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L'ospedale delle bambole cura i ricordi delle nonne

di Alessandro Dell'Orto giovedì 21 dicembre 2023

3' di lettura

Nell’Ospedale della bambola come per magia puff - torni bambino. Innocente, sognatore, curioso, ma anche meravigliosamente cinico e quando ti trovi di fronte una testa appesa, un corpo senza braccia, due occhi “sfusi”, non pensi a un film horror di Dario Argento come farebbe un qualsiasi adulto senza fantasia, ma immagini quanto tornerà bella quella creatura una volta aggiustata. Anzi, guarita.

Benvenuti a “Ricordi & balocchi”, piccola bottega di restauro di giochi d’epoca a due passi dal cuore di Milano (via Donizetti, 2), dove si viaggia nel tempo e - come viene spiegato sul sito internet - «si vende nostalgia». È qui che Elfriede Buhler, 73 anni, originaria della Svizzera tedesca, ridà vita a pupazzi malmessi e ringiovanisce vecchi bambolotti dimenticati da tempo in soffitta: tutti lavori manuali, certosini, realizzati con cura e pazienza. «Portano bambole di tutte le epoche, da quelle di inizio ‘900 ai “Cicciobello” anni ’70. Più sono moderne, più sono difficili da sistemare. Venga, venga qui nel laboratorio che le mostro i “malati”. Vede? Questa è degli anni ’50, aveva la testa rotta, ho dovuto smontarla, aggiustarla e ricolorarla. Un lavoraccio, ci vuole tanta pazienza: per rimetterla a nuovo serviranno una decina di ore. Sì, so già cosa mi sta chiedendo. Il preventivo è di 90 euro, significa che guadagno 9 euro l’ora».

STORIE STRAPPALACRIME - Elfriede sorride, mentre sposta borsoni e sistema gli attrezzi nel laboratorio. «Gli infortuni più comuni? La rottura degli elastici interni che muovono gli arti e poi le dita, i piedi. E gli occhi, che quando si stacca il gesso cadono dentro la testa e spariscono. Guardi questa: è del 1909. Tocchi, è di biscuit, una particolare porcellana. L’hanno ritrovata in una vecchia scatola, chissà come era finita lì».

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Ogni bambola ha una storia particolare, ogni storia è un tuffo nel passato. «Nell’immaginario questi giocattoli sono per bambini, ma nel nostro caso funziona tutto al contrario. L’altro giorno è venuta una signora che avrà avuto 60 anni, cercava una bambola da regalare alla madre novantenne. La gente arriva, si racconta, si confida. È sempre emozionante perché si entra in sintonia con gli altri».

Pausa. Lo sguardo si rialza. «Qualche anno fa si presenta una donna di mezza età, mi lascia una vecchia bambola nemmeno troppo consumata. Quando torna per ritirarla e la vede ristrutturata scoppia a piangere: da bambina i genitori gliela lasciavano usare soltanto quando era malata perché ai tempi non c’erano molti soldi e i pochi giocattoli non si potevano consumare».

L’Ospedale della bambola dà nuova vita, ma anche nuove famiglie. «Vendo esemplari di tutti i tipi: li prendo ai mercatini dell’usato, li sistemo e trovo acquirenti. Il valore cambia in base alle mode, come accade spesso per molte cose d’epoca: in questo momento le bambole in celluloide e plastica costano meno del solito, quelle francesi in biscuit invece sono ricercate: una del 1800 recentemente è stata comprata a 25mila euro e subito rivenduta a 70mila. Le più rare sono quelle con la bocca chiusa, non si devono vedere i dentini».

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ATTENZIONE AI FALSI - Ovviamente bisogna stare attenti ai falsi. «Il segreto è togliere la parrucca e controllare dentro la testa, l’interno non deve essere restaurato. Altro modello che si vende bene è la Lenci, italianissima in feltro. È di lana pressata e non si può lavare». Bambole, poi peluche, pinocchi e orsacchiotti. Ma non solo. A “Ricordi & balocchi” si può trovare di tutto, da quando nel 1996 Elfriede e suo marito Giorgio Crippa hanno deciso di lasciare l’insegnamento nelle scuole e le mille attività artistiche per aprire la piccola bottega.

«Giorgio non c’è più da un anno e ha lavorato fino all’ultimo, ma per ora riesco a continuare da sola. Oltre a riparare bambole rivendo vecchi giochi usati trovati ai mercatini o presi dai collezionisti: soldatini, modellini di auto, pezzi d’epoca. Quello lassù, per esempio, è un triciclo dell’800 a forma di cavallo e si pedalava con le mani, questo nella vetrina invece è un modello di nave di inizio ‘900. E vede la marionetta che balla laggiù? Ne avevo due, l’altra l’ha presa Renzo Arbore». Sì, la passione per i balocchi non ha età né professione. Elfriede ride. «Da noi hanno comprato un po’ tutti, giornalisti, medici, avvocati e perfino politici. Chi? Bettino Craxi. No, tranquilli, nessuna bambola: acquistò un libro su Garibaldi»

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