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Sergio Mattarella alla cerimonia del Ventaglio: "Russia sconcertante, ha cancellato gli equilibri"

mercoledì 30 luglio 2025

3' di lettura

Un messaggio fermo, netto, senza timori, quello lanciato oggi, mercoledì 20 luglio, dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella nel corso della tradizionale cerimonia del Ventaglio al Quirinale, che quest’anno si è svolta in un clima segnato da tensioni internazionali. La Russia, nelle ultime ore, come è noto ha inserito il Capo dello Stato italiano in una lista di cosiddetti “russofobi”, un gesto che ha suscitato lo sdegno delle istituzioni italiane. E non solo. La premier Giorgia Meloni ha parlato senza esitazioni di “provocazione inaccettabile”.

In un passaggio particolarmente denso del suo intervento nel corso dell'incontro con la stampa, Mattarella ha affrontato con nettezza il mutato scenario internazionale. “L'aggressione della Russia all'Ucraina ha cambiato la storia d'Europa. Quel grande Paese, che tale rimane malgrado le gravi responsabilità che la dirigenza si è assunta di fronte alla storia, sulla cui collaborazione avevamo nutrito ampia fiducia nell'Unione Europea, ha assunto sempre più una sconcertante configurazione volta allo scontro di potenza militare”, ha detto il presidente. Il Capo dello Stato non si fa intimorire e, nel giorno dell'attacco ricevuto da Mosca, risponde colpo su colpo.

Proseguendo nel suo intervento, ha aggiunto: “Sul piano della realtà delle relazioni internazionali la scelta e la postura della Russia hanno, più che stravolto, cancellato l'equilibrio. Equilibrio che garantisce la pace e dissuade da avventure di guerra”. Un equilibrio, ha ricordato, che resta l’unico antidoto “alle tentazioni di dominio su altri popoli”.

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Mattarella ha poi allargato lo sguardo ai nuovi rischi globali e alle derive autoritarie che avanzano sulla scena mondiale: “Talvolta, in questo periodo, penso a un elemento che, nei decenni scorsi, dopo la seconda guerra mondiale, contribuiva a sorreggere la pace sul piano mondiale e ad agevolare lo sviluppo nel mondo: l’aspirazione di numerosi Stati, grandi, medi e piccoli, a essere, piuttosto che temuti, come avveniva nel passato, ammirati per il loro sistema e stile di vita; ed essere, di conseguenza, ascoltati e seguiti”. Al contrario, oggi “molti protagonisti della vita internazionale aspirano a essere temuti più che stimati e ammirati”, una scelta che, ha avvertito, “colpisce, incrina ampiamente e forse azzera, per il futuro, fiducia, prestigio, autorevolezza”.

Nel suo intervento, l'inquilino del Colle ha parlato anche delle altre grandi crisi internazionali. Sul conflitto in Medio Oriente ha definito “scontato affermare che la situazione a Gaza diviene, di giorno in giorno, drammaticamente più grave e intollerabile” e ha auspicato che “alle pause annunciate corrispondano spazi di effettivo cessate il fuoco”.

Ha poi ricordato il discorso pronunciato al Quirinale due mesi fa davanti al corpo diplomatico, in cui denunciava “il rifiuto del governo israeliano di rispettare a Gaza le norme del diritto umanitario”, definendo “disumano ridurre alla fame un'intera popolazione” e “grave l'occupazione abusiva, violenta, di territori attribuiti all'Autorità Nazionale Palestinese in Cisgiordania”. Ha parlato apertamente dell’“allarme per la semina di sofferenza e di rancore che si sta producendo, che, oltre ad essere iniqua, contrasta con ogni vera esigenza di sicurezza”.

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Un passaggio del discorso è stato dedicato anche alla prevenzione delle crisi sanitarie globali, sottolineando l’importanza di strumenti condivisi: “Nemici allarmanti e comuni dell'umanità - di qualsiasi Paese e di qualsiasi regime politico - si sono presentati in questi anni e vanno contrastati e prevenuti con strumenti comuni, inevitabilmente globali. Dopo la pandemia da covid, i pericoli di nuove pandemie, in un mondo sempre più raccolto nella vita e sempre più unito nelle comunicazioni... richiedono strumenti comuni come quello, prezioso, dell'Oms - l'Organizzazione mondiale della Sanità - punto di riferimento fondamentale per la sicurezza di tutti e particolarmente irrinunziabile per l'Africa”.

E ancora, rivolgendosi direttamente alla stampa parlamentare, Mattarella ha ribadito i limiti del suo ruolo rispetto al dibattito politico e alle inchieste giudiziarie in corso, ma senza minimizzarne l’importanza: “Non mi compete esprimere opinioni su questioni di cui si sta discutendo in Parlamento né su singole inchieste giudiziarie ma questo limite, che io incontro per dovere istituzionale, nulla toglie al rilievo dei temi che avete posto in evidenza”.

E nel riaffermare l’equilibrio tra i poteri dello Stato, ha richiamato l’immagine – usata da lui stesso dieci anni fa – di istituzioni che non devono essere fortilizi contrappostima “parti di un sistema - disegnato dalla Costituzione - in cui si rispettano i propri limiti, perché è doveroso e perché in questo rispetto risiede la vera garanzia di tutela dei propri ambiti di attribuzione", ha rimarcato Mattarella.

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