CATEGORIE

Fausto Carioti: l'ammucchiata anti-Usa Pd, 5Stelle e ambientalisti vogliono l'Italia fuori dalla Nato

martedì 4 giugno 2024

3' di lettura

Quarantotto anni dopo l’intervista di Enrico Berlinguer, che mentre continuava a ricevere i soldi da Mosca raccontava a Giampaolo Pansa e ai lettori del Corriere di sentirsi "più sicuro" sotto l’ombrello dell’Alleanza atlantica, i partiti figli di quel Pci prendono la direzione opposta: cercano voti predicando lo smantellamento della Nato. Anche allora si era alla vigilia di una tornata elettorale, e il gioco prevedeva di tranquillizzare i vituperati borghesi dipingendosi atlantisti e occidentali. Oggi consiste nel contendersi i voti di quelli che bloccano le strade e le università, chiedono la rottura di ogni rapporto con Israele e la fine del legame di mutua assistenza militare con Washington. L’"ossessione antiamericana", come la chiamava il filosofo francese Jean-François Revel, non se n’è mai andata dalla sinistra italiana, ma ora è tornata ufficialmente ed è qui per restare: divamperà se il repubblicano Donald Trump vincerà la corsa per la Casa Bianca.

Ieri è toccato al rossoverde Nicola Fratoianni. Parlando al forum dell’agenzia Ansa assieme ad Angelo Bonelli, ha spiegato che la Nato non ha ragione di esistere: "È un’alleanza che risale a un altro tempo, e la sua funzione è stata raramente di stabilizzazione". Un giudizio che è anche storico: senza la Nato il mondo sarebbe stato migliore. Ciò che tanti comunisti, dopo le parole di Berlinguer, non dicevano più, oggi è sbandierato dai leader del campo largo che Elly Schlein proverà ad allestire dal 10 giugno. Altrettanto schietto, pochi giorni fa, è stato l’ex direttore di Avvenire, Marco Tarquinio, candidato del Pd nella circoscrizione Centro: "Sciogliamo la Nato", ha detto. "Va costruita un’alleanza nuova e tra pari, tra Europa e America". La seconda frase, quella della "parità", è una turlupinatura. Per stare sullo stesso piano di Washington bisognerebbe spendere perla difesa quanto il Pentagono, che investe in armamenti e militari il 3,5% del Pil.

Volessero davvero la parità, Tarquinio e gli altri dovrebbero quindi chiedere un aumento delle spese militari europee e italiane (queste ultime inferiori all’1,5% del Pil): si battono invece per ridurle.
Le finte correzioni di Schlein a Tarquinio completano la messinscena. La segretaria dice che "sulla Nato il Pd ha una sua linea di politica estera che è fatta dalla segretaria e non dai candidati indipendenti".
Ovviamente lei sa bene come la pensano Tarquinio, Cecilia Strada ("Le politiche della Nato non sono tese a mantenere la pace, l’ordine e la giustizia", anno 2022) e gli altri: li ha candidati proprio per questo, le servono per avere i voti di chi urla "Yankee go home". Una linea sulla Nato, del resto, il Pd non la ha. Chiamata a illustrarla, Schlein si arrabatta: "Siamo per un’autonomia strategica dell’Ue nel seno dell’Alleanza atlantica". Che è una frase priva di significato. Il Trattato Nord Atlantico lega le parti ad "accrescere la loro capacità individuale e collettiva di resistere a un attacco armato" e a considerare "un attacco armato contro una o più di esse in Europa o nell’America settentrionale come un attacco diretto contro tutte le parti". Non si può stare nella Nato, insomma, con "autonomia strategica", qualunque cosa intenda dire Schlein: ci sono obblighi, osi sta dentro e li si rispetta osi sta fuori.

A volere lo scioglimento della Nato sono quindi una parte del Pd, rappresentata dai candidati che la segretaria si è “capata” personalmente, e i rossoverdi, alleati dei dem in tutte le elezioni tranne quelle europee. Gli altri che dovrebbero comporre il campo largo, sempre che dopo il voto di domenica ne abbiano voglia, sono i Cinque Stelle. Tra i quali c’è una forte tradizione anti-americana, confermata a Firenze due mesi fa, quando hanno votato insieme ai piddini una mozione contro l’insediamento di un comando della Nato. Lì dentro, però, pesa il rapporto tra Giuseppe Conte e Donald Trump: fu l’allora presidente statunitense a consentire la nascita del secondo governo guidato dal giurista, con il famoso endorsement per l’amico "Giuseppi", che "ama moltissimo il suo Paese e lavora bene con gli Stati Uniti". Conte sogna di ricevere altre dediche simili. Così, ora, si muove prudente: accusa la Nato di aver sbagliato con l’Ucraina, ma si guarda bene dal chiederne lo scioglimento. "Va ripensata e riformata", dice, ma "non cestinata". Il modo in cui riformarla glielo indicherà Trump, se vincerà le elezioni. E il fatto che la compagna Schlein abbia bisogno del trumpiano di Volturara Appula per creare il campo largo dice tutto della coerenza politica del progetto.

Capo della Casa Bianca Trump, "Houthi capitolati": stop ai bombardamenti Usa

Dazi aggiuntivi Ue, "sanzioni per 100 miliardi": dichiarazione di guerra a Trump

Verso il ballottaggio George Simion gela la sinistra: "Stessa linea di Giorgia Meloni"

tag

Trump, "Houthi capitolati": stop ai bombardamenti Usa

Ue, "sanzioni per 100 miliardi": dichiarazione di guerra a Trump

George Simion gela la sinistra: "Stessa linea di Giorgia Meloni"

Usa, chiama un bimbo "n***"? Minacciata, chiede aiuto: raccolti 600mila dollari

Marco Bassani: L'europeismo trasformato in un culto neo-marxista

Infuria la polemica su un documento che credo debba essere posto nella giusta luce. È vero che occorre contestual...
Marco Bassani

Patricelli: La verità nascosta dal Pci su chi uccise il Duce

Un cold case da ottanta anni nella ghiacciaia della storia, con un enigma avvolto da un mistero. In attesa che l’e...
Marco Patricelli

Calessi: Bertinotti e Fini, uniti dalla Lega ma separati sulla guerra

Il rosso e il nero a casa della Lega. Sono stati loro, Fausto Bertinotti e Gianfranco Fini, intervistati dal direttore d...
Elisa Calessi

De Leo, Salvini dopo la telefonata con Vance: "Frizioni? Siamo su scherzi a parte"

La telefonata con J. D. Vance e la contrarietà rispetto alle ipotesi di riarmo. Il vicepresidente del Consiglio M...
Pietro De Leo