paoli: le piazze del Pd stanno con Gaza

di Enrico Paoli lunedì 4 dicembre 2023

3' di lettura

No, non è stata una gran bella idea quella del sindaco di Firenze, Dario Nardella, di aggrapparsi alla bandiera dell’Europa, di questa Europa, per attaccare il leader della Lega, Matteo Salvini. Perché la nemesi storica è sempre dietro l’angolo. Soprattutto se di mezzo c’è la rete antifascista di Firenze che ieri pomeriggio ha sfogato il proprio anti salvinismo, e anti melonismo, per le strade del capoluogo toscano. Perché il primo cittadino del capoluogo toscano, che in mattinata aveva chiamato tutti a raccolta contro la deriva sovranista delle destre, a suo dire, radunata alla Fortezza da Basso, è finito attaccato, metaforicamente parlando, ad un momento simbolo come il Davide di Piazza della Signora, per averlo avvolto in una bandiera europea.

Ai duri puri della Rete antifascista, democratici a parole, ma violenti nei fatti, come dimostra il lancio di bottiglie piene di vernice davanti alla sede fiorentina di Fdi, quel gesto non è piaciuto affatto. «Il Davide di Donatello è un simbolo di Firenze e Nardella non può usarlo così. Giu’ le mani dalla città».

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Ecco, fossimo nei panni del primo cittadino del capoluogo toscano, insistere nel solleticare la pancia dell’ala più estrema della sinistra, pronta a saldarsi con i palestinesi e i centri sociali, non ci sembra una gran bella idea. Cosi come non lo è stata quella di usare la bandiera dell’Europa contro i presunti nazionalismi dei partiti europei presenti alla kermesse della Lega. In piazza ne abbiamo viste di tutti tipi, da quelle palestinesi (ormai immancabili nei cortei che attraversano le città, volendo fare proselitismo), a quella di Rifondazione, passando per marxisti leninisti e i cobas. C’erano anche della Yugoslavia, per dire. Ma del vessillo dell’Europa nessuna traccia, da nessuna parte. Se quello di Nardella era stato un invito («esponete alla finestre le bandiere della Ue», aveva detto, pomposamente, qualche giorno fa), allora è miseramente caduto nel vuoto. E se voleva essere una sfida, l’ha persa senza possibilità di rivincita.

Un po’ come la farsa che finisce in dramma. Il resto del menu’ fiorentino anti Salvini ha offerto due contromanifestazioni e tanti striscioni per inneggiare all’Europa e dire che «Firenze è antifascista». In mattinata cinquecento hanno risposto all’appello della Rete democratica, intonando “Bella ciao”, con una manifestazione al piazzale Michelangelo dove è stato appeso uno striscione lungo 28 metri con tante bandiere dell’Europa, arrivato direttamente da Ventotene portato dall’associazione EuropaNow, e un altro appeso alla balaustra del piazzale Michelangelo con scritto “Suona la martinella, Firenze si ribella”. Tante le bandiere di Arci, Anpi, qualcuna europea che si sono viste solo lì, quelle di Volt e dei Giovani democratici.

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Tra i partecipanti anche il sindaco di Firenze Dario Nardella, l’assessore regionale Serena Spinelli, e il segretario metropolitano del Pd Andrea Ceccarelli. Nel pomeriggio è andata in scena la manifestazione dei centri sociali con un corteo aperto da uno striscione con scritto “Firenze è antifascista”, ed a fianco una bandiera della brigata partigiana Senigallia. Il corteo, oltre un migliaio i presenti tra cui anche studenti, associazioni, sindacati di base e forze della sinistra, ha attraversato il centro storico e raggiunta la Fortezza da Basso, dove da poco era terminata la convention sovranista, è stato esposto un grande striscione di colore rosso con scritto: “Salvini Le Pen Firenze vi schifa”. A sfilare anche molte bandiere della Palestina ed anche uno striscione con scritto “Gaza è un genocidio”. La manifestazione è stata promossa per dire che a Firenze fanno «schifo tutti i fascismi» ma anche per dare la “sveglia” alla città rispetto al «fascismo in doppio petto al governo», alle sue politiche e in particolare alla manovra finanziaria.

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