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Sanvito: Scurati osannato tra una rissa e l'altra

di Massimo Sanvito venerdì 26 aprile 2024

3' di lettura

Maglioncino blu con le maniche alzate, un garofano rosso in mano (simbolo del Partito Socialista Italiano nelle cui fila militava Giacomo Matteotti) e la retorica antifascista che sgorga incessante, parola dopo parola, dal famigerato monologo. Piazza Duomo, al termine del corteo del 25 aprile, diventa il palcoscenico perfetto per il censurato immaginario, osannato dai radical chic da ztl. Antonio Scurati è il nuovo guru del Partito Democratico. Finita la lettura del testo-comizio, la sbrodolata contro il governo post-fascista per cui lo scrittore avrebbe chiesto 1.800 alla Rai per mettersi a favore di telecamera, prima di essere cancellata dai palinsesti, ecco il caloroso abbraccio con Elly Schlein. A favore di fotografia, s’intende. C’è complicità. È l’intellettuale perfetto da sbandierare a poco più di un mese dalle Europee, per la segretaria Pd alla disperata ricerca di consensi per non annaspare tra le mille correnti dem. Perché le liste sono ormai quasi chiuse, altrimenti stai a vedere che sarebbe potuta scapparci anche una bella candidatura...


TESTO CAMBIATO
Scurati fa solo una piccola variazione rispetto alla versione originale e dice: «Anche questo 25 aprile non hanno pronunciato la parola antifascismo». Poi aggiunge: «Mentre vi parlo festeggiamo perché questa è la festa della Liberazione che è liberazione dal nazifascismo». E dunque ribadisce che finché il termine antifascismo «non sarà pronunciato da chi governa, lo spettro del fascismo continuerà a infestare la casa della democrazia italiana». Partono applausi scroscianti per il nuovo idolo della sinistra in crisi d’identità. Lo scrittore di M. ha il pregio di parlare di fascismo e fascisti a ottant’anni dalla fine del regime, morto e seppellito, e dunque va stimato, elogiato, esaltato. A volerlo sul palco, dopo il via libera dell’Anpi, era stato il sindaco Beppe Sala. Che non ci ha pensato un secondo a cavalcare l’onda del caso Rai per compattare la sua maggioranza, parecchio pendente a sinistra, e prendersi visibilità a livello nazionale. Scurati diventa così il grimaldello perfetto per attaccare il governo e farsi notare dal Pd, che lo ha sempre snobbato, in vista del fine mandato milanese. «Uno dei fatti eclatanti del 25 aprile di quest’anno è la censura a cui è stato sottoposto in Rai il nostro concittadino Antonio Scurati. È importante che oggi ci sia», dice Sala dal palco di piazza Duomo dopo che alla partenza del corteo aveva annunciato una «sorpresa» per la scaletta finale. E poi va al punto: «A parte che censurano uno scrittore e ottengono cento volte l’attenzione del testo che volevano cancellare. Hanno amplificato lo sfascio di un servizio pubblico cruciale nella vita del paese e piegato dalla prepotenza delle diramazioni periferiche dell’attuale potere. Ma io, d’accordo con Anpi, ho chiesto a Scurati di leggere quelle parole che non volevano fare sentire».

ANPI SCHIERATA
Anche i partigiani innalzano lo scrittore a sacro paladino dell’antifascismo. Il presidente nazionale dell’Anpi, Gianfranco Pagliarulo, va all’attacco: «Con la censura ad Antonio Scurati la Costituzione è stata tradita. Scurati ha ricordato anche l’anniversario di Matteotti e delle stragi nazifasciste. Ne parlerà di questi temi la Rai che risulta essere un servizio pubblico? Lo ringraziamo per le sue parole e ringraziamo anche la coraggiosa giornalista Serena Bortone che ha letto il dialogo in diretta». 

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