Claudia Osmetti: la demenziale polemica sulla statua dell'alpino, "scandalo, ha il fucile!"

Forse qualcuno dovrebbe spiegare al centrosinistra di Padova che gli alpini sono un Corpo dell’esercito italiano, tra l’altro uno dei più antichi, istituito nell’ottobre del 1872 per difendere i confini montani, e che i suoi otto reggimenti di oggi sì, sono armati: usano anche i fucili. Forse qualcuno dovrebbe spiegare al centrosinistra di Padova che un monumento agli alpini c’è praticamente in ogni Comune d’Italia e che in in ogni monumento agli alpini d’Italia compare, altrettanto praticamente, un’arma, generalmente proprio un moschetto. Forse qualcuno dovrebbe spiegare al centrosinistra di Padova che a dare il via a tutte le polemiche (surreali) di cui tra poco cercheremo di fare un beve sunto è stato proprio lui, ossia il centrosinistra di Padova, che nel 2020 ha detto va-bene-massì-non-ci-sono-problemi alla sezione Ana (Associazione nazionale alpini) locale, la quale chiedeva per l’appunto una statua di commemorazione. E forse qualcuno dovrebbe spiegare, semplicemente, pacatamente, al centrosinistra di Padova che l’intera tiritera non solo rasenta il ridico, ma anzi ne è impregnata dall’inizio alla fine.

Qui, come la giri o no, è una figuraccia plateale. Sono tre giorni che, a Padova, non se le mandano a dire. Tra amministratori di sinistra, per giunta. Ché quel monumento agli alpini è una vergogna, ma come si permettono, un moschetto in mano nel 2024, ma signora mia che scherziamo? E le donne, poi? Possibile che si debban raffigurare sempre e solosoldati maschi? Che impudenza, e se non bastasse la cosa che più colpisce è quel richiamo “bellicistico”, in un’era che dovrebbe chiedere la pace, per carità, per pietà, via. (Nastri riavvolti per spiegazione lampo: quattro anni fa l’Ana domanda al sindaco Sergio Giordani, indipendente di centrosinistra, il permesso per realizzare una statua all’alpino, Giordani acconsente; poi passano i mesi e c’è una pandemia di mezzo, non è che l’opera sia esattamente la priorità dell’amministrazione, epperò viene commissionata allo scultore di fama internazionale Ettore Greco, che ne realizza una in bronzo, 2,2 metri d’altezza, costo complessivo 52mila euro, neanche un salasso; e tra un mese ci siamo, a maggio dovrebbe essere inaugurata, si sa già anche dove, nel parco cittadino Tito Livio, sennonché...).

Sennonché quell’alpino col moschetto della grande guerra manda mezza giunta (di Giordani) in tilt. Dall’Ucraina sotto i bombardamenti russi all’attacco dei kibbutz di Hamas in Medioriente: e qui, cioè a Padova, inneggiamo al «militarismo»? Elmetto e moschetto, scandalo perfetto. Il tutto smorzato da un sindaco imbarazzato (e va da sé che se fuoco c’è è pure quello amico), costretto a bofonchiare (giustamente) che si tratta di un omaggio, manco ci si debba scusare, e «lo faremo tramite questa statua già commissionata e ideata» e che, insomma, ci si calmasse un po’ tutti perché tanto quel monumento s’ha da fare: tuttavia, aldilà della pezza (manca ancora un mese, la disputa fa in tempo a ingrossarsi a dismisura) è la premessa che fa acqua.

Acqua grondante, da ogni parte. Cosa pensa, il centrosinistra di Padova, che nel ’15 e ’18 gli alpini asserragliati sui ghiacciai dell’Adamello, nel Carso o sull’altopiano del Piave (ci furono almeno 35mila morti) abbiano combattuto con mazzi di margherite sotto il braccio? O che nel 2003, quando le loro prime missioni sono arrivate in Afghanistan, l’abbiano fatto senza neanche una pallottola di difesa? E visto che si va verso il rinnovo europeo, e l’occasione è buona per ricordare che un’Europa unita serve a poco se non può contare su un esercito comune, come ci regoliamo? La creiamo disarmata, ‘sto benedetta forza militare continentale? Dài, su. Nessuno mette in dubbio i valori della pacifica convivenza, ma facciamo i seri. «Gli alpini, oltre a essere una parte indiscutibile della nostra storia, hanno mostrato un’immensa generosità nei momenti più duri, dedizione e volontà nel mettersi a disposizione. Ci sono sempre, con grande attenzione per la comunità», deve specificare il sindaco padovano. Ha ragione. Il cortocircuito, semmai, sta nel fatto che si è reso necessario ricordarlo.