Alla fine, dall’alto del suo metroenovantotto, ha avuto ragione lui: «Il campo lungo ha battuto il campo largo...». Nella tana del lupo marsicano si sta stretti. Sotto una procella tignosa fatta di pioggia, di exit poll lussureggianti e di ululati di gioia («Marco Marsilio! C’è solo un Marco Marsilio!» in tonalità curva sud) il guerriero, appena eletto, si materializza all’una di notte a Pescara, dietro piazza Salotto. Bizzoso, irruente a passi di danza, con centinaia di tifosi che gli si abbarbicano addosso travolgendo l’orda dei fotografi, Marco Marsilio è tutt’altro che un fuoco fatuo. Ringhia qualcosa di fiero e vendicativo: «Venerdì avevo promesso due cose: che questa sera l’unica sarda che avrebbe festeggiato sarebbe stata mia moglie, e che all’una, massimo le due, li mandavamo tutti a dormire con 10 punti di vantaggio», uno slancio alla Rocky Balboa quando invocava Adriana innalzando la cintura dei pesi massimi.
Poi tutto esplode. Il neogovernatore cerca di liberarsi dei cronisti inondandoli di spumante; sommerge gli elettori febbricitanti in una melassa di bolle di sapone («sono piccoli pezzi di campo largo che scoppiano», è l’esegesi del gesto); stritola la moglie di felicità; muove nell’aria un sonaglio tricolore. E, infine, si lascia galleggiare nel mare sudatissimo degli astanti che fanno l’onda alta. Rocky Balboa dopo il match, ma pure Jim Morrison a tuffo sul pubblico fitto dei concerti. Striscioni e canti a palla si spegneranno nell’alba misericordiosa.
MANAGER FILOSOFO
Marsilio Marco, 56 anni, romano di Tocco di Causaria, il manager laureato in filosofia che da piccolo voleva fare l’astronauta, è tornato a riveder le stelle del governo dell’Abruzzo. Ha ottenuto il 53,5% dei voti della coalizione di centrodestra contro il 46,5% delle preferenze perla coalizione di centrosinistra che ha sostenuto Luciano D'Amico. Marsilio è succeduto a sé stesso, e mai negli ultimi 30 anni da queste parti era accaduto.
Mi informano che la festa della vittoria ha un entroterra di numeri spaventosi. Sono 327.666 votanti conquistati contro i 284.748 della Santa Barbara del centrosinistra; 8 consiglieri conquistati da Fratelli d’Italia, 4 da Forza Italia, 2 Lega, 1 Noi moderati e ben 2 della Lista personale di Marsilio che, col suo 5% e passa, ha strategicamente attinto dai bacini di territorio attraverso candidati di altissima qualità in termini amministrativi e di consenso. Con lui c’è addirittura la neoconsigliera Sara Marcozzi, la sua ex antagonista candidata grillina, cinque anni fa, e oggi marsiliana convinta. Qualcuno parla di incoerenti cambi di casacca, qualcun altro di pura prestidigitazione elettorale. Ma tant’è. Marsilio si mostra uomo di munifica crudeltà. Il mattino dopo la festa, bello rasato, in blazer, jeans e dolcevita da cazzeggio, il Presidente rende partecipe la libera stampa della propria felicità, organizzando la conferenza ufficiale post -voto. A L’Aquila. Laddove nel 2019 tutto cominciò, dal collegio dove Giorgia Meloni- oggi “orgogliosissima”- intraprese la sua ascesa verso Palazzo Chigi. Sicché, la transumanza dei cronisti lascia gli stazzi pescaresi e invade il capoluogo.
Neanche il tempo di addentare un arrosticino affogato nel Trebbiano, che il racconto dell’impresa diventa ufficiale. «Quanti siete, me fate sentì importante...», gigioneggia. Ma poi, davanti ai giornalisti, Marsilo sembra addentare la selva dei microfoni. Gli chie dono di Luciano D’Alfonso, l’ex governatore Pd/ ombra della candidatura di D’Amico, e lui si irrita: «D’Alfonso ha vo luto esibirsi in maniera sgangherata mettendosi in mostra atteggiandosi da king maker, non ha giovato a D’Amico che ha reso competitiva la sua coalizione». Gli evocano i duelli elettorali («A D’Amico l’ha sempre trinciato nei talk show«, commentano i suoi) e lui s’inalbera, perché è stata una «campagna elettorale di livello agghiacciante», e la ribalta della presunta gaffe mediatica «dei tre mari» è stata becera secondo il governatore. «Io che il primo mare dove ho fatto il bagno da bambino è stato quello di Montesilvano. È finita che cercavano i tre mari e hanno trovato il Mar Silio», battuteggia. Gli richiedono un commento contro gli avversari e lui s’incazza: «Inventare che io e mia moglie saremmo stati processati, indagati... io e mia moglie non siamo mai stati indagati in nulla. Siamo usciti immacolati da 5 anni di amministrazione a differenza di miei predecessori», ha aggiunto Marsilio, «ho denunciato Marco Travaglio, Wikipedia e tutti i troll da tastiera. Tutti in tribunale. Mo’ basta». Mo’ basta.
CAMPO D’AGRAMANTE
Il campo largo, in questi luoghi di dannunziano ardire è diventato davvero un campo d’Agramante. Dall’altra parte della barricata non l’hanno presa molto bene. Il Pd resiste (in qualche caso guadagna seggi) ma avverte il colpo, i 5 Stelle restano mazzuolati, Renzi e Calenda non pervenuta. Il Foglio, lato lib-lab, titola «Marsilio in Abruzzo mostra la tracotanza e l’insicurezza di chi non sa vincere» ed evoca Vittorio Gassman nel Sorpasso, il fighetto che fa popi-popi con la Spider. Sarà. Certo, Marsilio è un po’ ispido ma nessuno pretendeva che fosse un Duca dello Yokshire. E in effetti il sorpasso c’è stato, solo che, a differenza del film di Dino Risi, qui a schiantarsi sono stati gli altri. E un motivo ci sarà..
Il bilancio delle devastanti inondazioni causate dalla tempesta che ha colpito il Texas centrale sale ad almeno 51 morti. Ventisette i dispersi.Il dato ufficiale fornito dalle autorità parla ancora di 43 vittime ed è probabile aumenti nella zona più colpita della contea di Kerr. Sempre le autorità sabato in una conferenza stampa hanno dichiarato che 15 delle vittime erano bambini. Il governatore Greg Abbott ha promesso che le squadre avrebbero lavorato 24 ore su 24 per soccorrere e recuperare le vittime. Ancora da ufficializzare il numero delle persone disperse, a parte 27 bambine che si trovavano in un campo estivo femminile.