Oggi a Genova è il giorno di Paolo Emilio Signorini. L’ex presidente dell’Autorità Portuale è il solo indagato in cella e incontrerà i pubblici ministeri in Procura alle 13. La sua è la posizione più complessa perché da Aldo Spinelli ha ricevuto tanto: 15mila euro in contanti, 42 notti pagate all’Hotel de Paris, noto cinque stelle di Montecarlo, con tanto di fiches per giocare al casinò, e costosi e complessi massaggi extralusso, un bracciale di Cartier da 7.200 euro, una borsa di Chanel e la promessa di un lavoro a Roma da 300mila euro l’anno quando il suo incarico fosse finito. Gli inquirenti ipotizzano che fosse il prezzo per consentire e agevolare la proroga trentennale della concessione del terminal Rinfuse all’imprenditore nonché per consentirgli l’occupazione abusiva di una parte del porto, l’ex area Enel.
C’è poi un’altra accusa: aver firmato un provvedimento che dispone l’aumento della tariffa oraria per i servizi offerti dalla Santa Barbara, una società specializzata in prevenzione e vigilanza sulle attività del porto, della quale è proprietario Mauro Vianello, imprenditore e referente del Pd nel principale scalo marittimo ligure. Quest’ultimo ha fatto dei costosi favori al Signorini: 6.600 euro a saldo del banchetto del matrimonio della figlia, un apple watch da 430 euro, un’automobile a disposizione per una breve vacanza a Montecarlo e un soggiorno in un appartamento di sua proprietà per l’ex moglie e la figlia del beneficiato. Per i magistrati è corruzione e alla loro attenzione è finita anche la consulenza da 200mila euro che l’ex presidente dell’Autorità Portuale ha assegnato a Vianello dopo essere, anche grazie all’interessamento di questo, e per la verità con il nulla osta di Toti, passato alla guida di Iren, potente multi-utility genovese.
La carne al fuoco è tanta, ma è possibile che l’interrogatorio di oggi sia più breve di quello di Toti, giovedì scorso. Il fatto che Signorini sia in prigione gli ha finora impedito di organizzare una difesa completa e sarà proprio su questo che, assistito dall’avvocato Enrico Scopesi, l’indagato, offrendo la massima disponibilità a collaborare, insisterà per ottenere almeno gli arresti domiciliari, in modo da poter incontrare il suo legale a lungo, e non mezz’ora in cella, e ricostruire compiutamente i fatti.
Ma chi è in realtà Signorini? Il suo arresto, e la scoperta che ne è scaturita della vita dispendiosa che conduceva, ha colto di sorpresa tutta Genova, in particolare la classe politica che ci ha lavorato per dieci anni insieme. Tutti lo consideravano un rigido bacchettone, si sarebbe dimostrato un elastico viveur. Il manager è l’esempio di quella figura che non si è mai capito se sia il boiardo di Stato romano o il civil servant che fa funzionare la macchina pubblica. Tipico prodotto di Bankitalia, tanto per intendersi, è stato messo a capo del porto di Genova dal ministro Graziano Delrio ai tempi del governo Renzi ed è stato confermato da Paola De Micheli quando regnavano i giallorossi del Conte 2.
Una nomina targata Pd dunque, come starebbero a testimoniare anche i fitti rapporti con Vianello. Dalle novemila pagine di intercettazioni, Signorini appare insieme il perseguitato e il beneficiato da Spinelli, che continuava a tormentarlo con le sue pressanti richieste ma al contempo anche a viziarlo. Pare che tra i due il rapporto si sia nel tempo evoluto anche in una mezza amicizia. Di fatto, Signorini è stato il vero capo del porto anche se nella vicenda più scottante, che è la proroga della concessione Rinfuse, non è stato il solo decisore e anzi, risulta si sia mosso con un minimo di accortezza, considerato innanzi tutto che egli riteneva, come un po’ tutti nel porto e in città, che il provvedimento fosse utile, per non dire necessario. Bisogna infatti premettere che il via libera alla concessone non dipendeva dall’Autorità Portuale bensì dal comitato, composto da cinque persone e nel quale l’indagato, per avendo naturalmente un ruolo centrale di persuasione e coordinamento, aveva un solo voto.
Gli altri spettavano al rappresentante del Comune, il giornalista Giorgio Carozzi, a quello della Regione, l’avvocato Fabio La Mattina, al Contrammiraglio della Capitaneria di Porto, dipendente dal ministero dei Trasporti, che ai tempi era Sergio Liardo e al rappresentante dell’Autorità Portuale di Savona, in naturale concorrenza con Genova, Rino Canavese, che si è non a caso sempre espresso contro la concessione. Chi si aspetta che Signorini inguai Toti dovrebbe rimanere deluso. Tra i due infattici sono sempre stati rapporti di lavoro ma nulla più.
Nelle 167 domande dell’interrogatorio i magistrati non hanno mai indagato sulle relazioni tra il presidente del Porto e quello della Regione né risulta che Spinelli li frequentasse insieme. Il governatore ha dato il via libera alla nomina di Vianello alle Stazioni Marittime Bacini- che non avverrà mai- perché, come ha spiegato ai pm, «è sempre stato molto collaborativo con la Regione» e gli inquirenti non hanno replicato alcunché.
Quanto ai colloqui tra Signorini e Toti sulla Rinfuse, risultano essenzialmente due telefonate operative. La prima, quando il presidente della Regione chiede al manager spiegazioni sul perché la pratica del prolungamento della concessione procedesse a rilento. La seconda quando, dopo un passaggio a vuoto, spingeva invece per prendere tempo, in modo da «poter elaborare un testo finale della delibera che potesse essere condiviso da tutti e superasse ogni perplessità». Una collaborazione per il raggiungimento di uno scopo che era condiviso da entrambi e in merito alla quale l’accusa non sembra ravvisare alcun reato, anche perché mancano passaggi di utilità da una parte all’altra. Anche in quest’ottica si può leggere il consiglio di Toti a Signorini a «tenere in maggior considerazione La Mattina», che si lamentava di essere trascurato dall’Autorità Portuale, in modo da non averlo ostile sulla proroga.
Il bilancio delle devastanti inondazioni causate dalla tempesta che ha colpito il Texas centrale sale ad almeno 51 morti. Ventisette i dispersi.Il dato ufficiale fornito dalle autorità parla ancora di 43 vittime ed è probabile aumenti nella zona più colpita della contea di Kerr. Sempre le autorità sabato in una conferenza stampa hanno dichiarato che 15 delle vittime erano bambini. Il governatore Greg Abbott ha promesso che le squadre avrebbero lavorato 24 ore su 24 per soccorrere e recuperare le vittime. Ancora da ufficializzare il numero delle persone disperse, a parte 27 bambine che si trovavano in un campo estivo femminile.