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Celebrano Stalin, Urss ed ex Br: la vergogna dei censori rossi

di Alberto Busacca giovedì 4 dicembre 2025

3' di lettura

C’è chi predica bene e pubblica male. Dimostrando di non essere proprio nelle condizioni di dare patentini di democraticità e presentabilità. Il caso è quello della fiera “Più libri più liberi” e della lettera con cui un’ottantina di autori, artisti, intellettuali o sedicenti tali ha chiesto di cacciare dalla kermesse la casa editrice “Passaggio al bosco”, colpevole, secondo gli scriventi, di avere un catalogo basato “in larga parte sull’esaltazione di esperienze e figure fondanti del pantheon nazifascista”.

Tra i firmatari dell’appello, guidati da Antonio Scurati, Caparezza e Zerocalcare, ci sono anche diverse case editrici. E la domanda sorge spontanea: ma cosa pubblicano questi illuminati che chiedono di censurare la concorrenza? Bè, le sorprese non mancano... Gli “scheletri nel catalogo” ce li hanno in tanti, a cominciare dalla casa editrice Red Star Press (e già il nome...). Tra i loro volumi spicca “Il libretto rosso di Stalin”. Sottotitolo: “Storia, politica, rivoluzione: opere scelte del padre del socialismo sovietico”. Di Stalin c’è anche la versione integrale di “Questioni del leninismo”, mentre i fan più sfegatati del Baffone possono acquistare, a soli 11.90 euro, un ritratto 35×50 del dittatore comunista stampato su carta kraft. Notevoli, in casa Red Star Press, anche le magliette: da quella che celebra il cosmonauta russo Jurij Gagarin a quella col simbolo della Germania Est, da quella con la molotov a quella di Mao con la scritta “la rivoluzione non è un pranzo di gala”...

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Andando avanti, non si può non notare che la Futura editrice, di area Cgil ed erede della vecchia Ediesse, ha ancora in vendita “La Borsa del presidente. Ritorno agli anni di piombo” (edizioni Ediesse, appunto), scritto da Alberto Franceschini e Anna Samueli. Per chi non ricordasse chi è Franceschini, riportiamo quanto scritto sul sito di Futura nella sezione “autori”: “Fondatore, con Renato Curcio e Mara Cagol, delle Brigate Rosse. Arrestato nel 1974 e condannato per organizzazione di banda armata e sequestro di persona, ha trascorso 18 anni in carcere”.

E per concludere, sorvolando sui tanti titoli anti-Israele di vari editori firmatari dell’appello, segnaliamo che:

- sul sito della Fandango libri, nella sezione “memoria per immagini”, vengono riportati vecchi volantini degli anni’90, tra cui uno relativo alla “Giornata di solidarietà con Prospero Gallinari (brigatista pure lui, nda) per la liberazione di tutti i compagni prigionieri”.
- la Momo edizioni propone un interessante “Corso di base sull’abolizione della polizia”.
- la Èxorma ha pubblicato “Donbass, la guerra fantasma nel cuore d’Europa”, di Sara Reginella, apertamente schierato su tesi putiniste.

Intendiamoci, qui non vogliamo rispondere a una richiesta di censura chiedendo ulteriori censure. Ognuno pubblica quello che vuole. È però curioso che a lamentarsi per i titoli “poco democratici” di una casa editrice siano colleghi che pubblicano Stalin, Mao, ex terroristi e putinisti...

La caccia ai libri “nostalgici” è poi surreale per un altro motivo. Molto spesso, in passato, importanti autori di destra, anche apertamente fascisti, perfino filo-nazisti, sono stati pubblicati da case editrici di sinistra (o comunque non schierate) senza che questo provocasse particolare scandalo.

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L’esempio più noto è quello di Yukio Mishima, portato in Italia da Feltrinelli (così come l’anticomunista Boris Pasternak col suo “Il dottor Zivago”). Ma ci sono anche Louis-Ferdinand Céline, collaborazionista e antisemita, pubblicato da Corbaccio; Pierre Drieu La Rochelle (altro collaborazionista) dal Mulino; Ernst Jünger da Adelphi. E si può aggiungere, come fatto notare in passato da Marcello Veneziani, che il libro di maggior successo della Laterza, storicamente progressista, è stato l’“Intervista sul fascismo” del pericoloso “revisionista” Renzo De Felice. E allora? Ragionando come i firmatari dell’appello contro “Passaggio al bosco”, qualcuno arriverà a chiedere di buttare fuori dalle fiere librarie anche questi importanti editori di sinistra? Giusto per far capire che certe censure, oltre che sbagliate, sono banalmente anche stupide...

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